NUCLEARE, ACCORDO ITALIA-FRANCIA

L'Italia riapre al nucleare, affiancandosi alla Francia, Paese che più di tutti in Europa ha fondato sull'atomo la propria politica energetica. In occasione del vertice bilaterale Roma-Parigi il premier Berlusconi e il presidente Sarkozy hanno siglato un accordo quadro di cooperazione, mentre parallelamente Enel ed Edf hanno annunciato un'intesa per la costituzione di una joint venture. Previste quattro nuove centrali in Italia.

La francese Edf porterà in dote la tecnologia Epr (European Pressurized Reactor), che in Francia sta già mettendo radici a Flamanville, in Normandia. Un progetto, quest'ultimo, che coinvolge direttamente anche l'Enel. Grazie all'accordo siglato il 30 novembre 2007, infatti, la società guidata da Conti ha preso una quota del 12,5% di questo impianto da 1.600 Mw in via di realizzazione, che dovrebbe avviare la produzione nel 2012. Enel, inoltre, detiene un'opzione per entrare con una quota analoga anche in altri cinque impianti da realizzare in futuro in tandem con i partner francese. L'Enel formalizzera' anche l'ingresso (sempre con una quota del 12,5%) nell'Epr che verra' costruito a Penly, sempre in Normandia.

''L'accordo - spiega il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola - riguarda tutti gli aspetti, dalla collaborazione in sede europea ai temi della sicurezza, dalla cooperazione tecnologica alla formazione dei tecnici, dallo smantellamento degli impianti alla collaborazione industriale in Paesi terzi''. In Italia verranno progettate e costruite quattro centrali. La prima verrà accesa nel 2020 , le altre tre a seguire. Ognuna avrà una potenza di 1600 megawatt, per un totale di 6400 Mw, circa un quarto dei consumi di energia nel nostro Paese.

Ma a tenere banco nel vertice italo-francese anche il dossier trasporti, con il progetto di Alta Velocità Torino-Lione. Berlusconi ha anticipato in un'intervista al quotidiano francese "Le Figarò": ''Il Corridoio 5 si farà. E' nel nostro programma elettorale''. Un obiettivo prioritario, ribadisce il presidente del Consiglio, vista ''l'importanza strategica che noi attribuiamo alle infrastrutture''.

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