Castione, domani nuovo supermercato. Danesi!

La provocatoria proposta di un commerciante sondrasco con i nervi a fior di pelle per l'ennesimo colpo a danno del commercio cittadino

Adesso a Castione arrivano anche i danesi, quelli dell'JYSK – Letti, mobili, accessori. Nona struttura di vendita in Lombardia, prima nel nord (Lecco, Como, Varese) che si aggiunge ai 1100 punti vendita gestiti, guarda che caso, dalla sede centrale di Handewitt, una cittadina più o meno come Morbegno che si trova in cima alla Germania. I cinesi ci sono gìà, gli americani pure con il loro McDonald, i tedeschi con la LIDL, i francesi sono in prossimità, gli svizzeri dappertutto con i loro prodotti, Levissima in testa e vari altri. Mancano i russi ma passata la buriana arriveranno anche loro. A questo punto, suggerisce un lettore in una e-mail sgrammaticata ma nel complesso di grande buon senso seppur provocatoriamente dimostrato, Castione ha prosciugato una gran parte del fatturato commerciale di Sondrio per cui a mali estremi estremi rimedi. “Mettiamoci d'accordo noi commercianti sondraschi e andiamo a Castione anche noi mettendo a ogni piano determinati prodotti. Gli alimentari con i freschi al 5° piano. Niente ascensori diretti o scale mobili dirette. Si sale al primo, si compie un percorso che consente di vedere roba da giardino, cose di Fai da Te ecc.. Si riprende scala o ascensore che sale i un piano e poi un percorso e così via sino al 5° I clienti hanno tutto l'interesse di arrivare in cima perchè le offerte e le promozioni di ogni categoria merceologica sono tutte concentrate lassù con la tavola calda e fredda sul terrazzo coperto”.

E dei negozi a Sondrio cosa ne facciamo? Il coraggioso che vuole restarci ci resti, gli altri vanno destinati a sedi delle Associazioni, di studi, di ambulatori ma poi quelli più interessanti come percorso vengono trasformati in portici imponendo la luce accesa e invogliando così la gente a uscire di casa e popolare la città.
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Non sappiamo se abbiamo reso in maniera sufficientemente adeguata la nota inviataci nonostante la censura portata su alcune, diciamo, 'interiezioni', salvo il rigettare l'accusa di non avere voluto pubblicare una precedente lettera in argomento. Quel che ci arriva, magari con nostra aggiunta o replica, viene pubblicato e in genere non firmato come richiesto dagli estensori, mutuando il malvezzo dominante in rete dove ci si trincera dietro l'anonimato.
Quanto alla sostanza del problema non torniamo in argomento anche perchè si tratta di tematiche urbanistiche e di errori commessi in proposito. Tornare in argomento, riaprire discorsi inevitabilmente polemici non servirebbe a niente e per due ragioni. Una è ovviamente quella del “passata la festa gabbato lo santo”. L'altra è che se si entra in tema urbanistico nasce il problema dell'interlocutore. Vale la pena di confrontare le proprie idee se c'è un senso.
Ciò detto e chiedendo anche a noi di esprimere un'opinione diremo che la trasformazione di tanti negozi in portici, ad esempio come quelli di Via V. Veneto o di Via Piazzi, è indubbiamente suggestiva ma ci pare che qualche problema da superare ci sia, in primis l'adesione dei proprietari, una cosuccia da niente...  Al di là di battute e considerazioni varie certamente vedere che a un capannone in Castione al piano ne segue un altro e a una vetrina spenta in Sondrio ne segue un'altra che si spegne fa venire tanta malinconia...
Red
 

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