IL NUCLEARE RITORNA IN ITALIA, PASSANDO DALLA FRANCIA

Il premier Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno firmato a Roma l'accordo intergovernativo sul nucleare che vedrà Italia e la Francia sempre più vicine nella produzione di energia dall'atomo. L'accordo è accompagnato da due "memorandum of understanding" tra i due gruppi elettrici Enel ed Edf che si impegnano a "sviluppare, costruire e far entrare in esercizio" in Italia "almeno 4" centrali nucleari di "terza generazione avanzata" del tipo Epr (European Pressurized water Reactor) di rendere la prima unità italiana operativa non oltre il 2020. Responsabile dello sviluppo degli studi di fattibilità per la realizzazione delle unità di generazione nucleare Epr sarà una joint-venture paritetica (50/50) che Enel ed Edf con l'accordo firmato a Roma (che avrà durata di cinque anni) si sono impegnate a costituire. Completate le attività di studio e le decisioni di investimento, sarà costituita una "società ad hoc per la costruzione, proprietà e messa in esercizio di ciascuna unità di generazione nucleare Epr". Le centrali costruite in Italia avranno una partecipazione di maggioranza per l'Enel, che entrerà anche in modo diretto nella costruzione di centrali in Francia. Secondo l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, "tempi tecnici per realizzare una centrale nucleare, per portarla a termine dal punto di vista ingegneristico, sono di cinque anni, ai quali bisogna poi aggiungere i tempi per tutti i permessi".

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha commentato l'accordo affermando "Dobbiamo svegliarci dal nostro sonno, adeguarci, perché il futuro è nell'energia rinnovabile e nel nucleare. Collaboreremo alla realizzazione di altre centrali nucleari in Francia e in altri Paesi e affronteremo la costruzioni di centrali nucleari in Italia, con al nostro fianco la Francia che ci ha messo a disposizione il suo 'know-how', ciò che ci consentirà di risparmiare diversi anni e iniziare la costruzione delle centrali in un tempo assolutamente contenuto".

Anche per il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, il nucleare era una scelta obbligata "per non restare a secco". Il ministro ha dichiarato, in un'intervista a La Repubblica che "la percezione degli italiani sul nucleare é cambiata perché la guerra del gas tra Russia e Ucraina ha reso chiaro il rischio di rimanere a secco di energia. Per il titolare dello Sviluppo economico le tappe per l'avvio del nucleare sono : l'approvazione del disegno di legge "Sviluppo", l'istituzione dell'Agenzia di sicurezza nucleare (che "potrebbe entrare in funzione entro la fine dell'anno e diventare operativa già nel 2010") e la deliberazione del Cipe.

Al momento nessuna informazione sui siti di costruzione, ma cominciano già le prime reazioni negative all'accordo.In particolare l'Associazione degli Ecologisti Democratici (interna al PD) ha diffuso un documento nel quale si definiscono "falsità" le informazioni fornite sull'accordo Secondo loro infatti le quattro nuove centrali nucleari, non produrranno meno scorie, copriranno solo il 13 per cento del consumo nazionale (e non il 25% dichiarato) e le cifre stimate sono molto al di sotto dei costi reali che si sosterranno. A chi avanza critiche al legame troppo stretto Italia Francia e ad una sorta di "regalo" che sarebbe stato fatto ai cugini d'Oltralpe, il Ministro Scajola ha replicato che "si intende dare spazio alle tecnologie più moderne e quindi a tutte le imprese che vogliono impiantare centrali nel nostro Paese".

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