E adesso via la Prefettura? E quel che andrebbe via dopo
Tutti, sentendo Renzi in TV con il pollice verso nei confronti delle Prefetture hanno pensato la stessa cosa e cioè se fra le 40 che bontà sua il Presidente del Consiglio intende lasciare in vita ci sarà anche Sondrio. Fosse così sarebbe un colpo definitivo per la Valle per quello che un provvedimento del genere inevitabilmente trascinerebbe come dimostreremo in chiusura di queste note. Un passo indietro però.
Disegno
Al sorgere del dibattito sulla soppressione delle Province ci permettemmo di far presente che questo obiettivo non era la conclusione ma l'inizio di un disegno complessivo che alle finalità encomiabili associava ed associa decisioni da dilettanti allo sbaraglio.
Lo si è visto per le Province che dovevano essere soppresse con la motivazione dei risparmi che si sarebbero ottenuti. Si è visto che quel che dicevano i dilettanti era una bufala dato che vari soggetti autorevolissimi, a cominciare dalla Corte dei Conti hanno escluso che possano esserci risparmi (ci saranno invece gli aumenti dei costi come abbiamo dimostrato).
I dilettanti poi non erano evidentemente a conoscenza che nelle Province amministratori e personale non passavano le giornate a girare i pollici alternando le rotazioni ma guarda caso avevano un po' di cose da fare.
I dilettanti di fronte all'imprevisto, ossia che le Province di cose da fare ne avevano, hanno sentenziato che non c'erano problemi, bastava passare le competenze a Comuni e Regioni.
I dilettanti, che probabilmente di amministrazione locale italiana ne sapevano quanto gli indigeni della Papuasia, hanno trovato un serio ostacolo nella realtà, ossia che Comuni, Sindaci in particolare, ne avevano già abbastanza da fare, e per giunta sui costi non si fidavano molto e con ragione.
I dilettanti allora hanno trovato una loro soluzione con una specie di Consorzio che si occupi di alcune cose come strade, scuole, pianificazione (un inciso al riguardo: da dilettanti alla ennesima potenza non era loro passato per la mente che la pianificazione, essenzialissima, non può saltare dal microcosmo comunale al macrocosmo regionale senza un livello intermedio?). Per, altro inciso, fare tesoro del detto “armiamoci e partite” nello stabilire per le varie funzioni il titolo onorifico. Armiamoci riducendo la spesa per i vari interessati ma poi la partenza non è per loro in quel di Roma, e non solo parlamentari che non partono ma fanno partire gli altri. Pagano quelli di periferia per cui capita che in diversi Enti, fra gli altri le Comunità Montane, gli amministratori non solo lo devono fare a titolo gratuito ma addirittura devono pagarsi di tasca loro l'assicurazione!
I dilettanti allo sbaraglio comunque l'hanno avuta vinta in questo primo round. Ci sarà poi il secondo Infatti i precursori degli attuali dilettanti, quelli del Governo Monti e loro dotti collaboratori romani, non avevano pensato quel che invece avevamo pensato in tanti modesti amministratori di periferia, che cioè per sopprimere le Province occorre una legge costituzionale che ha una sua procedura complessa. Non torneranno indietro ma si assisterà ad una serie di 'piccole' modifiche al quadro generale per risolvere i problemi che da dilettanti allo sbaraglio hanno creato senza doverlo fare apertamente giusto per nel tentativo di non perdere la faccia. In realtà è solo un rinvio.
Dopo le Province le Prefetture
L'appetito vien mangiando. E così la mannaia del boia dopo avere decollato le Province non torna nei profondi sotterranei ma serve ancora. Già era stato detto che in coda ci sono le Camere di Commercio ma adesso arrivano anche le Prefetture e tanti altri. Per Renzi dovranno essere ridotte a non più di 40 (nei capoluoghi di regione e nelle zone più strategiche per la criminalità organizzata). Si trova curiosamente in sintonia, almeno parziale, con la Lega che sta raccogliendo le firme per l'abolizione di tutte le Prefetture oltre che, - questi che seguono condivisibili -, della legge Fornero, di quella Mancino sui reati di opinione, dell'estenzione agli stranieri della possibilità di partecipare ai pubblici concorsi (dov'è la reciprocità?), della Merlin.
Un disegno gerachico
Andiamo oltre i singoli provvedimenti e vediamo il disegno che appare assolutamente gerarchico. Rafforzamento romano con la compressione del Senato e, scontato, l'attribuzione di poteri alla Presidenza del Consiglio. Regioni ricondotte in ruolo subordinato con la eliminazione delle materie concorrenti, di quelle cioè che bisogna essere d'accordo loro e centro per legiferare. Forti le aree metropolitane fortemente condizionate dai capoluoghi. Tutto il resto marginalità. Che poi sia funzionale ad un colore politico, beh qui non siamo fra dilettanti ma a chi i conti li sa fare...
E noi?
E noi? Ci sono due ragioni semplicissime per cui non dovremmo porgere il capo al boia e sono il riconoscimento che la legge fornisce alle tre Province montane, noi, Belluno e VCO e, in secondo luogo la condizione geografica in particolare con un arco di 200 km di Alpi confine non solo dell'Italia ma anche dell'Europa con un Paese extracomunitario, chè tale è la Svizzera con i suoi ordinamenti che non sono coerenti con quelli europei.
Ma se...? Un disastro per la Valle
Ma se finissimo sotto il boia? Lo sviluppo è lì da vedere anche se ci vorrà qualche anno. Punto interrogativo per la Provincia secondo il Del Rio. Via la Camera di Commercio. Via con la Prefettura la Questura, i Comandi provinciali di Carabinieri, VVFF, Guardia di Finanza, l'ex Provveditorato, Ragioneria dello Stato, Ufficio del Registro, sedi provinciali di attività private. Si salverebbero data la loro floridezza, le tre società Secam, STPS, AEV ma a chi andrebbero le partecipazioni della Provincia, magari a Milano? Per l'area metropolitana è così e noi dovremmo accettare che il nostro patrimonio se lo pappi la Regione e peraltro non per sua volontà ma per quel che i dilettanti allo sbaraglio hanno previsto in legge?
Ci fermiamo qui non senza curiosità per vedere come va a finire la rivolta, interna, del Senato,..