Editoriale di stagione: su e giù per la Tunisia. E si impara. E lo si spiega 1) Cominciamo con il Presidente Ben Ali e...

di Alberto Frizziero



Non una "crociera
dei ricordi"


Editoriale di stagione: si va in vacanza, si torna, si prolunga
la vacanza ricordando le cose che ci sono maggiormente restate
in mente ma che magari al lettore non dicono niente. Non ci
imbarchiamo però in questa crociera dei ricordi anche se il
termine crociera fa venire in mente la nave del deserto, quella
a una gobba, e cioè il dromedario che ci ha gentilmente
trasportato fra le dune di una sabbia tanto fine da far
schiattare d’invidia il borotalco.

La nostra vuol essere una crociera di riflessione nel mare dei
problemi e dei temi che anche d’estate accompagnano la nostra
vita quotidiana, stimolata da quel che è capitato di vedere e di
sentire su e giù per la Tunisia. Grazie per questo al
prof.
Khaled Ben Hamad
(e speriamo di aver
trascritto giusto) di Scusse, nostra guida puntuale e
competente, anche se per una serie di cose, soprattutto di
valutazioni, abbiamo una pluralità di fonti.

Storia in pillole

Dal 670 dominio Arabo, dal 1574 al 12.5.1881  dominio Turco, poi
passa sotto la Francia. Lo status coloniale cambia nel 1946. Da
allora Stato associato all'Unione francese. Dal 20.3.1956
l'indipendenza con la Monarchia sino al 25.7.1957 quando doventa
Repubblica Presidenziale.

Partiamo dunque dal regime monarchico.


Il Bey
Sidi
Mohaned el Amin, Bey dal 1943 al 25.7.1957 quando viene
rovesciato. Terrà duro. Non abdicherà né rinuncerà ai suoi
diritti.

Bourghiba come AtatuRK
Habib
Bourghiba, fondatore del movimento di indipendenza tunisino,
nato il 3 agosto 1903 a Monastir poco più di un centinaio di km
a sud di Tunisi, può essere considerato per il suo Paese quello
che fu Ataturk per la Turchia. Formazione culturale francese,
assai utile in futuro per l’impostazione moderna della pubblica
amministrazione tunisina, ma tale da “guardare troppo avanti”,
al futuro della sua Patria indipendente, libera e sovrana, col
risultato di finire dietro le sbarre delle carceri francesi dal
'34 al '36 e poi dal '38 al '43, dato che la Francia aveva, dal
1881, il Protettorato. Formalmente perché di fatto la Tunisia
era colonia.

Bourghiba innovatore
Ci
ricordano ancora oggi, fra le cose importanti fatte, subito la
soppressione della poligamia e del ripudio e, quasi mezzo secolo
fa, l’obbligo scolastico sino ai 18 anni, maschi e femmine con
il bilinguismo (arabo e francese) fin dal primo anno di scuola.
Dopo anche l’inglese, e alle Superiori una quarta lingua a
scelta.

Nominato dall’Assemblea Costituente resta in carica sino al
8.11.1959 quando ottiene la piena titolarità con il voto
popolare. Verrà rieletto nel 1964, nel 1969, nel 1974. Poi però
dal 17 dicembre di tale anno il mandato è a vita. Dovrebbe
esserlo, perché poi in realtà il 7 novembre del 1987 un “golpe
medico” porta alla sua deposizione. Probabilmente giustificato
se pensiamo che una persona accorta e prudente Andreotti,
interrogato in proposito, rispose che in occasione della visita
effettuata con il Presidente della Repubblica Pertini avevano
trovato il Presidente Bourghiba “in condizioni fatiscenti”. 
Pare anzi che l’Italia abbia giocato un ruolo determinante
assicurando la copertura dell’operazione sostituzione di
Bourghiba con l’allora Primo Ministro e attuale Presidente della
Repubblica Zine El Abidine Ben Ali, precedendo di 24 ore i
francesi che erano sulla stessa strada ma con altro candidato,
evidentemente considerato più vicino ai colori francesi.
Bourghiba, nonostante la malattia, vedrà il nuovo millennio
spegnendosi il 6 aprile del 2000 nella sua città natale,
Monastir, oggi terminale di molti voli charter specie
dall’Italia.


Zine El Abidine Ben Ali

Tocca
dunque al Primo Ministro e attuale Presidente della Repubblica
Zine  El Abidine Ben Ali assumere l’interim che dura sino al 2
aprile del 1989 quando, sostenuto da sei Partiti, viene eletto
con il 99,9 % dei voti. Sarà riletto il 20.3 del 1994 (99,91%,
candidato unico), il 24.10 del 1999 (99,4% in lizza con altri
due candidati) e – dopo il referendum popolare del 26.5.2002 che
con il 99,52% dei voti ha eliminato il limite di tre mandati
elevando inoltre l’età massima a 75 anni – lo scorso anno.
Questa volta “solo”, e si fa per dire, con il 94,5% dei
suffragi, presenti però altri tre candidati di opposizione:
Mohammed Bouchiha, del Partito di Unità Popolare, Mounir el Beji
del Partito Liberale Sociale e Mohammed Alì Halouani del
movimento Ettajdid.

Ben Ali, CHI E'?
Ben
Ali, chi é?

Zine El Abidine Ben Ali, laurea honoris causa il 5.12.1997 in
Economia e Commercio all’Università di Ancona, nacque nel 1936
da una modesta famiglia di Hammam Sousse, allora un piccolo
villaggio a pochi chilometri da Sousse. Dopo la maturità, Ben
Alì ha studiato a Saint-Cyr, accademia militare francese e poi
alla scuola di artiglieria Châlons-sur-Marne. Anche in USA, a
Fort Holabird e Fort Bliss. Nel 1964 divenne il capo della
sicurezza militare al ministero della difesa e, dieci anni dopo,
fu nominato attaché navale ed aeronautico dell’ambasciata
tunisina a Rabat. Nel 1977 divenne il capo generale della
sicurezza nazionale. Dopo una breve esperienza di ambasciatore
in Polonia venne nuovamente nominato a capo della sicurezza
nazionale nel 1984 solo per divenire ministro della sicurezza
nazionale l’anno successivo. Nel 1987 fu nominato primo
ministro. I passi successivi come illustrato in precedenza.

Ben Ali, UNA GARANZIA

Abbiamo avuto modo di leggere alcune valutazioni di casa nostra
sulla situazione politica della Tunisia, generalmente di
sinistra, critiche o fortemente critiche, qualcuno arrivando
anche a parlare di dittatura mascherata e simili. Si ripete
cioè, anche per la Tunisia, la visione egocentrica. Il metro di
riferimento è cioè quello che pensiamo noi, come viviamo noi,
come interpretiamo l’esercizio del potere noi.

La Tunisia è uno Stato che con poco più della metà del
territorio italiano ha circa, poco più, gli abitanti della
Lombardia. Mezzo secolo fa vigevano la poligamia e il ripudio e
solo da allora vige l’obbligo scolastico sino a 16 anni per
maschi e femmine cominciando dalla prima con il bilinguismo e
poi, più avanti, dovendo studiare l’inglese e, a scelta, dopo,
anche una quarta lingua.

Mezzo secolo fa c’era il potere assoluto, con il Bey.

Il Paese ha avuto una profonda trasformazione, che sta
continuando, anche con interventi infrastrutturali strategici.
Basta vedere un acquedotto in costruzione per centinaia di km, o
recenti notevoli elettrodotti che raggiungono a sud il limite
del deserto, o gli investimenti nel settore turistico supportati
da una efficiente amministrazione centrale, o la stessa
autostrada verso la Libia.

Il Paese inoltre si trova fra Algeria e Libia. E’ nota a tutti
la storia di ciascuno di questi due Paesi e le rispettive
posizioni nel contesto internazionale. La Tunisia si è giovata
di due elementi importanti, entrambi sull’altra sponda del
Mediterraneo. L’impostazione “francese” data da Bourghiba, di
formazione culturale francese interpretata da Padre della Patria
applicandola alla sua realtà, e la vicinanza politica, anche se
discreta, dell’Italia che certamente ha positivamente cooperato
nella fase della sostituzione di Bourghiba con Ben Ali.

Si può parlare di culto della personalità. E’ vero. Nei giorni
della Festa nazionale usciva una pagina intera de “La Presse”
nella quale il Presidente della Società Abou Nawas de Gestion
Turitique, Ahmed Mohamed Amine con tutto il suo staff formulava
fervidi voti augurali al Presidente, una cui grande foto
campeggiava sulla pagina stessa. Uscivano anche i commenti sul
discorso tenuto dal Presidente in occasione della Festa. Un
discorso, va detto per la sintesi letta sulla stampa,
indubbiamente di alto profilo, con larga parte dedicata ai
contenuti quasi assente la demagogia che pure in queste
occasioni è un rischio.

Fra i commenti, altamente positivi, vogliamo ricordare come 
significativi quelli delle opposizioni, paragonabili più o meno
a quelli di Emilio Fede quando si riferisce a Berlusconi…I vari
Partiti, MDS, PUP, UDU, PSL "hanno unanimemente salutato i
valori e i principi repubblicani e le linee tracciate dal
Presidente Ben Ali nella prospettiva di far avanzare il processo
democratico pluralista in Tunisia e di promuovere la costruzione
di progresso e di modernità onde la Tunisia possa restare
sovrana e invulnerabile". Ed ancora i Partiti di opposizione
"hanno rilevato la chiarezza di linguaggio e delle posizioni
espresse dal Capo dello Stato in merito al primato della legge,
l'attaccamento alla Costituzione e l'impegno a ottenere parità
nel lavoro e nella democrazia".

Vanno però viste le due facce della medaglia. Una parte resta
certo culto della personalità, ma una parte è invece carisma.

Il Presidente è praticamente l’unico riferimento reale per la
popolazione, avendo perso molto della sua presa la religione
militante (in Tunisia sono sanniti, e “sanniti tunisini”, senza
fondamentalisti di alcun tipo).

Il Presidente, in buona sostanza, come garanzia dell'unità
nazionale e riferimento delle e per le Istituzioni.

Una soluzione, lo si voglia o no, che va bene per i Tunisini,
che mostrano di gradirla (basta vedere chiunque, con quale
atteggiamento di rispetto, che non é servilismo, nomina il suo
Presidente.

Il Presidente come la bandiera.

Una soluzione che va bene anche nel contesto internazionale.

Nel secondo articolo, non sul numero prossimo ma su quello del
30 agosto approfondiremo alcuni aspetti di questa Tunisia,
formato XXI° secolo.

Alberto Frizziero


GdS 10 VIII 2005 -
www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
Editoriali