LA PILLOLA IN DISCUSSIONE (1)

Il via - Consiglio senza Etica - Interventi fuori posto - Posizione esemplare - Business - Non si può divenire complici - La sua conclusione - La nostra conclusione - Deriva - APPENDICE: LA PILLOLA

Il via

L'Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) ha dato il via alla commercializzazione della pillola abortiva Ru486.

Innanzitutto chiariamo che questa 'Agenzia' è un organismo di diritto pubblico che opera sulla base degli indirizzi e della vigilanza del Ministero della Salute, in autonomia, trasparenza ed economicità, in raccordo con le Regioni, l'Istituto Superiore di sanità, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, le Associazioni dei pazienti, i Medici e le Società Scientifiche, il mondo produttivo e distributivo.

Consiglio senza Etica

Il suo Consiglio di amministrazione dell'Aifa ha approvato l'immissione in commercio del farmaco favorevoli - e chi ne poteva dubitare vista le loro singole posizioni, professionalmente indiscutibili ma con un 'convitato di pietra' a quel tavolo, ovvero l'assenza dell'ETICA? - il Presidente Sergio Pecorelli (Professore Ordinario di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell'Università degli Studi di Brescia e Direttore del Dipartimento di Ginecologia ed Ostetricia dell'Azienda Spedali Civili di Brescia) e i consiglieri architetto Giovanni Bissoni (assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna, già PdS), Claudio De Vincenti (professore di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Roma "La Sapienza") e Gloria Saccani Jotti (Professore Ordinario SSD: MED/05 - patologia clinica Università di Parma). Contrario soltanto l'assessore della Regione Lombardia Romano Colozzi,.

L'assessore Bissoni ha tentato una difesa sottolineando il «massimo rispetto della legge 194" e l'utilizzo solo in ambito ospedaliero procedendo entro il quarantanovesimo giorno per evitare le complicanze per l'uso del farmaco sono sovrapponibili a quelle dell'aborto chirurgico.

Interventi fuori posto

Ci sono state le preoccupazioni espresse dalla sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella e poi l'intervento di monsignor Elio Sgreccia, Presidente emerito della Pontificia Academia pro Vita, che ha parlato di automatica scomunica per le donne che vi fanno ricorso. Due interventi, soprattutto il secondo, decisamente fuori posto. La signora Sottosegretario doveva e deve sapere che su un tema di tale delicatezza semmai è il Governo nella sua autorevolezza che dice la sua, non suoi singoli componenti. A Mons. Sgreccia analogo invito. La sua uscita sa di grida di manzoniana memoria mentre occorre grande sensibilità. Quella di cui ha dato invece, ancora una volta, grande dimostrazione un acuto pensatore come Mons. Rino Fisichella (x).

Posizione esemplare

Sull'Osservatore Romano ha puntualizzato la situazione con un articolo dal titolo "Quando si banalizza la vita" che si potrebbe definire un saggio.

"C'è una triste tendenza che si sta imponendo poco alla volta in alcuni frammenti della cultura contemporanea: la banalizzazione".- scrive. - "Dalla vita alla morte tutto sembra sottoposto a un mero processo semplificativo che tende a rinchiudere ogni cosa in un affare privato senza alcun riferimento agli altri. In questo modo, però, la coscienza si assopisce e diventa progressivamente incapace di giudizio serio e veritiero".

Business

E poi la denuncia pesante: "L'applicazione della pillola Ru486 a tecnica abortiva è stata una via di ripiego per recuperare i capitali investiti dopo la verifica del fallimento per la sperimentazione che era stata prefissata. Già questo «banale» particolare la dice lunga sullo scopo di alcune ricerche che vengono fatte nei laboratori". Dobbiamo dire che in effetti più d'uno ha sollevato dubbi sul grande can-can che si sta facendo per l'influenza suina A/H1N1. Con la 'pandemia' di cui si parla che avrebbe coinvolto ormai quasi tutto il mondo nei 194 Paesi membri dell'OMS, ovvero Organizzazione Mondiale della Sanità, i morti sono una frazione grandemente piccola di quelli che provoca la più banale delle influenze. La domanda viene spontanea e non c'è neppure bisogno di formularla visto che pare che il vaccino- da un costo che qualcuno ha sostenuto dovrebbe essere di 20 dollari; per altri "solo" dieci - faccia capo a poche grandi industrie farmaceutiche…E poi i farmaci. 'Altroconsumo' ha denunciato un boom di vendita di Tamiflu, l'antivirale contro la pandemia più diffuso, nelle farmacie del nostro Paese.

Esperti hanno valutato il livello del nuovo business: 10 miliardi di dollari.

Non si può divenire complici

Torniamo al saggop di Mons. Fisichella. Ricordato che la scienza e la ricerca tecnologica devono avere come loro primo scopo quello di promuovere la vita e la sua qualità mentre i proclami sulla neutralità della scienza rimbombano in alcuni momenti particolari con il solo scopo di accreditare un prodotto, Mons. Fisichella sostiene che non si può divenire complici di queste situazioni, denunciate con coraggio da Benedetto XVI nella sua ultima enciclica Caritas in veritate, quando in gioco vi è la vita umana. Fermarsi alla sola analisi del rapporto costi e benefici per introdurre nel mercato la Ru486 è una posizione molto pilatesca sulla quale si dovrà riflettere per non cadere in altrettante forme di ipocrisia.

Dopo i dubbi sui pericoli per le donne Mons. Fisichella si domanda "Come non considerare gli aspetti etici che questa pillola comporta? Come trascurare l'impatto che avrà sulle giovani generazioni di ragazze che ricorreranno sempre più facilmente a questo uso? La Ru486 è una tecnica abortiva perché tende a sopprimere l'embrione da poco annidato nell'utero della madre".

E poi "L'embrione non è un ammasso di cellule né un po' di muffa come qualcuno ha avuto l'ardire di definirlo; è vita umana vera e piena… L'aborto è un male in sé perché sopprime una vita umana.

La Chiesa non può mai assistere in maniera passiva a quanto avviene nella società. È chiamata a rendere sempre presente quell'annuncio di vita che le permette di essere nel corso dei secoli segno tangibile del rispetto per la dignità della persona". Sottolineate le difficoltà per far comprendere che la via da seguire per mantenere il primato dell'etica non è quella di fornire con molta tranquillità una pillola, ma piuttosto quella di formare le coscienze per un autentico SI ALLA VITA.

La sua conclusione

"Per questo motivo dinnanzi alla superficialità che spesso incombe permane immutato l'impegno per la formazione, così da cogliere giorno dopo giorno l'impegno per vivere la sessualità, l'affettività e l'amore con gioia e non con preoccupazione, ansia e angoscia"

La nostra conclusione

A TGCOM il 31.7 abbiamo scritto, ovviamente firmando contrariamente alla quasi totalità di chi interviene nei blog: "La Chiesa ha il diritto dovere di dire la sua, soprattutto sotto il profilo etico, libero ciascuno di consentire o dissentire, non di insultare. Certo non aiutano dichiarazioni come quelle di mons. Sgreccia, controproducenti, al contrario dell'esemplare saggio di Mons. Fisichella sull'Osservatore Romano, posizione che dovrebbe essere - e non sarà perché abbondano i Don Abbondio - l'argomento di ogni omelia domani

La scomunica evocata da Mons. Greccia, peraltro indebitamente, è una minaccia - sia consentito - abnorme oggi. Chi la può temere e quindi tenere nella dovuta considerazione è chi, rispettoso dei valori e delle norme conseguenti, non ha bisogno di solleciti o minacce. Quelli che si pongono invece nella condizione della scomunica è gente a cui 'non frega niente' della cosa. L'esempio viene da un certo Saul che sul blog di Tgcom ha proposto di "recarci tutti in massa

nella chiesa più vicina e di chiedere di essere scomunicati. Io un po' mi

vergogno ad essere legato a questa credenza popolare. Non battezzate e non fate

fare la comunione ai vostri figli. Fatelo decidere a loro in età adulta".

In democrazia ogni opinione è legittima. Quindi anche quella di cui all'offerta fatta sullo stesso blog a tale 'Saul':

Saul si vergogna "ad essere legato a questa credenza popolare. Non battezzate e non fate fare la comunione ai vostri figli" e invita ad andare in massa a chiedere la scomunica. Qualcuno ricorderà il film Don Camillo con la vendita dell'anima. Risolvo il problema di Saul proponendogli l'acquisto della sua anima, tanto a lui non serve (prezzo contenuto per favore). Attendiamo la risposta precisando che l'offerta è per una sola anima. Gli altri cedenti si rivolgano altrove.

Aggiungiamo comunque che la deriva è costante.

L'edonismo trionfa, già per la sua naturale attrattiva e poi con le suggestioni indotte da un business che, ovunque si guardi, appare trionfante.

Valori in discesa, civiltà in declino.

Fortuna che c'è Giambattista Vico.

.

*Arcivescovo Presidente della Pontificia Accademia per la Vita (e, per noi, prossimo Cardinale)

a.f.

APPENDICE: LA PILLOLA

Il farmaco blocca l'azione progestinica sui recettori inibendo lo sviluppo embrionale e causando il distacco e l'eliminazione della mucosa uterina, con un processo simile a ciò che accade durante le mestruazioni. Accertato con una ecografia che la gravidanza sia all'interno dell'utero e di epoca inferiore a 49 giorni (sette settimane di gestazione), il medico somministra da una a tre compresse da 200 mg di mifepristone. Due giorni dopo, se non si è verificata l'espulsione della mucosa e dell'embrione, viene somministrata una prostaglandina (di solito il misoprostol) che provoca delle contrazioni uterine la induce nel giro di pochissime ore. Dopo circa dieci giorni, la paziente torna in ospedale per la verifica ecografica dell'avvenuta interruzione. In tutto, la procedura può durare 14 giorni.

a.f.
Editoriali