SPUNTI D'ESTATE. EDITORIALE

di GdS

                   
Caldo atmosferico - Caldo nel mondo - Caldo in Italia

                              
Caldo in provincia (ASM e Rifiuti) - Varie


CALDO
ATMOSFERICO


Un antico proverbio di Ponte: "Cosa fanno i pontaschi quando
piove? ...Lasciano piovere". Sembra banale ma non lo é affatto
riflettendo una filosofia di vita. Questo frutto della saggezza
popolare calza a menadito in una situazione metereologica che
tutti gli esperti d'Europa sostengono non avere precedenti,
almeno nel periodo del quale si dispongono i dati.

Milano ha i dati più remoti, per cui il record di temperatura in
quest'ultimo paio di secoli e oltre é assolutamente probante.

Si faccia una valutazione di quante volte ognuno di noi parla
con gli interlocutori di questo caldo in una giornata,
inconsapevolmente aumentando il disagio fisico aggiungendovi
quello psicologico.

Si tratta di esorcizzare la situazione imponendosi di seguire la
filosofia dei pontaschi. A prima vista sembra una banalità se
non una sciocchezza ma si faccia come San Tommaso e si provi. Il
termometro non diminuirà ma calerà lo stato "ansioso" e il dato
psicologico diminuirà il malessere, salvo agli scettici.

Quanto alle cause, visto che il buco dell'ozono sta migliorando,
non é là che si deve guardare. Nessuno però fa il calcolo della
quantità di calore che, soprattutto nelle parti del mondo con
maggiore benessere, si manda nell'atmosfera. E non solo
ciminiere o cose simili. Facendo una decina di km o poco più una
macchina di media cilindrata contribuisce con una quantità di
calore pari a quella che serve per far bollire più di mezzo
ettolitro d'acqua...


CALDO NEL
MONDO


Fa caldo in varie parti del mondo. Non parliamo di calore ma di
situazioni.

Innanzitutto l'Irak, dove si sta dimostrando che chi é "bravo" a
fare la guerra spesso e volentieri pasticcia a non finire nella
gestione del dopoguerra. L'ultima castroneria é stato l'aver
detto che l'uccisione dei figli di Saddam era necessaria per
stroncare la guerriglia. Li si sono uccisi, quando li si poteva
catturare, e la guerriglia é continuata con lo stillicidio di
morti e feriti fra i soldati americani. E la gente scende in
piazza. Non i fedelissimi di Saddam ma la gente comune perché ha
fame, ha sete, non ha lavoro, non ha di che mangiare. Con questi
ingredienti i nemici stanno diventando gli occupanti, perché
prima la gente comune mangiava, beveva, lavorava e magari
ringraziava anche Saddam, nonostante il suo regime ferreo e,
verso gli oppositori, spietato.

Doveva essere una passeggiata.

Doveva esserci subito il crollo del regime.

Doveva esserci un'accoglienza festosa della popolazione, quella
riservata ai liberatori.

Doveva esserci subito un passaggio alla democrazia.

Dall'inferno si doveva passare all'Eden.

Anche noi, con altri, avevamo scritto – basta leggere gli
articoli tuttora in rete – in termini diversi. Noi non avevamo i
superconsiglieri, la CIA e quant’altro. Noi avevamo solo la
logica e, nei cromosomi, quel po’ di saggezza che la storia e la
cultura del Vecchio Continente ha instillato in ciascuno di noi
(anche se non tutti ne hanno tenuto e ne tengono conto).

Ma Bush ora, visto come stanno le cose. Ben diversamente da come
prima gli erano state prospettate, cosa può pensare dei suo i
consiglieri? E cosa può pensare leggendo che persino il
Washington Post, autorevole quotidiano noto per serietà e
obiettività, è uscito con un ampio servizio definendo in
sostanza una clamorosa bufala la storia delle armi di masse di
Saddam, nucleare compreso, e ricordando le solenni dichiarazioni
del Presidente e del suo staff per giustificare la guerra
imminente, in realtà decisa, dichiarazioni oggi chiaramente
infondante?

Pensare può, fare no. Non può far niente perché sennò l'anno
prossimo alle elezioni finisce male. Qualche ragione non
l'avevano gli europei?

E tutte le ragioni non le aveva forse il Papa che se non altro,
con la sua posizione, é riuscito a evitare la guerra di
religione?.

Lui non altri.



CALDO IN ITALIA


In Italia con questo caldo, se si fanno lavorare le meningi,
vengono i brividi. Nel clima ferragostano la gente ha,
giustamente, altro da pensare, ma quello che é emerso in questi
giorni é davvero preoccupante. Ci riferiamo ai dati economici.
Siamo ad una caduta della ricchezza prodotta nel nostro Paese
che é traducibile in un solo termine: stagnazione. E non
succedeva da un gran numero di anni. In situazioni di questo
genere, chiunque sia il titolare di Palazzo Chigi, al Governo in
carica compete comunque almeno la “responsabilità oggettiva”.
Bisogna però stare attenti perché c’è dell’altro, che poi ha
ragione strutturale. Si nota in diversi settori una perdita di
competitività internazionale. Pesa il costo del lavoro nel
nostro Paese, ma pesa ancor di più il “non costo del lavoro”
altrove. Vediamo tantissime aziende, anche medio-piccole che
aprono stabilimenti all’estero. Vediamo prodotti cinesi,
migliorati di qualità e quindi ora insidiosi, che si diffondono
in tutto il mondo a cost i strabilianti, facendo spietata
concorrenza non solo all’Italia, ma in particolare all’Italia
date le tipologie merceologiche. Siamo di fronte a un problema
serio.

In questo quadro assistiamo politicamente distaccati, distaccati
pensando alla stagnazione che é di gran lunga più importante,
alle risse sulla Giustizia.

Nelle cose umane non c'é mai tutto nero o tutto bianco e quindi
su questo o su quel problema sicuramente un esame obiettivo
potrebbe portare a una conclusione sola, e cioè che tutti, chi
più chi meno, dovrebbero fare un passo indietro. E così nei
rapporti tra maggioranza e minoranza - o addirittura alle liti,
o eufemisticamente chiamandole "discussioni" interne sia a
maggioranza che all'opposizione.

Ciascuno ha la verità rivelata, e gli altri sono dei minus quam.

Siamo a Roma e non ci si dovrebbe dimenticare quella saggia
espressione proprio lì coniata: "In medio stat virtus".


CALDO IN
PROVINCIA (ASM E RIFIUTI)


In provincia per la verità il caldo politico-istituzionale non
raggiunge le vette di quello metereologico, ma non mancano gli
spunti che i giornali, alla caccia quotidiana di cose "da
prurito", preferite a quelle di contenuto, anche perché più
facili, costantemente ci ammaniscono.

Le ultime questioni sono la Presidenza dell'ASM di Sondrio e la
localizzazione del termocombustore per i rifiuti.
ASM. Sul primo punto non entreremo per le implicanze di
carattere politico dalle quali il nostro giornale si tiene
abitualmente ben distante. Un solo accenno a un tema che
analizzeremo a situazione politica chiarita perché di attualità,
provinciale e non solo. Si tratta del rapporto tra Istituzioni e
società di diritto privato, ormai tantissime, a loro partec i
pazione, maggioritaria o meno, Vale sia per gli indirizzi al
management che per la scelta del management stesso, soprattutto
in presenza di due aspetti: da un lato l'azionariato privato che
deve essere incentivato ma anche garantito, dall'altro una equa
soluzione fra la durata dei mandati, secondo regole del diritto
societario e piani industriali che non possono essere di breve
periodo ed anche regole, diciamo "politiche" che investono il
rapporto fiduciario. Un contemperamento appare indispensabile
alla luce anche di fatti vistosi che rischiano di nuocere alle
società, come ad esempio il dissidio fra Albertini e la Colli a
Milano sta dimostrando.
RIFIUTI. Non entreremo neppure nelle problematiche relative alla
scelta della località ove costruire il termocombustore dei
rifiuti. SECAM ha portato alla provincia le sue scelte: Andalo,
Ardenno, Delebio, Rogolo.

Che questa zona sia baricentrica, come é stato detto per giustif
i care queste scelte, é punto che non sta né in cielo né il
terra, vista la conformazione della Valtellina. Almeno
geograficamente.

Diciamo le cose come stanno veramente: é la più baricentrica
possibile rispetto all'arrivo dei rifiuti, questo sì. Se si
trattasse solo della provincia allora la zona baricentrica
sarebbe quella strettamente intorno a Sondrio. Scegliere la
Bassa Valle diventa una opportunità per la riduzione dei costi
di trasporto dei rifiuti che arriveranno da fuori provincia,
risultando esiguo il quantitativo prodotto in Valtellina e
Valchiavenna ai fini di un contenimento dei costi di
smaltimento, tenuto poi conto che i Comuni hanno capito che
aumentando la raccolta differenziata ne hanno vantaggi economici
e per la riduzione dei rifiuti da smaltire e per gli incentivi
che ricevono.

La scelta della SECAM appare appropriata.

La Provincia non ha abbracciato l’idea di percorrere l’unica a
nostro avviso via realmente praticabile, fuori provincia a costi
persino inferiori a quelli di Saleggio, e di chiamare anche
pesantemente in causa la Regione. Gli uffici del Pirellone
infatti, fra l’altro sbagliando le previsioni di sviluppo del
quantitativo di rifiuti da smaltire, prima hanno destinato i
rifiuti di Sondrio a Lecco, e poi hanno approvato un Piano di
Lecco che potrebbe recepire solo poche migliaia di tonnellate di
rifiuti valtellinesi.

A questo punto la SECAM si è messa sulla strada del
termocombustore, scelta condivisa a Palazzo Muzio. Non se ne sa
molto, ma visto che il primo passo era ed è comunque quello di
stabilire il luogo ove realizzare l’impianto, la società non può
che muoversi su due linee, quella della compatibilità
territoriale e quella dell’ottimizzazione economica. Sotto
questo secondo aspetto, nella ipotesi che si debba prevedere un
consistente afflusso esterno per aumentare il rendimento
dell’impianto e ridurre i costi unitari dello smaltimento –
anche perché altrimenti i “clienti= 4 esterni non si trovano
vista l’offerta complessiva esistente in Lombardia con
prospettive di ulteriore aumento – più in basso si è e meglio é.
L’ideale “baricentro dei consumi” forse potrebbe essere anche
più in giù ma si uscirebbe dal territorio provinciale.

Precisiamo che si tratta solo di ipotesi, ma fondate sulla
dichiarazione fatta sulla scelta del luogo in quanto definito “baricentrico”,
dichiarazione che, secondo logica, ha solo la spiegazione che
abbiamo dato. Ne avesse altre e ove venissero annunciate
provvederemo all’aggiornamento.

Ci sarebbe da legare il problema al Piano
Territoriale-Paesistico, unico vero e reale strumento di
autonomia, ma qui le dolenti note sono diventate permanenti.
Potevamo avere un piano-processo all'avanguardia, avremo chissà
quando, ormai i ritardi sono abissali - un piano tradizionale di
scarsa utilità strategica. Si sconta, ahimè, la scarsa cultura
nella materia, ivi compresa la sottovalutazione dell'importanza
di ampi apporti collegiali per gli input da dare ai tecnici
incaricati, e quindi la mancata percezione delle potenzialità e
del dinamismo che avrebbe potuto avere un piano-processo. E
questo nonostante che a suo tempo la Valtellina avesse prodotto
un Piano, quello della Comunità Montana unica, tenuto purtroppo
ben stretto dal funzionario del Pirellone, che rappresentava
allora quanto di meglio prodotto in Italia, con innovazioni tali
da renderlo, se Milano lo avesse restituito approvato,
pienamente operativo.


VARIE

Spunti potrebbero dare le acque che vedono la solita tematica
dei piccoli saldi accendere gli animi, attivare le polemiche ma
senza costrutto quando invece occorrerebbe un'analisi razionale,
intervenendo ove sia razionalmente possibile, bloccando là ove
razionalmente van lasciate le cose come sono. Le acque ma
tenendo conto di cosa sta succedendo ai nostri ghiacciai che
avrebbero bisogno che al loro servizio corresse la tecnologia
moderna. Anche se ai puristi non piacciono gli interventi
artificiali, protagonista in primis la chimica, noi teniamo
all'avvenire dei nostri figli e sosteniamo che sia il momento di
sperimentare tecniche nuove per mitigare gli effetti del
riscaldamento che vanificano gli accumuli invernali.

Ci sarebbe da parlare della crisi strisciante del turismo,
al di là del pieno di questo breve periodo come per le feste
natalizie, che
preoccupa gli operatori più avvertiti perché il fenomeno rischia
di essere non congiunturale ma strutturale. E di Tartano,
colpito in 3 aprile dall'incendio delle baite di Arale, senza la
minima rispondenza agli appelli a quella solidarietà che in
altri tempi era caratteristica peculiare della Valtellina.

Per finire un accenno - nel Trigesimo il ricordo - per ricordare
quel collega simpaticamente atipico che era Ferruccio Scala.
Ferry
se ne é andato, pochi giorni dopo il Campisi, Carmelo
per tutti, veramente troppo presto.
GdS

GdS 8 VIII 03 -
www.gazzettadisondrio.it

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