LA DRAMMATICA SITUAZIONE DI ALITALIA

Nota inviata a "La Provincia di Sondrio", e pubblicata:

Nell’articolo di fondo di dal titolo “Basta pagare, l’Alitalia deve fallire“, pubblicato oggi, martedì 17, c’é la notizia, in chiusura, che il manager, Cimoli, se ne andrà con una liquidazione monstre: 8 miliardi di €uro. In vecchie lire circa 15490 miliardi, un po’ tanto. In effetti – l’errore tipografico è sempre in agguato e per chi non ci crede vale lo slogan “Questo giornale non commette mai errori di stumpa”- sono 8 milioni che quindi corrispondono a 15 miliardi 490 milioni 160 mila lire, pari a quello che Alitalia perde in otto giorni.

Spietata ma esatta la diagnosi dell’autore, Simone Casiraghi. Posso confermare un passaggio. Venivo da Lamezia Terme con scalo a Roma. Qui si siede al mio fianco una hostess che, parlando, salta fuori che va a Milano, con tutto l’equipaggio, per prendere servizio. “Oggi facciamo Francoforte”. Aereo pieno ma quattro o cinque posti occupati da loro, e non una tantum. Ovviamente facevano un orario lavorativo che cominciava arrivando a Fiumicino, non a Linate. Impegnati sì per le ore dovute ma effettivamente lavorate molte di meno. Dell’enormità e ne rendevano conto loro stessi. Una delle tante ragioni della spaventosa crisi.

Vale però la pena di aggiungere al fondo di Casiraghi un’altra considerazione. Ryanair ha soltanto il BOEING 737. I piloti devono abilitarsi su una sola macchina. Il magazzino ricambi, centralizzato, è limitato essendoci un solo tipo di aereo, con differenze ridotte per le varie versioni.

Alitalia, pure tenendo conto della diversità di bacino, ha dieci, diconsi DIECI, tipi diversi di aereo:

- Rotte intercontinentali: BOEING 777-200, BOEING 767-300. Per le merci MD11 Cargo.

- Rotte nazionali ed internazionali AIRBUS 319, AIRBUS 320, AIRBUS 321, McDONNELL DOUGLAS 80, EMBRAER J-145, EMBRAER J -170, ATR-72..

Quali le ragioni “industriali” di una flotta così disarticolata e conseguentemente costossima?

Che poi il diavolo non sia così brutto come lo si dipinge è un’altra cosa. Sia nei voli interni che in quelli intercontinentali il trattamento che personalmente ho rilevato è stato inappuntabile, ma il rovescio della medaglia è proprio quel milione al giorno che se ne va. Obiettivamente per il nostro Paese non sarebbe buona cosa assistere al fallimento della compagnia, e la cosa potrebbe ritorcersi contro gli stessi sindacati. Tenendo poi conto della saggezza popolare secondo la quale tra i due litiganti (Fiumicino e Malpensa) il terzo gode. Dispiacerebbe pure che Malpensa, volendo essere Roma l’Hub unico – come hanno tutte le altre compagnie – e dovendo quadrare i conti ma contestualmente rispondere alla fortissima domanda d’affari che si registra al nord, dovesse aprire a qualche grossa Compagnia. Sarebbe il colpo mortale per Alitalia alla faccia dei molti, e autorevoli, protettori non solo dello scalo di Fiumicino ma anche del numerosissimo e costoso personale e dei suoi non certamente lungimiranti sindacalisti.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Economia