IL PIATTO PIANGE. EUROSTAT: IL PREZZO DEL GAS IN ITALIA È SALITO IN UN ANNO DEL 47% 11 7 20 06

Il prezzo del gas in Italia è letteralmente schizzato in alto. Dai rilevamenti dell'Eurostat, nel secondo semestre 2010, rispetto allo stesso periodo del 2009, in Italia si è registrato l'incremento più alto, a livello europeo, seguito a debita distanza da quelli registrati in Slovenia (+25%) e in Bulgaria (+24%).

Sempre nel settore gas l'Italia figura anche tra i Paesi che, a livello di prezzi medi, è tra i più cari, con 21,9 euro per gigajoule, preceduta solo da Svezia (30,3) e Danimarca (30,1). Se si considera che il prezzo medio del gas nell'Ue a 27 è stato di 15,9 euro per gigajoule si comprende ancor di più quanto sia elevato in Italia.

A parziale compensazione si segnala il calo, in Italia dei prezzi dell'energia elettrica (4%), che l'Eurostat considera tra i più significativi a livello comunitario. In termini di standard di potere d'acquisto (spa), i prezzi più bassi per l'energia elettrica domestica si individuano in Francia (11,3 spa per 100 chilowattora), Finlandia (11,5) e Grecia (12,8), e i più elevati in Ungheria (25,7), Slovacchia (24,7) e Germania (23,2). In Italia il rapporto si è collocato al 18,8.

In generale, si è assistito a un aumento dei prezzi domestici di energia elettrica e gas nei 27 paesi Ue rispettivamente del 5,1% e del 7,7%.

"Solo una reazione temporanea" - In realtà l'annuncio del premier libico ha un impatto nullo sulla società Eni semplicemente perché tutte le importazioni di petrolio e gas sono bloccate già dallo scorso febbraio. "Eni al momento produce solo 50.000 barili di olio al giorno utilizzato per alimentare le centrali elettriche libiche - spiega un analista di una banca d'affari straniera - . Si tratta di una normale reazione contro un Paese che partecipe ai raid Nato. Diverso sarebbe il discorso se Gheddafi dovesse restare al potere in Libia ancora per molto tempo". L'Eni è il principale operatore straniero in Libia ed è presente nel Paese nordafricano dal 1950. Nel 2010 la Libia ha fornito all'Italia 9,4 miliardi di mc di gas, pari all'1

TRIPOLI - "Con l'Eni è finita per davvero. Abbiamo chiuso ogni cooperazione": l'annuncio che gela l'Italia è stato fatto direttamente dal primo ministro libico Al Baghdadi Ali Al Mahmoudi davanti alla stampa. La rotta Libia-Italia del petrolio si interrompe, il rais Muammar Gheddafi ha deciso così.

Il premier ha deplorato la circostanza che Roma abbia "violato" un accordo di non aggressione siglato tre anni fa con la Libia, partecipando ai raid della Nato contro il regime del colonnello. "Noi non avremo più un partenariato con l'Eni e l'Italia non otterrà, per il futuro, nessuna partecipazione nei contratti petroliferi in Libia", ha continuato il premier libico Al Bagdadi al-Mahmoudi.

Stando ai dati snocciolati dal premier gli investimenti dell'Eni nel settore petrolifero, in Libia, contano almeno 30 miliardi di dollari. Al Baghdadi Al Mahmoudi è rimasto prudente rispetto a Francia e Stati Uniti, dicendo che Tripoli tende "la mano" a questi due paesi, e si è detta "pronta" a negoziare con loro nei contratti petroliferi, dal momento che questi Paesi "iniziano a rivedere la loro posizione sull'aggressione atlantica".

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