Il turismo secondo Renzi. Quello valtellinese secondo noi

“Per esigenze di tutela dell’unità  giuridica o economica  della Repubblica o di realizzazione  di riforme economico-sociali di interesse nazionale la legge dello Stato può intervenire in materie di competenza regionale”. E, questo, uno dei tanti passaggi del disegno di legge costituzionale “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione” che alla fine di marzo andrà in Parlamento. Le riforme verranno completate  entro il 2015. Gli argomenti e le modifiche sono più o meno noti. Senato trasformato in Assemblea delle autonomie (con presidenti di regioni, rappresentanze di Comuni, una ventina di qualificati esperti in vari campi), leggi formali affidate alla sola Camera dei Deputati, abolizione delle Province e del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.

A Roma il turismo
Riguardo al Titolo V viene eliminata la legislazione concorrente tra lo Stato e le Regioni. Alle materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato, si aggiungono tra le altre: il sistema nazionale della protezione civile, l’ordinamento scolastico, l’università e la ricerca, il lavoro, il governo del territorio, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia, le grandi reti di trasporto. Il disegno di legge, come detto sopra,  dà la possibilità allo Stato di intervenire in materia di competenza regionale (come il turismo) per la tutela dell’unità economica di interesse nazionale o riforme economiche e sociali di interesse nazionale.
Si aprono, così, per il comparto nuovi scenari riguardo soprattutto all’esigenza di una politica unitaria del sistema Italia. Non v’è dubbio che il comparto ha tutti i numeri per assurgere a dignità nazionale. Basti pensare che nel 2013 ha registrato, come riporta l’Isnart, un valore di 73 miliardi di euro. E’ fuori di dubbio anche  che il settore ha bisogno per la sua ripresa a livello mondiale di una “unità economica” e che pertanto si debbano favorire interventi di “riforme economiche”. Ma il turismo si avvantaggerà del Decreto anche indirettamente per altre opportunità. Pensiamo alle grandi reti di trasporto e all’ordinamento scolastico che potrebbe far riconsiderare a livello Paese l’esigenza di una modifica del calendario per recuperare al turismo il mese di settembre

No dalle Regioni
Voci contrarie si levano sul fronte delle Regioni. In particolare il Presidente del Veneto Luca Zaia si dice contrario alla ri-centralizzazione delle competenze in materia turistica. “La nuova visione neo-centralistica che ha questo governo è ormai evidente. E per quanto riguarda il turismo, se è vero che ci sono Regioni che gestiscono male i fondi, male la promozione, e che vanno alle fiere con pullman di dipendenti, come ha lamentato il ministro Franceschini nei giorni scorsi a Venezia, una di queste Regioni non è sicuramente il Veneto. Quindi i signori ministri vadano a tagliare i fondi a quelle Regioni che non sono virtuose e i nomi e i cognomi li hanno a Roma” (Unionturismo news).
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Turismo valtellinese
In provincia: la Provincia con il suo assessorato, la DIMO, i Consorzi turistici, il BIM, le Comunità Montane, i Parchi, alcuni Comuni, le Pro Loco, qualche Comitato organizzatore di un evento. E' vero che c'è anche una scala degli eventi che va da quelli di grande portata, la discesa di Bormio di Coppa del Mondo ad esempio, fino alla sagra paesana o addirittura di contrada. E' anche vero però che la concorrenza, interna ed esterna, richiede campagne di comunicazione che a monte abbiano un sistema coordinato.

Il nostro primato mondiale
Un esempio. La Lombardia ha nel suo territorio una vera e propria chicca per i tantissimi appassionati di treni. Il pensiero del lettore correrà subito a Tirano, al Trenino rosso. No, c'è una chicca di maggior pregio e ne sono buoni testimoni le due targhe che riproduciamo nella stazione di Colico, primo binario. Due targhe che ci raccontano un passato glorioso, un primato mondiale dal momento che le allora chiamate “linee valtellinesi”, sono le prime alimentate in corrente alternata trifase. Nel 1901 da Morbegno - Sondrio km 26, nel 1902 Colico – Chiavenna e subito dopo la Colico – Sondrio. Si dovette attendere il 1906 per avere un'altra linea elettrificata, la Briga - Iselle di km 22. Primato ovviamente imbattibile a meno di far scorrere il tempo all'indietro.
Certo, uno non viene per scendere a Colico, leggere le due targhe, risalire e andarsene. E' significativo però che mentre gli svizzeri sono partiti dietro un'idea, che sembrava al minimo ambiziosa, e hanno pedalato finchè si è concretizzata ottenendo il patrocinio dell'UNESCO, noi non abbiamo neppure affrontato l'argomento, quello dell'attrazione da esercitare i milioni di appassionati di treni.

Il 'Circuito del Bernina'
Può darsi che le difficoltà siano eccessive e che nessun tour-operator sposi l'idea ma è anche vero che senza occuparsene è certissimo che non si combina nulla. Ci riferiamo al 'Circuito del Bernina', più  volte illustrato e sostanzialmente consistente nel tour Tirano-Tirano  o Chiavenna Chiavenna. Trenino rosso sino a S. Moritz, bus postali gialli da S. Moritz a Chiavenna, treno a vapore da Chiavenna a Tirano. E l'indomani, o il giorno previsto successivo, giro inverso. Addirittura l'alternativa con partenze da Colico ove si arriva, ad esempio, da Bellagio o da Como in aliscafo. In tutta Europa nulla da simile. E sarebbe cosa da Trittico con la vetta più alta delle Alpi e, fra l'altro, con la più ardita funivia, la Snow Eagle. Da 985 metri di quota un sol balzo sino ai 2078. 1093 metri di 'salto' a 12,5 m/sec che poi sono 45 km/h, ragguardevole velocità per 160 persone, tante la più grande cabina del mondo ne può portare.
Fattibile questo 'circuito'? Forse no ma il mondo va avanti solo se gli uomini (e le donne) 'ci provano'. E' vero, il mondo va avanti lo stesso. L'eucalipto nano (non siamo sicuri, forse nano è ma di altra specie) c'è ancora, come la sequoia. Svettavano entrambi, altissimi. Hanno scelto due strade diverse. La sequoia cambiando continuamente e reggendo così alle modifiche dell'ambiente. Oggi è del tutto diversa da migliaia di anni fa ma svetta ancora altissima come un tempo. Lo stesso discorso per l'Eucalyptus regnans che arriva a 90 metri di altezza. L'altro, nano ha scelto la strada del tirare a campare, del difendere la propria immagine e le proprie caratteristiche. C'è riuscito ed è arrivato fino a noi tal quale come era una volta. In tutto meno che in un particolare: non svetta più a 100 metri come un tempo, a malapena raggiunge i due metri.
Che c'entra? C'entra. Il Louvre richiama quasi 10 milioni di visitatori in un anno. Il primo dei nostri Musei, non è neanche nostro. Metà rispetto a Parigi sono quelli che vanno ai Musei Vaticani. Venezia, Firenze e via dicendo lontani. Ma là, tra Rue de Rivoli e la Senna, hanno saputo far diventare il tesoro di cultura anche tesoro economico.
E' solo un esempio di 'un pensare in grande' come è stata a suo tempo l'idea di porre la candidatura ai mondiali di sci, da quasi tutti considerata allora folle o giù di lì. Avevano ragione quelli che guardavano avanti al proprio naso, torto i conservatori. Conservatori che l'hanno invece spuntata, altro esempio, con la galleria in Corso Italia a Sondrio che avrebbe dato al capoluogo un centro, quello di cui ha tempo ci si è accorti che ne avrebbe bisogno.
Expo alle porte. Il Governatore Maroni ha esortato le realtà provinciali a fare sintesi ciascuna portandone il risultato. Non è dato di sapere se qualcuno sta 'pensando in grande', anzi se qualcuno 'sta pensando' in proposito. Ci auguriamo di sì.
GdS

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