La crisi morde. Febbre alta in Alta Valle

Animi esasperati davanti ad una crisi che non sembra vedere sbocchi
Bormio e Livigno, alleate. “Pronti allo sciopero fiscale”
Dall’incontro tenutosi nei giorni scorsi a Valdidentro in seduta comune dei consigli di Bormio e di Livigno di Confartigianato è emerso un quadro di forte preoccupazione rispetto alla congiuntura economica e
produttiva del mandamento di Bormio.
I lavori presieduti dal presidente della Sezione di Bormio Fulvio Sosio e dal presidente della sottosezione di Livigno Matteo Bracchi sono stati caratterizzati da un ampio dibattito animato dai rappresentanti delle
diverse categorie (legno, meccanica ed edilizia in primis) orientato a suscitare una forte presa di posizione davanti al perpetrarsi di una crisi della quale si fatica a intravvedere una via d’uscita. Il solo comparto dell’artigianato in alta Valtellina - nonostante il saldo negativo sul piano della natimortalità delle imprese si sia fatta sentire - conta su circa 700 imprese con un numero di addetti pari a più di 2000. L’elenco delle doglianze è lungo e si potrebbe definire un “manifesto di protesta”: il timore verso la tenuta dei livelli occupazionali, lo stato di stasi del comparto delle costruzioni, le restrizioni del credito, il livello intollerabile raggiunto dall'imposizione fiscale (compresa quella locale), la pressione competitiva esasperata sul prezzo.
L'Alta Valle attraversa un periodo fra i più difficili degli ultimi 20 anni e il mercato locale non è più in grado di sostenere il tessuto imprenditoriale; sempre più spesso le aziende sono costrette ad uscire dai confini scontando così enormi deficit competitivi (costi legati alla distanza geografica) rispetto alla concorrenza.
Molti i rilievi critici emersi dalla discussione, diverse le rivendicazioni e le richieste emerse dal serrato
confronto. Richieste anche verso le amministrazioni locali alle quali i consiglieri chiedono di farsi interpreti di questa situazione e di dare un segnale di maggior vicinanza. Le preoccupazioni manifestate e il livello di esasperazione che si è percepito hanno raggiunto un livello di criticità e di intolleranza da suggerire a
qualcuno persino il ricorso allo sciopero fiscale come estremo rimedio: uno strumento sul quale far leva per ottenere più ascolto e magari qualche fatto in più. Non sono mancati spunti interessanti e costruttivi come l'appello ad amministrazioni e cittadini, ai consumi e ai lavori a km zero per sostenere l’economia e le imprese locali. Fulvio Sosio si è soffermato pure sulla situazione di stasi che si è venuta a creare in alta Valle rispetto al progetto di sistema legato al turismo, settore trainante per tutta l’economia.
Sosio ha esortato tutti a “superare le divisioni, i personalismi e i campanilismi e a ritrovare quella necessaria unità d’intenti quanto mai necessaria per affrontare al meglio scelte strategiche per il futuro”.
Le tematiche sul tappeto torneranno al centro dell'attenzione in occasione dell'assemblea di sezione (in
calendario per il 29 aprile) nel corso della quale è previsto un faccia a faccia con tutti i sindaci del
mandamento.

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