ESPULSO IL CROCEFISSO DAL CIMITERO MA NON È FINITA. LA SOLUZIONE C'È SEMPRE CHE IL PARROCO SIA DON CAMILLO E NON DON ABBONDIO 11 7 30 48b
Ad Albinea c'è "Casa Betania", simbolo dell'accoglienza perché ci sono 15 famiglie che a turno chiudono casa loro e vanno per tre mesi a farla funzionare, col sorriso oltre che con olio di gomito. E' un posto dove finora sono arrivati e continuano ad arrivare ragazze madri, immigrati, handicappati senza famiglia, anziani persi dai figli troppo ricchi.
Questo è il Cristianesimo che si realizza non quello che si predica. Per il parroco, don Giuseppe Bassissi: «È un precetto della carità, una palestra per imparare a esercitarla, un pilastro che regge la Chiesa, un presidio che insegna la bellezza della famiglia».
In questo paese dove il Cristo si realizza il Cristo è espulso dal cimitero (x). Nei cimiteri si entrava, e si entra ancora adesso, facendoci il segno di croce. Lo fanno anche tanti che entrano in Chiesa solo per un battesimo o per un funerale. Ad Albinea no. Una società laica e multirazziale non consente nessun segno religioso. In compenso c'è la 'sala del commiato', umanamente fredda, da rigor mortis.
Comprensibile.
Per quelli che hanno espulso il Crocefisso lì, in quella sala del commiato finisce tutto. Il corpo si disfa. Fine.
Per gli altri quel Crocefisso in una cappella, anche modesta, non rappresenta affatto la fine di tutto ma l'inizio. Quel Cristo non è l'opera di un fotografo, di un pittore, di uno scultore. E' simbolo di futuro, speranza di futuro. Non possono capirlo quelli della sala del commiato.
Don Abbondio o Don Camillo?
Non sappiamo che parroco sia don Giuseppe Bassissi. Don Abbondio o Don Camillo?
Classe 1934, ordinato il 22 giugno 1958 arrivando ad Albinea nel 1967, parroco l'anno dopo, arciprete nel 1976, zona non facile (qualcuno ricordava l'infausto periodo dopo la Liberazione quando sono stati ammazzati 11 preti). Casa Betania è la testimonianza autenticamente cristiana ma anche la pagella del suo parroco. Basta leggere le tante dimostrazioni di affetto per Don Giuseppe in occasione del suo 50° di sacerdozio.
Lui ha benedetto, com'era giusto, il nuovo cimitero. Cristo cioè è arrivato anche se il Crocefisso è stato bandito in nome di un malinteso senso della laicità ridotta a laicismo e di un asserito rispetto della multietnia. Rispetto? Mera espressione ideologica.
Perché l'interrogativo tra Manzoni e Guareschi? Lo vediamo subito.
Don Abbondio n2011
Don Abbondio n2011 considera chiusa la vicenda. Si adatta, si rassegna all'espulsione dimenticando che il quinto comandamento dice sì di non ammazzare ma anche, dunque, di non farsi ammazzare. Roba da primo 'quietum non movere'
Don Camillo 1952 e 2011
Don Camillo 1952, Fernandel, prende il suo Crocefisso sulle spalle per portarlo in processione. Solo e con un cane che lo segue in modo che non potrà dire che alla processione non c'era neppure un cane. Una delle migliori scene del film.
Don Camillo 2011, il Parroco di Albinea, prende metaforicamente il suo Crocefisso sulle spalle. Deve saper offrire a chi chiede nel momento della separazione da una persona cara il conforto del Crocefisso. Non può nel nuovo cimitero laico e multietnico? Un Don Camillo non si arrende. Oggi la Chiesa consente la cremazione e la legge consente di poter portar via le ceneri. Dia una possibilità ai suoi fedeli, pochi che siano. Nella sua ricostruita chiesa trovi uno spazio, un piccolo colombaro con tanti scomparti per i contenitori delle ceneri e per foto e dati. Con un grande Crocefisso.
Quelli della deprimente sala del commiato vadano là. Chi non sancisce la fine di tutto ma accompagna con la preghiera il passaggio ha il Cristo a riferimento e ogni volta può tornare a porgere il suo devoto saluto davanti a quel simbolo.
f.
(x) Indirizzo del precedente articolo:
http://www.gazzettadisondrio.it/32699-capita_anche_questa__il_crocefisso...