11 20 31 SI', TAGLI INDISPENSABILI PURCHE' SIANO GIUSTI (TOCCHINO CIOE' AGLI ALTRI). VERSIONE ATTUALE DEL PERMANENTE

Hanno tutti riconosciuto che se l'Italia non è finita a rotoli come Grecia e Irlanda e comunque in braghe di tela come Spagna e Portogallo, lo si deve al nostro concittadino Tremonti sia per l'anticipo con cui ha intuito la situazione sia per le tempestive misure adottate. Fra queste il rigore che l'enorme debito pubblico ci impone. Da ricordare comunque che il debito complessivo dell'Italia, fra quelli pubblico, delle famiglie, delle imprese, ci pone nelle posizioni di testa rispetto a quasi tutti gli altri Paesi che invece non stanno proprio bene per l'alto indebitamento di imprese e famiglie.

Che si dovesse stringere la cinghia l'avevano capito tutti. Che dovessero arrivare robusti tagli pure.

Il problema è quello dei 'tagli giusti'.

Quali sono questi benedetti 'tagli giusti'?

Ma è evidente: quelli che per un rigoroso e doveroso sostegno all'economia e per salvare il Paese devono essere fatti. "Noi in questa categoria non ci siamo perché è chiaro a tutti che sarebbe ingiusto ridurre i soldi proprio a noi con quello che facciamo"…

Chi lo dice Tutti naturalmente. Nessuno di loro però si guarda in casa…

Napolitano ha difeso la cultura che non va mortificata. Vero. Ma nel momento dei tagli ciascuno dovrebbe andare a vedere se per caso non ci sia qualche spreco. Facciamo il caso dei Teatri lirici

Il caso della lirica

Su "Il Fazioso", all'indirizzo http://www.ilfazioso.com/gli-incredibili-sprechi-degli-enti-lirici-che-s... si dà conto della situazione degli Enti Lirici:

"Lo Stato distribuisce ogni anno 260 milioni di euro alle 14 Fondazioni esistenti in Italia, cui si aggiungono altri 110 milioni da Regioni, Province e Comuni. Ciò nonostante, i nostri teatri dell'opera perdono circa 2,7 milioni all'anno e hanno, tutti insieme, un debito accumulato che sfiora i 300 milioni. I 5600 lavoratori del settore (naturalmente a contratto indeterminato) costano oltre 340 milioni di euro, e assorbono il 70% della spesa complessiva. I nostri teatri sono però in assoluto i meno produttivi del mondo: la Scala fa circa cento rappresentazioni l'anno, gli altri la metà. Nel resto del mondo i teatri lirici sono più o meno come i cinema: ogni sera c'è qualcosa". In compenso pare che l'Italia sia la manna per i cachets, che qualcuno diceva in TV assai, assai, assai più elevati rispetto a quanto pagano gli altri principali Teatri d'Europa. In compenso veniva indicato il numero di rappresentazioni annuali. Noi in coda, ma di gran lunga. Quanto alle spese per il personale privilegi e norme allucinanti. Quando venne la Scala a Sondrio un po' di anni fa venne raccomandato al Circolo Musicale CID, co-organizzatore, l'orario perché se si fosse passata la mezzanotte di un solo minuto il costo per gli straordinari sarebbe stato altissimo.

Il cinema

Nel giorno dello sciopero in prima fila c'erano le rappresentanze dei circa 250.000 lavoratori del settore, quelli dalle 1000 €uro al mese. Occorrono dunque i soldi per il cinema. Sì, ma andiamo a vedere i cachets anche qui. E magari anche i criteri di assegnazione.

L'Università

Sempre a proposito di cultura grande mobilitazione in giro per l'Italia contro la Riforma Gelmini. Premesso che non risulta che l'atteggiamento della piazza sia stato sostanzialmente diverso da Ministro a Ministro. Chi si mette in mente di riformare, non importa di quale sponda politica, ha la stessa reazione: proteste, occupazioni, cartelli e via dicendo. E la Riforma alla fine non passa. I motivi dichiarati sempre nobili. Le ragioni vere spesso mascherate.

Tempo fa era stato diffuso un dossier su sprechi e spese folli di certe università. Chi vuole leggere un minimo di documentazione vada a questo indirizzo:

http://blog.panorama.it/italia/2008/10/24/sprechi-alluniversita-a-lezion...

A questo punto si capiscono le proteste. A parte qualcuna che può avere un fondamento, a parte le posizioni stimolate e talora suggerite da ambienti politici, parlamentari ed extra, c'è da chiedersi quali costi dovrebbe affrontare il Paese se la Gelmini traducesse in concreto quanto ha dichiarato, ovvero che se voti in Parlamento stravolgessero il provvedimento lo ritirerebbe. Dopo, bene ricordarlo, due anni di intenso lavoro. In questo modo continuerebbe il tran-tran per alcuni altri anni, e quindi i privilegi, la parentopoli e tutto il resto, quello che ha bisogno di cambiare.

Un miliardo di ore

La gente, almeno parte, non ha capito una cosa fondamentale e cioè che se non si stringe la cinghia domani sarà non dura ma durissima. Non c'è colore politico che tenga, il problema tocca tutti. Lo sguardo da puntare sui nostri figli e sui nostri nipoti. Abbiamo già scaraventato sulle loro spalle un debito in gran parte formatosi per gli sprechi e la demagogia in particolare degli anni novanta. Non possiamo andare oltre per mantenere, per fare un simbolico esempio nel settore universitario - ma il discorso è ovviamente generale -, il corso di laurea in scienza delle religioni con zero iscritti, quello in scienze pedagogiche, dove il volonteroso è uno solo. a storia dell'antichità ci sono tre iscritti mentre in società, culture e istituzioni d'Europa si arriva a sette quando per il direttore della Luiss di Roma "Classi con 20 studenti non potranno mai reggere economicamente: è una moltiplicazione di costi abnorme" .

Chi scende in piazza ha pensato cosa vuol dire che finora quest'anno siamo arrivati nel nostro Paese a un miliardo di ore di Cassa Integrazione?

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
Economia