Linea Renzi, pericolo per la Valtellina

Due fattori istituzionali e uno economico

Tre punti

Pericolo per la Valtellina? E perchè la 'linea Renzi' dovrebbe essere un pericolo per la Valtellina, (Valchiavenna ovviamente compresa)?
Analizziamo serenamente la situazione, indipendentemente da ogni considerazione politico-partitica ma basandoci unicamente su riscontri oggettivi, primo fra tutti il comma della cosiddetta Legge Del Rio che ci riguarda.

La legge oggi vigente riconosce che Sondrio e Belluno hanno caratteristiche tali da richiedere trattazione particolare. Ricordiamone i tratti essenziali:

Alle province con territorio interamente montano  e  confinanti  con  Paesi  stranieri  sono  riconosciute  le specificità di cui ai commi da 51 a 57 e da 85 a 97.
E poi:
51. In attesa della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione e delle relative norme di attuazione, le province sono disciplinate dalla   legge.
52. Restano comunque ferme le funzioni delle regioni nelle materie di cui all'articolo 117, commi terzo e quarto, della Costituzione, e le funzioni esercitate ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione. Le regioni riconoscono alle province di cui al comma 3, secondo periodo, forme particolari di autonomia nelle materie di cui al predetto articolo 117, commi
terzo e quarto, della Costituzione. ( Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato)

PUNTO CRITICO PRIMO: IL “PRO TEMPORE”
Il primo punto critico è il “pro tempore”. Sono infatti riconosciute le particolarità “alle province con territorio ecc. ecc. Sta bene ma solo - comma 52 - “1. In attesa della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione e delle relative norme di attuazione”. In attesa cioè che si compia l'iter previsto per le leggi costituzionali della legge che le Province le sopprime. Rebus sic stantibus o assimilano in qualche modo Belluno e Sondrio alla confinante Trento,  realisticamente difficoltosissimo e quindi improbabilissimo, o il riconoscimento resta, di fatto, una petizione di principio e per certi versi quasi una, sia pur involontaria, presa in giro. Ma per quale motivo? Se lo chiederà qualcuno a questo punto. Il motivo è spiegato al successivo secondo punto

PUNTO CRITICO SECONDO: VORACITA' CENTRALISTA
La Regione ha già dato la sua amplissima disponibilità alla delega, addirittura quasi come un modello autonomistico di riferimento istituzionale. E le materie sono quelle indicate dalla Costituzione vigente che riportiamo:
“Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; PRODUZIONE, TRASPORTO E DISTRIBUZIONE NAZIONALE DELL’ENERGIA; previdenza complementare e integrativa; 23 coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
Potremmo essere soddisfatti se non ci fosse, drastica, la scure di Renzi. Ieri ha dichiarato come si sia visto che nel Patto del Nazareno non c'erano accordi misteriosi ma solo la riforma del Senato, la legge elettorale e togliere poteri alle Regioni. Il disegno è chiaro, eliminare la legislazione concorrente, accentrando i poteri a Roma. Renzi non ne ha fatto misteri e le Regioni risultano sostanzialmente quasi paralizzate come si è già visto per le Province. Nonostante larga parte del potere periferico sia oggi in mano alla sinistra, nonostante le Regioni facciano la voce grossa il cammino è segnato. Al più potrà esserci il contentino di qualche competenza residuale. E allora le nostre deleghe? E allora la caratteristiche particolari di Belluno e Sondrio?
E, la cosa più importante di tutte, lo scippo delle competenze in fatto di “PRODUZIONE, TRASPORTO E DISTRIBUZIONE NAZIONALE DELL’ENERGIA”, ci priverà di quello che era ed è il principale fattore di nostro interesse.

PUNTO CRITICO  TERZO: LE BANCHE
Per completare l'opera a fianco della descritta aria cupa sul piano istituzionale c'è la scelta del Governo di intervenire sulle banche popolari per la loro trasformazione in società per azioni. Non sarà una passeggiata ma Renzi è deciso. Basti pensare alla scelta dello strumento, il Decreto Legge, fra l'altro anticostituzionale.  Basti pensare alla scelta della data, a Napolitano dimissionario e successore ancora da nominare con emanazione quindi affidata al Presidente del Senato in veste di ff al Quirinale. Basti pensare ai rumors sul Monte dei Paschi di Siena.
La preoccupazione, di sistema e di occupazione, per le conseguenze in Valle è già stata espressa dai rappresentanti delle Istituzioni, del mondo economico e, alquanto flebile, dei sindacati. Il rischio è simile al deja vu per le Province. C'era da fare qualcosa anche per l'Europa. Non toccare il centro, non andare a vedere le Regioni con lo spreco per quelle mini che non hanno più senso o per quelle a Statuto Speciale, quantomeno da riconsiderare. No. Si è preso l'anello debole della catena, ossia le Province. E così per il risico bancario prendendo l'anello debole, le Popolari, a inevitabile vantaggio della grande finanza, fors'anche internazionale.

Tre
“...e giusto al fin della licenza io tocco” (Rostand).
Tre punti fondamentali per la Valtellina. Ci auguriamo di avere torto.
Alberto Frizziero

Editoriali