ALLORA? GOVERNO E ANTITRUST PER LE LIBERALIZZAZIONI NEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI 12.1.10.31

Entro il 20 gennaio sarà varato dal Governo un decreto legge sulle liberalizzazioni e riguarderà "tutti i settori: energia, trasporti, banche, assicurazioni". Così in un passaggio televisivo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, che inserisce nell'elenco anche i servizi pubblici locali, acqua compresa: "Pensiamo di fare modifiche che non vadano contro il risultato referendario ma non vogliamo che sia un escamotage". Al contrario, non sarà affrontato il tema della separazione Eni - Snam: "Non è una delle priorità - ha spiegato Catricalà -, vedremo se sarà necessaria, ma sul gas esistono tanti altri rimedi che consentono agli energivori di pagare meno".

Il Governo comunque ha già anticipato nelle scorse settimane il proprio intendimento in materia di servizi pubblici locali, attraverso il ministro Piero Gnudi. Si tratta, nel concreto, di una riconferma delle scelte fatte nella manovra di ferragosto dall'allora Ministro Fitto: all'articolo 4 del decreto 138/2011 (che escludeva il servizio idrico integrato, gas ed energia elettrica), oltre all'inserimento di una soglia sopra la quale sono vietati gli affidamenti in house (pari a 900mila euro all'anno), si afferma il principio secondo cui gli affidamenti devono avvenire tramite gara. Qualora gli enti locali volessero affidare il servizio in house, questi sono obbligati ad effettuare un'analisi di mercato ed infine a votare una delibera-quadro. Il nuovo intervento normativo sarà un decreto interministeriale (Regioni-Economia-Interni) e detterà agli enti locali le direttive sulla delibera quadro e sull'analisi di mercato da svolgere prima di nuovi affidamenti di servizi. Il decreto interministeriale dovrà passare alla conferenza unificata Stato-Regioni-città per poi confluire nel "pacchetto liberalizzazioni". I Comuni avranno tempo per adeguarsi fino alla scadenza delle attuali gestioni: la prima applicazione sarà quindi già al 31 marzo, quando scadranno le cosiddette gestioni "non conformi" (affidate senza gara). Nel decreto interministeriale sarà contenuto anche l'obbligo di rendere pubblici, anche in modalità on line, «i dati concernenti il livello di qualità del servizio reso, il prezzo medio per utente e il livello degli investimenti effettuati». La finalità del provvedimento è quella di «assicurare il progressivo miglioramento della qualità di gestione dei servizi pubblici locali e di effettuare valutazioni comparative delle diverse gestioni».

Per il settore idrico, l'intendimento del governo sembra quello di circoscrivere l'in house con i paletti Ue: l'azienda deve essere controllata al 100% dal'ente pubblico, deve svolgere attività prevalente per l'ente controllante e deve essere organizzata come braccio dell'amministrazione.

Anche l'Antitrust ha inviato nei giorni scorsi al Parlamento le sue proposte tecniche per rimuovere gli ostacoli che si frappongono all'apertura dei mercati e promuovere la concorrenza.

L'Antitrust propone che i principi di liberalizzazione recentemente approvati abbiano effettiva applicazione nei servizi pubblici locali. Per far questo - suggerisce - occorre introdurre l'obbligo per gli enti locali di definire in via preliminare gli obblighi di servizio pubblico. Stabilito il perimetro, gli enti locali dovranno verificare la possibilità di una gestione concorrenziale con procedure aperte di manifestazione di interesse degli operatori del settore a gestire in concorrenza i servizi. Solo in caso di fallimento di questa procedura, gli enti locali potranno mantenere la gestione in esclusiva affidata con gara a un privato, mentre l'affidamento in house è consentito solo a fronte di un'analisi di mercato che ne dimostri in modo chiaro i benefici diretti.

L'Antitrust suggerisce inoltre di accelerare le scadenze degli affidamenti che non sono il frutto di un confronto competitivo, dando però all'ente locale la possibilità di evitare la scadenza anticipata attraverso l'immediato avvio di una procedura di cessione a privati con gara delle quote della società pubblica (totalitaria o mista). La procedura dovrà concludersi entro un termine ravvicinato, pena sanzioni per l'ente locale.

Con riferimento al settore del gas, impregiudicata la questione del processo di separazione verticale delle fasi in monopolio da quelle in concorrenza e di separazione proprietaria della rete di trasporto e delle infrastrutture di stoccaggio attualmente controllate dall'incumbent Eni, per l'Antitrust occorre in tempi brevi ridurre il gap di informazione tra i distributori e venditori finali non integrati verticalmente con i distributori stessi, aumentando la concorrenza a valle. Per questo occorre introdurre specifici obblighi informativi e ampliare la quantità e la qualità dei dati da mettere a disposizione.

L'Antitrust ritiene inoltre necessario che in tempi brevi vengano adottate misure pro-concorrenziali relative ad agevolazioni per la costruzione di nuove infrastrutture di importazione di gas.

15 - Federutility

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