Soldi e pensioni dei parlamentari (e il caso valtellinese)

Pensioni, privilegi ma anche discriminazioni- E poi le tre "P" per pubblici incarichi

Infuria la polemica sui privilegi dei parlamentari. Usando dell'espressione per la prima volta usata dal Giusti nella sua 'Raccolta di proverbi toscani' e conservata da almeno 175 anni dalla Crusca, “il troppo stroppia”.  E alla riflessione dei parlamentari invita anche un'espressione del Metastasio, quasi tre secoli fa: "e quando eccede / cangiata in vizio la virtù si vede".

Citazioni introduttive di un tema attualmente al calor rosso per la questione della pensione ai parlamentari sì a 65 anni e in base ai contributi versati ma per la quale oggi sono sufficienti 5 anni, il tempo insomma di una legislatura. Il “troppo”, indennità e pensione a parte, riguarda la serie di altri privilegi che le polemiche hanno messo sotto i riflettori.
Detto questo e attendendo il completamento della sforbiciata, peraltro già iniziata, di tali privilegi, consideriamo un altro aspetto pressochè totalmente ignorato, quello delle discriminazioni tra parlamentari. Già la provenienza geografica.

Il caso valtellinese
I nostri parlamentari erano in pista già dal lunedì pomeriggio per risalire il venerdì notte, dimorando a Roma. Quelli milanesi, o parte di loro o altri geograficamente privilegiati per fare un esempio, solitamente prendevano l'aereo il mercoledì mattina in certi casi prendendo quello dello stesso giorno in qualche caso, all'indomani in altri, per rientrare, avendo giorni liberi per fare altro. Un esempio significativo di discriminazione di carattere generale dimenticato nelle discussioni e nelle polemiche

Tornando alla situazione generale c'è un aspetto  importante legato al tema ora in discussione sulla base della proposta M5S e che andrebbe considerato. C'è una vera e propria discriminazione di fine mandato esistendo tre diverse situazioni secondo:
1.   Parlamentare dipendente, pubblico o privato. Dopo un mandato, se non rieletto, torna a fare quello che faceva prima nella stessa posizione.
2.   Parlamentare con attività professionale che continua anche durante il mandato parlamentare (i casi più evidenti quelli degli avvocato). Al termine continua come prima l'attività.
3.    Parlamentare con attività professionale che non può continuare durante il mandato parlamentare ma titolare di attività con collaboratore qualificati Lo studio continua ad opera dei collaboratori. Al termine del mandato non cambia niente.
4,    Parlamentare con attività professionale che non può continuare durante il mandato parlamentare. Il caso di un professionista senza collaboratori (avvocato, ingegnere, geometra, medico, artigiano e via dicendo) che ha interrotto il legame con i committenti, non facile da ripristinare.

Discriminazione, e allora?
E allora? Non spetta a noi indicare soluzioni ma sollecitare una equa equiparazione secondo equità. Ad esempio chi appartiene alla quarta fascia è difficile, per sé e per la propria famiglia, che pensi di mettersi in lizza.

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Incarichi pubblici gratuiti, le tre “P”
Vale la pena di completare il quadro con la gratuità stabilita per legge per gli altri vari incarichi pubblici oltre Governo-Parlamento, Regioni, Comuni. Demagogia allo stato puro visto che sono state annullate indennità che comunque erano assai modeste ma si lascia che per incarichi in società pubbliche o partecipate vi siano compensi principeschi.

Gratis, e allora?
Gratis, si dirà, e allora? Non l'ha ordinato il dottore . Se uno ci va vuol dire che ha accettato la situazione, sapendo a priori che per lui/lei non c'è un €uro. Addirittura se la norma della gratuità che stabilisce che la spesa pubblica non deve aumentare venisse interpretata 'formalmente' ne verrebbe che gli amministratori, oltre ad impegno, tempo, responsabilità e oltre a doversi pagare di tasca propria l'assicurazione non potrebbero avere neppure il rimborso carburante consumato per cose di interesse dell'Ente...

Chi ci va, allora?
Abbiamo già a suo tempo indicato chi allora, eccettuate 'eccezioni', può andare a svolgere i vari incarichi pubblici. Siamo nel regno delle tre “P”:

Le tre “P”
Vediamo le tre categorie di persone che possono accedere:

1,   Pensionati. Per prestigio, per continuare un'attività, per avere qualcosa da fare, per convinzioni.
2.   Possidenti. Possono anche sostenere spese di tasca propria motivati come sopra.
3.   Pagati. Il caso di X, dipendente da Y, società o persona, che mantiene posto, ruolo, stipendio avendo tutto il tempo che vuole, anche tutto, a disposizione per l'espletamento dell'incarico perchè questo a Y conviene. Non necessariamente per corruttela ma anche semplicemente per avere informazioni costanti di prima mano, in ogni caso vantaggi che compensano uno stipendio dato senza corrispettivo, o quasi, di lavoto.

Democrazia?
Ricordando gli articoli 3 e 4 della Costituzione osserviamo per le ragioni esposte che forse sarebbe proprio il caso di discussioni serene, senza demagogia per cercare di raggiungere quel punto di equilibrio che oggi è lontano.
Oggi sta vincendo, in Italia, in Europa, nel mondo il dio-denaro, con la democrazia in un angolo. E così, senza democrazia sostanziale, poche persone hanno la metà delle ricchezze mondiali, E, ahimè, le sanno usare.
a.f.
 

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