SCIOPERO TIR. LE RAGIONI DI CHI PROTESTA

Italia in crisi. Colpa dei trasportatori? No. Di un Ministro incapace, indifferente a quello che capita, persino di fronte ad un incredibile sciopero generale di tutti i trasporti e di tutti i sindacati come quello del 30 novembre scorso

Riceviamo e pubblichiamo:

Italia in crisi. Colpa dei trasportatori? No. Di un Ministro incapace, indifferente a quello che capita. Basti pensare a quel che è successo qualche giorno fa: il 30 novembre incredibile sciopero generale dei trasporti. Non succedeva da tempo immemorabile, e tutti i Sindacati d’accordo. Un Ministro politicamente serio in qualsiasi Governo d’ogni colore politicamente serio, avrebbe rassegnato le dimissioni (libero poi Il Presidente del Consiglio di accettarle o no). Non c’è un settore dei trasporti in cui questo cattedratico universitario – in politica da classificare neanche da licenza elementare – sia riuscito a combinare qualcosa di buono.

Per i trasporti in tutto questo tempo non è riuscito – o non ha voluto - neppure a fare i decreti attuativi degli accordi precedenti. Qualcuno dice perché influenzato da piccoli Sindacati di collocazione politica di sinistra

Pensa e dichiara che lo sciopero “sia politico”, visto che il principale leader è il parlamentare valtellinese Uggé, già sottosegretario ai trasporti nel Governo Berlusconi e, come tale, autore dell’intesa che però l’attuale Governo non ha attuato. Puerile idiozia. Centinaia di migliaia di trasportatori rinunciano a ben cinque giorni di entrate per “uno sciopero politico”?!?!? Cartina di tornasole del comportamento di un Ministro che così dimostra di non avere capito un tubo e di essere ideologicamente e presuntuosamente prevenuto.

Considerato il tipo i nostri Sindacati avevano chiesto che l’incontro dei giorni scorsi non fosse al Ministero dei Trasporti visto che quella specie di Ministro non aveva combinato niente di buono ma a Palazzo Chigi. E’ cambiata la sede ma, altra sciocchezza, non l’interlocutore. Responsabilità del Governo che non ha voluto rischiare di rompere con i Comunisti italiani emarginando il Ministro anche se politicamente un buono a nulla. Responsabilità anche delle forze politiche, sia di maggioranza che di minoranza, che latitante il Ministro avrebbero dovuto e dovrebbero assumere loro l’iniziativa come ad esempio un incontro tra le Commissioni Trasporti di Camera e Senato con i Sindacati.

Accludo alcuni documenti chiarificatori

(Lettera firmata)

LA DICHIARAZIONE “DI GUERRA”

Se ne parla da tempo ed anche noi di Conftrasporto ne abbiamo discusso più volte assumendo precise e chiare posizioni.

Oggi siamo arrivati al dunque:

1) il Governo ha deciso di non convocare gli autotrasportatori;

2) nella finanziaria le risorse continuano ad essere insufficienti per la riduzione dei costi;

3) le norme sulla trasparenza e sul gasolio sono fumose e inefficaci;

4) le associazioni che hanno proclamato il fermo hanno deciso di attuarlo;

Alla luce di questi fatti occorrono le dovute precisazioni ma soprattutto è per noi indispensabile fornire chiarezza.

Conftrasporto, tramite le federazioni aderenti conferma tutte le decisioni già assunte.

a) condivisione delle ragioni del fermo;

b) l’azione di fermo deve essere unitaria;

c) le richieste sugli interventi da ottenere sono condivise;

d) alla data del 4 dicembre il Governo ha deciso di non convocarci;

e) il fermo sarà effettuato unitariamente dalle associazioni dell’autotrasporto.

Il confronto con il Governo non si è potuto verificare per mancanza di volontà dello stesso. Questo conferma un grave fatto: il Governo non tiene in considerazione gli imprenditori del trasporto e pensa di definire le questioni solo con qualche associazione o, peggio ancora, con qualche singolo imprenditore.

QUESTO E’ INACCETTABILE

Nel frattempo vengono fatte circolare, ad arte, le solite notizie non rispondenti al vero. E questo è un buon segno per noi. Significa che incominciano ad avere il timore che la nostra azione si concretizzi.

Intanto non c’è e non ci sarà nessuna trattativa parallela!

In più il ministro Bianchi ha deciso di far pervenire una lettera di precisazioni che pubblichiamo e che commentiamo.

In queste ultime settimane, a differenza di quanto affermato dal Ministro, non vi è stato un “continuo confronto con le associazioni” (forse solo con quelle amiche). E’ chiaro che quando si tratta di legge finanziaria gli incontri, come sempre avvenuto negli anni passati, devono tenersi alla Presidenza del Consiglio per assicurare il coinvolgimento politico dei Ministri competenti ed essere certi che le decisioni che scaturiscono dal confronto siano poi portate avanti.

Il recepimento della direttiva sull’orario di lavoro di fatto lascia irrisolta la questione oltre a generare dubbi sull’interpretazione futura. I tempi di lavoro sui quali si doveva intervenire non sono stati affrontati. In sostanza il Ministero del Lavoro non ha fatto altro che recepire i contenuti della direttiva, senza dare una prospettiva alla questione dell’aggravio del costo del lavoro. La questione recupero bonus fiscale sarà avviata. La lettere di recupero saranno recapitate nelle prossime settimane e l’intera procedura è conosciuta a pochi.

Il Ministro sostiene che le risorse per il ricambio dei veicoli pesanti è in fase di conclusione. Vero,ma molti ricorderanno che l’incentivo che era stato promesso per ciascun veicolo sostituito era ben maggiore dei circa 3.000 euro, praticamente poco più di una “mancia che, in media, sono previsti dall’attuale regolamento ministeriale.”

Se questo è intervenire per la crescita del settore, il Ministro è fuori strada.

Per quanto riguarda la riforma del settore la proroga richiesta con un disegno di legge è ferma al Senato e non ci è dato di conoscere quando sarà sbloccata e se supererà il vaglio della costituzionalità.

L’istituzione del documento di trasporto ipotizzato nel collegato alla finanziaria lascia irrisolti i problemi richiesti dalle associazioni sulla trasparenza e sulle responsabilità dei soggetti della filiera. Il provvedimento che riguarda l’inclusione del prezzo del gasolio in fattura così come previsto è totalmente privo di efficacia. Infatti non si capisce cosa succeda se il committente non provveda a riconoscerne l’incremento. La medesima cosa per i tempi di pagamento.

Si consente inoltre alle imprese che esercitato con un automezzo di massa non superiore a 3,5 ton di poter accedere alla professione mediante una autodichiarazione sul requisito dell’onorabilità. Così si favorisce l’abusivismo, si mina la sicurezza e si finisce per aprire alla concorrenza spazi enormi. Oggi si trasportano sempre meno merci. Il dato che emerge è infatti che stanno aumentando più i veicoli chilometro rispetto alle tonnellate chilometro.

QUESTI SAREBBERO GLI INTERVENTI A FAVORE DEL SETTORE ?

Nessun accenno al recupero degli oltre 450 milioni di euro destinati all’autotrasporto e non utilizzati dalla legge 454 del 1997; né tanto meno alle pattuglie da dedicare ai controlli sia in azienda sia su strada sia agli stranieri.

Nessun accenno alle risorse sulla riduzione dei costi promesse e mai assegnate nell’anno 2007.

Frasi fumose inoltre su impegni a fare, su “tavoli di confronto”; insomma le solite parole.

Per concludere vorremmo spiegare al Ministro che le associazioni che non condividono il “buon lavoro” di cui lui parla sono nove su undici.

Ci auguriamo che il Ministro possa prendere atto di questo per modificare finalmente le scelte fatte finora e quelle che sostiene di voler fare in futuro.

UGGE’, Presidente Federazione Autotrasportatori Italiani, 5 DICEMBRE

"Non si era mai verificato nel passato un comportamento così irresponsabile da parte di un governo.

In concomitanza con la presentazione della legge finanziaria negli anni trascorsi il confronto con le rappresentanze dell’autotrasporto veniva sempre effettuato presso la presidenza del Consiglio. In questa occasione non solo questa consuetudine non si è concretizzata ma al settore sono state destinate risorse irrisorie, rispetto a quanto le associazioni avevano richiesto.

Dal giorno 10 dicembre l’autotrasporto italiano si fermerà, in quanto nessuno del Governo ha sentito la necessità di aprire il confronto richiesto, ma a pagarne le conseguenze sarà l’economia del Paese ed i cittadini.

Le associazioni che hanno proclamato l’iniziativa hanno fatto sapere che, se entro il quattro dicembre nessuna intesa si sarà realizzata, il fermo si avvierà secondo le modalità già annunciate.

Da risposte informalmente ottenute risulta che non esisterebbe alcuna intenzione di avviare il confronto richiesto.

Questo porterà inevitabilmente al fermo dei servizi che si oggettivamente non potrà che coinvolgere anche le imprese di quelle rappresentanze che invano avevano fatto conto su una dimostazione di responsabilità da parte del Governo.

Le federazioni di Conftrasporto infatti che avevano, pur non proclamando il fermo, condiviso le ragioni dell’iniziativa del malcontento non potranno, soprattutto alla luce di un comportamento inadeguato e di irresponsabile sufficienza dimostrato, che prenderne atto ed invitare ogni realtà aderente a condividere le ragioni dell’iniziativa di protesta già proclamata, assumendo tutte quelle decisioni considerate utili e in grado di tutelare i loro singoli diritti."

UGGE’, Presidente Federazione Autotrasportatori Italiani, 7 DICEMBRE

La notizia della convocazione, tardiva e ininfluente, dimostra, se ancora ne avessimo avuto la necessità, che abbiamo a che fare con un avversario agguerrito e deciso a vincere una battaglia per continuare ad umiliare centinaia di migliaia di operatori.

I passaggi della vicenda

Le associazioni Fita e Confartigianato annunciano all’inizio di novembre l’intenzione di riaprire una fase vertenziale con il Governo che non ha neppure rispettato le intese sottoscritte il 7 febbraio u.s.

Il Governo non risponde.

Le critiche vengono successivamente condivise dalle federazioni di Conftrasporto e del mondo della cooperazione.

Il Ministro fa convocare una riunione, a livello tecnico, presso il ministero.

Nessun incontro si effettua, anche perché le soluzioni da trovare sono di natura politica e non tecnica e le risposte possono solo giungere, come avvenuto nel passato, al più elevato livello politico.

La federazioni di Conftrasporto annunciano, viste le richieste e sentita la propria realtà associativa, la decisione di condividere le ragioni dell’iniziativa.

Il 27 novembre vengono presentate alle Camere interrogazioni per chiedere al governo che intenzioni abbia rispetto alla protesta annunciata e alle richieste avanzate.

Nessuna risposta del ministro.

Siamo in grado di dimostrare che, in tempo utile, vi è stato anche un contatto informale con la Presidenza del Consiglio ma la risposta fornita ha dimostrato supponenza e poca conoscenza della realtà. Il fermo, dopo il 4 dicembre, diventa inevitabile e le adesioni all’iniziativa si annunciano numerose. Il 6 dicembre il ministro Bianchi indirizza una lettera generica ai presidenti delle federazioni dell’autotrasporto.

Il 7 dicembre la condivisione del fermo aumenta e, con le numerose assemblee convocate per il fine settimana si ipotizzano nuove convinte adesioni.

Sempre in pari data arriva la convocazione per il martedì successivo, 11 dicembre, avente per oggetto “il proseguimento del confronto sui provvedimenti a favore delle aziende del settore”.

LE NOSTRE OSSERVAZIONI

Il governo al solo scopo di dimostrare attenzione al settore, ha solo compiuto il miserevole tentativo di scaricare le proprie colpe su di noi nei confronti dell’opinione pubblica.

Il messaggio semplice che si intende far passare è infatti il seguente: il governo responsabilmente li ha convocati e loro si sono rifiutati di incontrarsi.

ALCUNE PRECISAZIONI

Il governo ha avuto il tempo per confrontarsi con le associazioni e non lo ha voluto fare perché probabilmente ha ascoltato chi gli assicurava che non sarebbe successo niente.

Il governo intende solo mettere alla prova la categoria : se lunedì il fermo funziona, come funzionerà, l’incontro si terrà; in caso contrario la riunione potrebbe slittare o comunque produrre i soliti impegni fumosi, quanto inutili.

Questa non è sensibilità e attenzione verso i cittadini ma paraculaggine allo stato puro! Un'altra sarebbe stata la strada che si sarebbe potuta percorrere se realmente si avesse avuto a cuore l’interesse del Paese e la volontà di risolvere i problemi della nostra categoria.

Lo spiegheremo nelle assemblee del fine settimana perché non vogliamo fornire la corda con la quale impiccarci a coloro che dalle stanze del ministero interessatamente leggono le nostre notizie.

Se poi consideriamo che anche con la comunicazione di ieri il ministro dava notizia di un iter parlamentare, già avviato, su un fantomatico “collegato trasporti”, che invece non risulta ancora pervenuto ad oggi alle Commissioni parlamentari di Camera e Senato, come pensare di dare credito ad una convocazione che consente al Governo di avere mani libere senza fornire garanzia alcuna?

Ripetiamo il concetto: se il fermo funziona il governo ha tentato fino all’ultimo di evitarlo e solo l’insensibilità di una categoria, già poco ben vista dalla gente, ha determinato disagi;

se l’azione non riuscisse, ma questa è una motivazione in più per ottenere ancor maggior adesione, le misure per il settore si tramuteranno nei soliti impegni e magari sempre più a favore di qualche singolo imprenditore, travestito temporaneamente, da rappresentante di categoria.

Ritengo che queste note, redatte anche un po’ sinteticamente e ripetitive in alcuni concetti, debbano essere riproposte agli operatori del settore in ogni occasione di incontro.

L’opinione pubblica deve conoscere le verità e gli imprenditori debbono essere coscienti dei rischi che corrono se, malauguratamente, dessero ascolto ai tentativi interessati dei nostri avversari. Sarebbe il definitivo declino di una categoria e ancor più della nostra economia.

NESSUNA SOSPENSIONE DEL FERMO; NESSUNA TITUBANZA; ADERITE COMPATTI; MAI COME OGGI IL FERMO E’ L’INVESTIMENTO PRIORITARIO PER DARE FUTURO ALLE IMPRESE DI AUTOTRASPORTO E COMPETITIVITA’ AL PAESE

UGGE’, Presidente Federazione Autotrasportatori Italiani, 10 DICEMBRE

10-12-2007 10:41 “Il Governo Prodi anziché evitare all’economia del Paese ed ai cittadini italiani, le inevitabili conseguenze del fermo dei servizi di autotrasporto, che avrà inizio alla mezzanotte di domani, per una settimana, ha preferito provocare gli operatori del settore con una convocazione fissata per martedì 11 dicembre, a fermo già in atto. Questo modo di procedere dimostra ancora, se ve ne fosse la necessità, quanto sia inadeguato, superficiale ed incapace il Governo in carica.”

Così il Presidente della FAI Paolo Uggè, ha commentato nel corso di una assemblea tenutasi questa mattina a Parma, la tardiva ed inutile convocazione emanata dal Ministro Bianchi e dal Sottosegretario Letta.

“I risultati delle assemblee che si stanno svolgendo su tutto il territorio nazionale - ha concluso il Presidente FAI – registrano una grande partecipazione e sono la dimostrazione della forte convinzione cha anima la categoria in questa situazione di fermo.”

UGGE’, Presidente Federazione Autotrasportatori Italiani, 10 DICEMBRE

Uggè:” La convocazione del Governo: un meschino tentativo tardivo di indebolire la compattezza del settore”

“La convocazione del Governo e' solo un meschino tentativo tardivo e mirato ad indebolire la compattezza che si sta rafforzando tra gli operatori del settore”. Questa la risposta che Paolo Ugge', Presidente Fai, ha inviato al ministro Bianchi che ha confermato la convocazione per martedì' prossimo, nel corso di una assemblea a Milano.

“L'autotrasporto da questa notte si ferma e a nulla saranno valsi anche i tentativi di alcuni “lacche'” del Governo che hanno tentato e tutt’ora tentano di spacciare che con l'incontro di martedì' i problemi si risolveranno. Il ministro Bianchi continua a non comprendere i problemi di un settore fondamentale per l'economia del Paese. Il fermo di una settimana fara' capire al poco sensibile Ministro quello che fino ad oggi non ha voluto comprendere. Purtroppo le conseguenze della sua insensibilità ricadranno sui cittadini.”

Segreteria Generale Conftrasporto

ECCO PERCHE’ ANCHE PER LE FEDERAZIONI DI CONFTRASPORTO SUSSISTONO TUTTE LE RAGIONI PER EFFETTUARE IL FERMO.

Economia