SCIOPERO TIR DA PRECETTARE NON I CAMIONISTI MA IL MINISTRO

E così, espressa da Prodi la riprovazione e decisa la precettazione, si pensa di chiudere la vicenda a tarallucci e vino. Nossignori.

Qui se c’è qualcuno da precettare è “Barba bianca”, l’evanescente e ineffabile Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi,

Annunciato da tempo il blocco del trasporto su gomma che cosa ti fa questa specie di Ministro o chi agisce per lui? Fissa una riunione a Palazzo Chigi, guarda caso, il secondo dei quattro giorni di blocco, non, come il buon senso avrebbe suggerito, alcuni giorni prima. I soloni del Ministero che pensavano? Volevano vedere come sarebbero andate le cose, sperando che avessero ragione i sindacatini “amici”, ossia che l’adesione non sarebbe stata un gran che. Pensando dunque che le cose andassero male per gli organizzatori incontrarsi il secondo giorno sarebbe stato molto più agevole. Nossignori. Adesione enorme, conseguenze rilevantissimi e in queste condizioni il Ministro si presenta all’incontro con le mani vuote, rifiutando di discutere la piattaforma presentatagli. Persino un bambino si sarebbe comportato meglio.

Si aggiunga, più o meno vero (ma sempre più gente lo crede) che il braccio di ferro con gli autonomi è una costante, quasi, o senza quasi, ideologica. E’ stato così per benzinai, tassisti, farmacisti, ora tocca ai camionisti. E non è un caso che l’evanescente Ministro dei Trasporti, fervido ammiratore di Cuba e di Fidel Castro, sia in quota Partito dei Comunisti Italiani.

Tornando ad oggi, nel pomeriggio firma l’ordinanza di precettazione, a partire dalle ore 24. L’on. . Uggé Presidente di Fai Conftrasporto: dichiara che il fermo dei tir prosegue.. Altri spiegano le ragioni per cui l’atto di precettazione è illegittimo.

In qualsiasi Governo della cosiddetta Prima Repubblica, o in qualsiasi Governo europeo, il Ministro sarebbe già ex-Ministro o per dimissioni o per, meritato, calcio in quale parte corporea non è difficile immaginare. Va detto però che non è poi neppure colpa sua del tutto. In fin dei conti lui è dal 1995 cattedratico di urbanistica presso la facoltà di Architettura dell'Università "Mediterranea" di Reggio Calabria.di cui è anche Rettore. Poverino, fare il Ministro è tutt’altra cosa che sedere in una cattedra universitaria, per giunta ad Architettura. Nessuno ha la bacchetta magica e quindi nessuno deve pensare che i problemi possano essere facilmente risolti, ma in questo caso si è andati ben oltre il ragionevole. Come detto all’inizio l’unica cosa sarebbe proprio quella di precettarlo e spedirlo, senza ostacolo alcuno dai camionisti dei blocchi, a Reggio Calabria a tornare a occuparsi delle cose che si suppone sappia fare, dimenticandosi quelle – sul tavolo ministeriale - in cui appare come un dilettante allo sbaraglio.

Amarilli

Amarilli
Economia