I danni all'uva della grandinata

Sull'ondata paurosa di cui ieri sera abbiamo riferito in diretta interviene la Fondazione Fojanini:
Nella tarda serata di ieri una forte perturbazione caratterizzata da precipitazioni molto intense (circa 25-35 mm registrati in poco meno di due ore) e accompagnata da grandine ha interessato il versante retico valtellinese, in particolare tra i comuni di Castione e Tresivio. La perturbazione, proveniente da nord ovest (alpe Colina), è stata accompagnata anche da forti correnti d’aria che in alcune situazioni hanno causato anche sradicamento di piante, piccoli smottamenti ecc.
La coltura più colpita è stata la vite, in particolare le sottozone Sassella, Inferno e più marginalmente Grumello. I danni si cominciano a registrare partendo da ovest dal comune di Castione, in modo non pesante, ma peggiorando venendo verso est. I danni più consistenti, stimabili anche oltre il 50% con punte anche dell’80% sono la parte alta e orientale della Sassella, in loc S. Anna e dintorni, (dove anche la parete fogliare è stata lesionata pesantemente). Stessa situazione si riscontra nella sottozona Grumello-Dossi salati. La grandinata si è mantenuta su una fascia altitudinale medio alta, colpendo quindi pesantemente la stessa linea di quota fino all’Inferno per poi andare ad esaurirsi verso Piateda-Fiorenza. Di conseguenza i meleti hanno subito solo danni leggeri soprattutto nella zona Tresivio e Fiorenza (mentre il conoide di Ponte in Valtellina è praticamente illeso).
Danni quantitativamente molto più limitati si sono registrati nella fascia altitudinale più bassa, sul piede di versante fino più o meno alla quota media sopra citata. Nella fascia più bassa i danni sono quantificabili in un 5-15% massimo così come sul conoide di Albosaggia.
Pertanto i danni sono molto variabili, anche in ragione di fattori locali quale la disposizione dei filari; ad esempio, considerando la direzione di provenienza prevalente della vigna, gli impianti orientati est-ovest (a girapoggio) sono quelli che sono stati colpiti maggiormente.
Per quanto riguarda possibili interventi agronomici, non si consigliano interventi particolari; gli acini colpiti, se il decorso meteorologico sarà favorevole, andranno incontro a disseccamento e si staccheranno; si consigliano solo interventi con trattamenti a base di rame (poltiglia bordolese ecc.) con effetto collaterale disinfettamente e moderatamente cicatrizzante, e zolfo. Si può eventualmente pensare all’aggiunta di prodotti a base di argille come zeolite e caolino, con effetto igroscopico, che favoriscono l’asciugatura del grappolo. Concimazioni a base di calcio sono consigliate solo in caso di danni lievi. Altri tipi di interventi chimici sono del tutto inutili. Nelle zone colpite maggiormente è anche l’apparato vegetativo (foglie) che in qualche caso è fortemente compromesso. Questo chiaramente determinerà un rallentamento della maturazione delle uve; occorre aspettare che la pianta si riprenda dallo “stress” subito e cominci a produrre nuova vegetazione. In ogni caso un po’ di operazioni di pulizia in fascia grappolo saranno necessarie nel prosieguo della stagione onde evitare fenomeni di marcescenza laddove la cicatrizzazione delle ferite fosse più rallentata.

Martino Salvetti

 

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