NUOVE NORME SUL RENDIMENTO ENERGETICO NELL'EDILIZIA

Dal 1° luglio 2007 l'obbligo del "certificato energetico" - Nostra nota conseguente

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 6 ottobre scorso, ha approvato in via preliminare uno schema di decreto legislativo che modifica alcune parti della normativa in materia di rendimento energetico nell'edilizia. Il provvedimento, che verrà trasmesso al parere della Conferenza unificata e delle Commissioni parlamentari competenti prima del varo definitivo, consente di recepire al meglio le normative Ue e di innalzare notevolmente l'efficienza energetica degli edifici favorendo anche l'utilizzo di fonti rinnovabili. Queste le principali novità previste. Dal 1° luglio 2007 scatterà per gli edifici già esistenti o in fase di costruzione alla data di entrata in vigore del decreto 192 e cioè l'8 ottobre 2005 l'obbligo del "certificato energetico", un documento che attesta la capacità di risparmio energetico di un determinato edificio, ma solo nel momento in cui vengono immessi sul mercato immobiliare. Inoltre, dal 1° gennaio 2007 il certificato energetico sarà una condizione indispensabile per ottenere le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni. In tutti i nuovi edifici è previsto l’obbligo del solare termico per il riscaldamento dell’acqua sanitaria, per una frazione almeno del 50% del fabbisogno di acqua calda, e di un impianto fotovoltaico la cui potenza sarà

definita successivamente.

NLG

L’obbligo del fotovoltaico, con i costi reali che ci sono, è un’altra follia euro-romana.

L’obbligo del certificato energetico solo dal momento dell’immissione sul mercato immobiliare per quanto si tratti dell'attuazione della direttiva 2002/91/CE (tra un po' in Europa si regolarà anche il taglio delle unghie dei nostri piedi!) e del Decreto Legislativo 19/8/2005 n. 192 (rendimento energetico nell’edilizia per risparmio e per tutela ambientale) altra palla al piede che andrebbe bene se la stessa regola valesse anche in Cina, India e compagnia bella. Poi, per quanto riguarda i dettagli italiani le solite cose da burosauri. Per fare un esempio chi paga le spese se sul mercato ci va un solo appartamento sui magari 30 del condominio? (ndr)

NLG
Economia