PROVE DI ACCORPAMENTO TRA I COMUNI DELLA VALMALENCO. MA HANNO CHIESTO IL PERMESSO ALLA BANCA EUROPEA? SARCASMO D'OBBLIGO: SIAMO ALLA DITTATURA DELLA FINANZA? CHE TITOLO HA LA BCE PER DIRCI COSA DOBBIAMO FARE A CASA NOSTRA? LA QUESTIONE DEI TECNICI 12.4.3

L'uscita della Banca Europea è di una gravità democratica talmente vistosa che quasi nessuno ci ha riflettuto sopra.

Che la BCE possa dire la sua in materia economico-finanziaria, non ci piove, purchè non entri nel dettaglio. In caso contrario ci sarebbe da prendere atto che le decisioni non si prendono più a Roma ma a Francoforte, e non le prendono i legittimi rappresentanti del popolo ma i cosiddetti gnomi della finanza.

Ora siamo a cose allucinanti. La banca Europea dicendo che in Italia si devono accorpare le Province entra addirittura nel quadro istituzionale. Che si debbano accorpare, come abbiamo più volte sottolineato, non c'è dubbio. I casi della Sardegna, del Molise, di altre situazioni che vedono i due capoluoghi a un tiro di schioppo sono lì da vedersi. Prima ancora - ma perchè di questo la BCE non dice niente nonostante che sia la vera fonte di grossi risparmi? - c'è la questione delle legislativamente previste 15 città-metropolitane che, con i Comuni contermini e senza più la Provincia, da anni sono state individuate.

Siamo ad una indebita invasione di campo.

Qualcuno ha ipotizzato che l'intervento sia stato in qualche modo sollecitato per agevolare l'azione di Governo decisamente anti-Province, pur capendo poco della materia, loro a altri che si occupano del problema, restii ad ogni ragionamento contrario. Non solo, ma quando si dimostra che i conti saltano perchè eliminando le Provincie i costi aumentano dato che il personale non può essere mandato a casa, che le funzioni bisogna che qualcuno continui a svolgerle, e che una parte di queste dovrà passare alle Regioni con costi maggiori a cominciare dal personale in base ai contratti vigenti, buon senso vorrebbe che non si facesse finta di non sentire. No, sordi. Attenti magari a quello che viene dal numero 91 di Via Nazionale in Roma dove, a Palazzo Koch, ha sede la privatissima Banca d'Italia (che in Lombardia è presente solo in cinque capoluoghi ovvero Milano, Brescia, Como, Sondrio e Varese) Del resto lo abbiamo visto in occasione del varo del Governo Monti quando qualcuno si è accorto che il discorso programmatico che avevano preparato per il Presidente Monti in una certa parte aveva usufruito del taglia e incolla riciclando un intervento di un esponente della Banca nella competente Commissione della Camera.

Non c'è da stupirsi visto che adesso ai tecnici si sono aggiunti i supertecnici che insegnino ai tecnici cosa si deve fare. E i parlamentari delle commissioni interessate ad assistere...

Intendiamoci, è vero che Monti la bacchetta magica non ce l'ha, e che il suo Governo è stata una necessità per via del macroscopico attacco della speculazione internazionale. Ma è anche vero che il suo Governo in diverse circostanze ha mostrato i chiari limiti che ci sono quando invece non c'è non già il convitato di pietra ma la politica. E sì che avevamo e abbiamo di fronte quel simulacro di Europa che è rappresentato dai burosauri europei. Basta scorrere l'ultimo numero della Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee, seconda serie speciale, n. 34 in data 30 aprile, dedicata, in un colpo, a 26 regolamenti. Il precedente n. 33 di Regolamenti ne pubblicava 17 oltre ad una "Direttiva", di fatto una specie di legge, dedicata agli esplosivi di uso civile. I cosiddetti tecnici possono reggere una stagione in virtù delle eccezionalità congiunturali. Poi però è bene che tornino a fare i tecnici, ovviamente discettando in linea generale dal momento che all'Economia non si può mettere chi di economia è digiuno o quasi o che agli esteri si vada a mettere chi di caratura internazionale non ne ha e magari senza conoscere le lingue.

Ancora pochi giorni con le fibrillazioni del caso per via del turno elettorale. Poi molte cose dipenderanno dai risultati, anche se si tratta di elezioni amministrative. Poi, subito dopo, un po' tutti cominceranno a guardare al 2013. Le elezioni politiche? No, un trio: il semestre bianco, la successione a Napolitano e le elezioni politiche.

Con qualche sorpresa.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali