09 11 20 RIFORMA SPL, IL GOVERNO OTTIENE LA FIDUCIA ALLA CAMERA. FEDERUTILITY: MANCA L'AUTHORITY. LA LEGA: ODG PER MANTENIMENTO IN HOUSE

Con 320 voti a favore il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera sul decreto legge Ronchi che prevede all'art 15 la riforma dei servizi pubblici locali. Contro il governo hanno votato 270 deputati. "Serve un soggetto regolatore neutro che garantisca tariffe eque e un servizio di qualità, in altre parole che garantisca sia i gestori sia gli utenti. Questo soggetto non dovrebbe dipendere da nessun ministero, ma dovrebbe essere completamente autonomo come già succede e con buoni risultati con l'Autorità dell'energia elettrica e del gas". Questo il commento di Roberto Bazzano, presidente di Federutility.

"Con la fine della gestione in house - ricorda Bazzano - i Comuni dovranno scegliersi il socio nella gestione del servizio con una gara, dovranno decidere se mantenere le attuali concessioni fino al 2011 quando poi dovranno essere comunque rinnovate secondo criteri più restrittivi. In secondo luogo - prosegue - sempre i Comuni dovranno ridefinire il loro ruolo all'interno delle otto società a maggioranza pubblica attualmente quotate in Borsa le quali secondo il dl potranno mantenere le concessioni solo se entro il giugno 2013 vedranno diminuire la quota pubblica, cioé dei Comuni, dall'attuale 51% al 40% e anche al di sotto e entro la fine del 2015 al 30% o anche meno". "Se i comuni non raggiungeranno questi obiettivi - conclude Bazzano - si perderanno le concessioni e si dovranno indire delle gare per trovarne di nuove".

Il governo, nell'ambito dei regolamenti attuativi della riforma dei servizi pubblici locali consideri i casi in cui la gestione in house (e dunque con affidamento senza gara) dei servizi pubblici porta a risultati 'virtuosi' visto che l'acqua, anche se la sua gestione viene liberalizzata, resta un bene pubblico va garantito "il diritto alla universalità e accessibilità del servizio". E' quanto chiede la Lega in un ordine del giorno a prima firma del capogruppo Roberto Cota al dl Ronchi sul quale il governo ha dato parere favorevole.

Nell'ordine del giorno si sottolinea come durante l'esame in Senato del decreto si sia precisato che "il governo del servizio idrico integrato spetta esclusivamente alle istituzioni pubbliche, in particolare in ordine alla qualità e al prezzo del servizio, in conformità a quanto previsto dal codice dell'ambiente, e deve essere esercitato garantendo il diritto all'universalità ed accessibilità del servizio". E si suggerisce di assumere "alcune condizioni limite che ben rappresenterebbero l'efficienza di gestione e

l'economicità del servizio e renderebbero la gestione in house non distorsiva della concorrenza" come ad esempio "la chiusura dei bilanci in utile e il reinvestimento nel servizio almeno dell'80% degli utili per l'intera durata dell'affidamento", o "l'applicazione di una tariffa media inferiore alle medie di settore".

In questi casi, il Carroccio "impegna il governo" a "tener conto di specifiche condizioni di efficienza che, soprattutto con riferimento al settore idrico, rendono la gestione in house non distorsiva della concorrenza e dunque comparativamente non svantaggiosa per i cittadini rispetto a un'altra forma di gestione dei servizi pubblici locali".

Il governo ha accolto l'ordine del giorno della Lega al 'decreto Ronchi' in voto in Aula alla Camera che lo impegna a valutare l'ipotesi di mantenere la modalità della cessione in house per i comuni 'virtuosi' sulla gestione dell'acqua.

15 Federutility

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