Etichette e difesa di noi consumatori. Arrivano le nuove norme

Sempre, ma ancor di più in tempo di crisi, i consumatori dovrebbero abituarsi a leggere le etichette che troppe aziende prestano in maniera da non essere lette chiaramente a meno che chi compra non si sia portato dietro una adeguata lente. E NE VARREBBE LA PENA. In fondo all'articolo qualche esempio.

Arriva il nuovo Regolamento
Ora le cose cambiano, o almeno possono cambiare. Il prossimo 13 dicembre entrerà infatti in funzione la nuova regolamentazione europea che riguarderà tutti i Paesi dell'Unione.
Il regolamento si compone di 55 articoli e descrive in modo molto dettagliato quali devono essere le indicazioni da fornire ai consumatori. In breve, l'intento è rafforzare la salvaguardia della salute dei cittadini senza intaccare la libera circolazione delle merci - preoccupazione costante di Bruxelles. I Paesi Ue hanno avuto un anno e mezzo di tempo per adeguarsi alle nuove norme, che entreranno in vigore inderogabilmente il 13 dicembre 2014.

Etichette leggibili e comprensibili
Vengono introdotti i miglioramenti alle norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari affinché il consumatore riceva informazioni essenziali, LEGGIBILI E COMPRENSIBILI per effettuare acquisti consapevoli. Per ragioni di salute pubblica le nuove norme rafforzano la protezione contro gli allergeni.

Campo d’applicazione
Il regolamento si applica agli operatori del settore alimentare in tutte le fasi della catena alimentare. Si applica a tutti gli alimenti destinati al consumatore finale, compresi quelli forniti dalle collettività, e a quelli destinati alla fornitura delle collettività (fatti salvi i requisiti di etichettatura stabiliti da specifiche disposizioni dell’Unione europea (UE) per particolari alimenti).

Le indicazioni obbligatorie devono essere FACILMENTE COMPRENSIBILI E VISIBILI, CHIARAMENTE LEGGIBILI ed eventualmente indelebili. L’altezza «x» dei caratteri deve essere di almeno 1,2 mm (salvo per imballaggi o contenitori di piccole dimensioni).
=== Qui ci può essere l'inghippo per via del colore. La stampa in nero, ad esempio, su fondo rosso-amaranto o simili è una complicazione come lo è, altro esempio, l'uso di caratteri molto leggeri... ===

Gli obblighi
Le indicazioni obbligatorie riguardano:
•la denominazione;
•l’elenco degli ingredienti;
•le sostanze che provocano allergie o intolleranze (arachidi, latte, senape, pesce, cereali contenenti glutine, ecc.);
•la quantità di taluni ingredienti o categorie di ingredienti;
•la quantità netta dell’alimento;
•il termine minimo di conservazione o la data di scadenza;
•le condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d’impiego;
•il nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore o dell’importatore;
•il Paese d’origine o il luogo di provenienza per taluni tipi di carne, il latte o quando la sua omissione potrebbe indurre il consumatore in errore (altro punto discutibile: la limitazione di quest'obbligo ad alcuni prodotti soltanto)
•le istruzioni per l’uso, per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un uso adeguato dell’alimento;
•per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume, il titolo alcolometrico volumico effettivo;
•una dichiarazione nutrizionale.

Le indicazioni obbligatorie riguardanti la denominazione, la quantità netta e il titolo alcolometrico volumico effettivo appaiono nello stesso campo visivo.

Le informazioni obbligatorie appaiono in una lingua facilmente comprensibile da parte dei consumatori ed eventualmente in più lingue.

Omissione di alcune indicazioni obbligatorie

Sono previste disposizioni particolari per:
•le bottiglie di vetro destinate a essere riutilizzate;
•gli imballaggi di piccole dimensioni;
•l’etichettatura nutrizionale degli alimenti;
•le bevande con contenuto alcolico superiore all’1,2 % in volume.

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Risparmio e qualità
Se tutte le etichette sono ugualmente leggibili il confronto offre la possibilità di risparmiare o, a pari prezzo, di scegliere la qualità.  Ad esempio se voglio chinotto ho la scelta nei vari punti vendita fra le bottiglie con estratto di chinotto e quelle con solo aromi, a parte il prezzo.  Se qualcuno che fa fatica a leggere in quanto corto di vista,  e magari per via di caratteri e sfondo, dovesse essere messo in condizioni di farlo, sceglierebbe a ragion veduta. Per esempio preferendo magari un'acqua minerale che viene dalla provincia di Venezia, quota m. 16, rispetto a un'altra che viene da quasi 2000 metri di quota.
E poi la produzione. Star sul sui brodo scrive “Prodotto in Spagna”. L'idea non mi va molto. Che si vada in Spagna a farlo non è cosa condivisibile ma peggio ancora quel che trovo sulle buste di minestra liofilizzate dove si legge “distribuito da Knorr”. E prodotto dove? Ci può essere chi non lo comprerebbe se per caso dovesse essere prodotto in Gran Bretagna. Preoccupazioni eccessive? Sì, ma visto che lassù c'è stata la mucca pazza tanto vale comprare quello di cui si sa il luogo di produzione. Quasi sicuramente è prodotto nel Continente e non oltre Manica nella terra di Albione, ma la dizione è generica e per giunta oggi potrebbe essere prodotto a Vattelapesca, domani a Vattelacaccia, dopodomani a Knorr-opoli e così via.
Resta ovviamente l'invito ai consumatori di leggersele queste etichette, cambiando anche marca per quei prodotti che non fanno leggere, o lo rendono difficile, cosa c'è dentro, da dove vengono e quant'altro.
CCCVa
 

CCCVa
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