Visto da Sondrio: la condanna di Silvio

Tutti commentano. Anche noi. Dal Cavaliere che non molla e rilancia ai tre che orfani non sono

Ai miliardi di battute dedicate all'argomento sui media di tutto il mondo ne aggiungiamo, modestamente, qualcuna. Ci è capitato diverse volte di 'indovinarla', come diceva qualcuno. No. Non abbiamo la palla di cristallo né facoltà divinatorie. Si tratta di applicare semplicemente le leggi della politica, quelle di cui tanti ignorano l'esistenza, e cercare quindi, facendo due più due, di arrivare a 'circa quattro'. Circa perchè non siamo in matematica. Con una avvertenza, quella di non ripetere pedestramente le solite cose come stanno facendo i vari rappresentanti dei Partiti, o dei giornali 'di area'.

Faremo invece alcune citazioni riprese da un articolo pubblicato non il 31 luglio ma lo scorso 25 giugno su un giornale ben conosciuto, questo, articolo scritto dal suo direttore.

Il discorso verte sulle condanne da taluni ritenute scontate per pregiudizio, da altri ritenute 'da rispettarsi' perchè le condanne 'non si commentano ma si applicano'. Non entriamo nel merito anche se il dovere di obiettività porta a citare Casini che qualche mese dopo avere ricordato i suoi pessimi rapporti con Berlusconi aveva però detto che bisogna riconoscere che contro Berlusconi vi é stato un vero e proprio accanimento giudiziario.

 

C'è ancora

Casini aggiungeva “ Scontata l'interdizione dai pubblici uffici che però non gli impedisce di avere incarichi politici.

Non di fare politica.

Non di assumere cariche di Partito.

Non di organizzarsi e assumere iniziative.

Più tardi poi, passato l'anno sabbatico, non di frequentare Montecitorio e Palazzo Madama (salvo che nei regolamenti si introduca la norma che impedisca agli ex parlamentari di accedervi).

C'è ancora dunque come del resto il suo videomessaggio dopo la condanna dimostra. Le dure condizioni, di cui parliamo in chiusura, di vita gli pongono certo difficoltà ma gli possono tornare utili.

Poi la questione di Forza Italia che Berlusconi ha annunciato di voler rimettere in piedi. Sempre che capisca che nel pozzo dell'astensione elettorale sono finiti milioni di voti moderati, e che capisca che il suo partito lo deve riorganizzare con il suo carisma ma partendo dal basso, leader di un partito chiudendo l'esperienza di 'partito del leader'. Il ruolo, concordano in tanti anche della sinistra, lo avrebbe anche perchè, giusto o sbagliato che sia, condivisibile o meno l'affermazione, fatto sta che l'etichetta del 'perseguitato' se la ritrova e se la giocherà.

 

Scrivevamo ancora: Sempre per obiettività, nel condividere l'affermazione di Casini bisogna ricordare che Berlusconi ha però commesso lo stesso errore di Craxi, imboccando la via dello scontro frontale con la Magistratura, solo in un secondo tempo passando a 'una parte della Magistratura'.

Finito? Neanche per sogno Le condanne alla pena detentiva non lo fanno finire in galera. La pena accessoria dell'interdizione ai pubblici uffici, passata in giudicato, comporterebbe invece la decadenza da senatore, non solo ma financo da, lo fosse, consigliere comunale di Caiolo e persino da Cavaliere del Lavoro.

 

Finito?

Berlusconi finito dunque?

Neanche per sogno. Tutti, amici e avversari, gli hanno sempre riconosciuto la tempra di lottatore, nel bene come nel male. Ricordiamo i due giovedì, anno 2010. Quello di 22 aprile e quello di luglio, giorno 29, due date da annali con la rottura clamorosa Berlusconi-Fini costata carissima ad entrambi. Scrivemmo allora che per il Cavaliere si trattava di una vittoria tattica ma di una sconfitta strategica. Come poi fu.

Le cose oggi si capovolgono.

Le condanne aiutano Berlusconi La situazione prima delle sentenze era delineata. Sul piano giudiziario le condanne erano considerate certe da tutti i commentatori anche se forse non tutte.

Sul piano politico era chiaro che un ritorno a Palazzo Chigi, per non parlare poi del Quirinale, aveva lo stesso numero di probabilità che ha il sottoscritto di vincere il jackpot al Superenalotto, anzi di vincerne due di seguito. Il PdL era in vistosa crisi. La sua discesa in campo ebbe un effetto di trascinamento che impedì l'annunciata e quasi scontata vittoria di Bersani per arrivare poi alla larga intesa.

E c'è già un leader che dirige da fuori le operazioni di un importante settore del Parlamento, ed é Grillo.

Ce ne saranno due. Comunque. Persino nel caso che il giudice stabilisse una pena sostitutiva del carcere con limitazioni pesanti, quasi da isolamento. Anzi in questo caso i suoi fidi avrebbero ragioni in più.

 

E in Senato?

Resta il passaggio in Senato per la presa d'atto. Al di là di pareri discordi di carattere procedurale le ipotesi possono essere due.

 

La prima: Berlusconi va al voto per utilizzare poi il voto della sinistra per la sua espulsione dal Senato. Insidioso. Ci sono personaggi del PD, a partire da Renzi, che hanno continuato a dichiarare che Berlusconi andava sconfitto sul piano politico e non su quello giudiziario.

 

La seconda; Berlusconi si dimette prima, usando anche in questo caso dell'etichetta del martire associata a quella della responsabilità non facendo mancare il sostegno al Governo, se però questo fa le cose che deve fare (IMU e no all'IVA al 22).

 

Napolitano

C'é poi la novità dell'intervento di Napolitano che dopo avere dato un colpo al cerchio sostenendo la Magistratura (di fatto: la Magistratura ha vinto) cala pesantemente sull'arena dandone uno alla botte: “Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni piu' favorevoli per l'esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all'amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso.

Tutti hanno letto questo passaggio nel senso della riforma della Magistratura dalla preistoria ad oggi sempre invocata, sempre osteggiata da qualche settore della stessa, e mai realizzata.

Un pensierino aggiutivo su questa posizione del Presidente: ma non è che l'altra sezione della Corte d'appello di Milano che deve rivedere la questione dell'interdizione possa anche stabilire durata zero?

 

Domiciliari condizionati

Torniamo al tema tratto prima, alle condizioni di vita in quest'anno di domiciliari. Per un anno sarà totalmente dipendente dalle decisioni del magistrato di sorveglianza. Senza il suo placet non potrà neppure telefonare, incontrare persone, persino i familiari, con enormi bastoni tra le ruote per una eventuale attività politica. Il magistrato è libero di disporre come crede, di vietare come crede, di condizionare come crede.

Si tratta però di un'arma a doppio taglio.

O gli resta spazio per un'attività politica, e allora siamo nella logica della riedizione di Forza Italia, o questa gli è impedita e allora i suoi hanno un'arma in mano potenzialmente detonante.

Già, si potrebbe dire, ma con il leader 'in esilio coatto', la scontata proibizione di apparire in TV, le difficoltà a fare uscire dal carcere sia pure dorato, il suo pensiero, le sue indicazioni, chi è in condizioni, chi ha gambe, chi può guidare l'ambizioso processo di riunire i moderati italiani, maggioranza nel Paese ma caoticamente dispersi in mille rivoli, o seccatisi, o sopravissuti per poco, o persino evocanti i polli di Renzo (beghe in Scelta Civica di questi giorni con Monti sull'orlo delle dimissioni)?

 

Maria Elvira

E qui ritorna un nome, una ipotesi, una prospettiva: Maria Elvira, detta Marina, Berlusconi. 47 anni sabato prossimo, figlia di primo letto del Cavaliere, sorella di Pier Silvio, due figli di 11 e 9 anni, marito l'ex primo ballerino della Scala Maurizio Vanadia, coppia affiatatissima.

Il giorno del suo compleanno, ad una delle stelle cadenti che San Lorenzo propone ogni anno, quale auspicio affiderà? Quello di sentirsi rincuorata e incoraggiata a prendere l'eredità del padre (non parliamo di pecunia ma di politica) guidando la rinnovata 'Forza Italia'?

Sono in molti a prevederlo e anche in molti a sperarlo anche se lei esattamente otto giorni fa lo ha fatto smentire. Ed in effetti qualche controindicazione ci sarebbe.

 

Le controindicazioni

Quali?

Marina è, per citare solo due dei tanti incarichi, Presidente di Fininvest e del gruppo Arnoldo Mondadori Editore, una delle donne più ricche del mondo. Già è stata tirata in ballo con procedimento separato, lei ma anche il fratello, da quello che ha visto ieri la condanna di suo padre. Qualcuno teme il bis dell'esperienza paterna quando le disavventure giudiziarie hanno cominciato a spuntare come funghi, guarda caso, solo dopo la sua discesa in politica. Terribile in particolare la vicenda del 22 novembre 1994 quando l'avviso a comparire fu recapitato a Berlusconi a Napoli, presenti i Grandi del mondo, con l'aggravante, di gravità inaudita, della notizia sul Corriere della Sera.

Inaudita in quanto consegnare l'avviso il giorno dopo, dopo la partenza dei Grandi, non avrebbe spostato nulla e non avrebbe provocato un danno d'imnmagine al nostro Paese che usciva alla grande dall'evento impeccabilmente organizzato a Napoli.

Inaudita per la fuga (fuga??!!??) della notizie per il danno fatto al Paese prima ancora che al suo Presidente del Consiglio.

Inaudita perchè poi la vicenda finì in un niente assoluto.

Ci trovammo allora nel considerare la vicenda, scrivendone su Centro Valle, d'accordo persone di diverse posizioni politiche, quelle di diverso orientamento che però sanno dialogare in modo sereno e obiettivo, quelli per i quali il nemico numero uno, da sfuggire come la peste, è la faziosità, da qualsiasi parte venga.

Il rischio nell'immaginario collettivo c'é.

Ieri a Palazzo Grazioli con i vertici del PdL e i legali lei c'era. Ci sarà anche dopo?

 

Italia

Altri interrogativi. Craxi, Andreotti, Forlani, ora Berlusconi... I demoni solo nelle file moderate? La via giudiziaria al (presunto) socialismo?

 

Fallada

Fa capolino il ricordo liceale di un'opera di Rudolf Wilhelm Friedrich Ditzen, meglio noto come Hans Fallada. “E adesso pover'uomo?” Soprattutto, anche se non solo, il titolo.

Il pensiero corre a Berlusconi ma in tal caso si sbaglia ancora una volta. Il pover'uomo è l'orfano. Potrebbe esserlo chi nel PdL è nella logica del 'Partito del leader' di cui abbiamo detto dianzi. I fan alla Emilio Fede, peraltro oggi appannatissimo, per intenderci. Lo è sicuramente chi – e sono tantissimi – ha vissuto sinora soprattutto di rimessa, di antiberlusconismo. Si scopre orfano. In politica ma non solo, basti pensare ai Santoro o ai Travaglio.

Avanzano però i Letta e i Renzi, entrambi non certo orfani, ma di fatto in competizione (anche se con un 'peccato originale' venendo entrambi non dalle cellule ma dalla DC). E se avanza anche la Marina...

Alberto Frizziero
Editoriali