ANTICIPAZIONE DEL NUMERO.10: ELEZIONI: E SE CI FOSSE IL PAREGGIO?

I premi di maggioranza – I seggi, Regione per Regione – Se c’è il pareggio si torna a votare – Le cose non sono affatto semplici – La scadenza del 13 maggio – Il Governo provvisorio – Evento non probabile ma possibile – E se il pareggio

I PREMI DI MAGGIORANZA

Elezioni 2006: e se ci fosse il pareggio?

Innanzitutto spieghiamoci. Pareggio non può esserci alla Camera perché la coalizione che ha un voto in più dell’altra ha un premio di maggioranza che le assicura 340 seggi sui 630 disponibili, estero compreso. Questo se la coalizione non supera il 55% dei voti. Se ha il 55% ha 340 seggi senza bisogno del premio di maggioranza. Se ha più del 55% ne avrà 341, 342, 343 e così via, quello che cioè risulterà dal calcolo proporzionale.

Pareggio può esserci al Senato in quanto c’è anche lì il premio di maggioranza ma non su scala nazionale bensì su scala regionale. Per fare un esempio in Lombardia abbiamo a disposizione 47 seggi. Chi vince anche con un solo voto in piùn purché entro il 55%, ha 26 senatori.

Potrebbe quindi verificarsi che una coalizione vinca alla Camera ma perda al Senato.

Diamo il numero dei seggi disponibili nelle varie Regioni. Il primo numero è quello dei seggi che c’erano alle elezioni del 13 maggio 2001, il secondo è quello dei seggi attuali

I SEGGI, REGIONE PER REGIONE

Piemonte 23 22 Valle d'Aosta 1 1 Lombardia 47 47 Trentino Alto-Adige 7 7 Veneto 23 24 Friuli-Venezia Giulia 7 7 Liguria 9 8 Emilia Romagna 21 21 Toscana 19 18 Umbria 7 7 Marche 8 8 Lazio 28 27 Abruzzo 7 7 Molise 2 2 Campania 30 30 Puglia 22 21 Basilicata 7 7 Calabria 11 10 Sicilia 27 26 Sardegna 9 9 Totale Italia 315 309 Europa 2 America meridionale 2 America settentrionale e centrale 1 Africa, Asia, Oceania e Antartide 1 Totale Estero 6 TOTALE 315 315

SE C’E’ IL PAREGGIO SI TORNA A VOTARE

Cosa succede se dalle urne vien fuori la X e cioè il pareggio?

Prodi, con altri, ha risposto seccamente: si torna a votare. Stesso discorso sul versante di centro-destra.

Impensabile che si verifichi in Italia una situazione simile alla grande coalizione tedesca in quanto non ne esistono le condizioni. Quindi è proprio vero, si torna a votare.

LE COSE NON SONO AFFATTO SEMPLICI

Alto là, le cose non sono così semplici visto e considerato che non si può certo tornare subito dopo Pasqua di nuovo in campagna elettorale. Andando bene si voterebbe ad autunno inoltrato ma molto probabilmente la primavera 2007.

Intanto va comunque convocato il Parlamento con le sedute inaugurali in linea di massima entro fine aprile per le nomine degli Uffici di Presidenza cui seguiranno poi nei giorni successivi gli ulteriori adempimenti.

LA SCADENZA DEL 13 MAGGIO

C’è poi la scadenza del 13 maggio che non riguarda solo l’anniversario delle elezioni del 2001 ma una cosa molto più importante dato che il 13 maggio 1999 il Parlamento in seduta comune, presenti 970 parlamentari, con 707 voti eleggeva Presidente della repubblica al primo scrutinio Carlo Azeglio Ciampi. C’è quindi il primo appuntamento importantissimo, l’elezione del successore di Ciampi, che potrebbe anche essere lui stesso. Nelle condizioni di pareggio andare infatti a impelagarsi nella ricerca di un candidato “potabile” potrebbe far correre rischi internazionali molto gravi al nostro Paese. Questo salvo che non ci fosse un incontro a, quasi, metà strada con Amato

IL GOVERNO PROVVISORIO

A questo punto, eletto il Presidente della Repubblica, la sua prima preoccupazione sarebbe quella di formare il nuovo Governo. Anche se tutti sono d’accordo per tornare al voto il Governo ci vuole. Evidente, se ci fosse il pareggio, che l’incarico non potrebbe andare né a Berlusconi né a Prodi.. In altri tempi c’erano personaggi disponibili o figure istituzionali riconosciute anche dall’opposizione.

Oggi scarseggiano. Forse Monti, CdL permettendo. Potrebbe toccare a Draghi ma è troppo importante la sua presenza alla Banca d’Italia. Un bel rebus.

Non è finita. Questa sorta di “Governo provvisorio” destinato in teoria solo a portare il Paese a nuove elezioni potrebbe assumere una configurazione tutt’affatto diversa, togliendo le castagne dal fuoco a entrambi gli schieramenti. In altri termini potrebbe essere il Governo dei tre-quattro provvedimenti fondamentali per il Paese che solo un esecutivo “neutro” che non paga dazi come sarebbe invece per uno politicamente caratterizzato. Poi, appunto, il voto, a carte probabilmente rimescolate.

EVENTO NON PROBABILE MA POSSIBILE

Alla luce dei sondaggi prima del black-out e magari anche di qualche calcolo effettuato da noi sulla mappa del Senato, il pareggio non è probabile ma possibile. Non è probabile perché occorrerebbero alcuni spostamenti di rilievo in alcune Regioni. E’ possibile per lo stesso motivo ma soprattutto in funzione di due fattori entrambi importanti riferiti agli indecisi che abbiamo visto in altro articolo variare tra gli 8 e i quasi 10 milioni.

Il primo fattore riguarda i supposti indecisi, coloro i quali si autodefiniscono così con gli intervistatori delle società demoscopiche, ma in realtà sanno già per chi votare. In questa schiera c’è una prevalenza di elettori del centro-destra.

Il secondo fattore riguarda gli indecisi reali, quelli della scelta in zona Cesarini. Per molti di questi il voto di qua o di là è il frutto di valutazioni dell’ultima settimana, in parte per elementi di carattere emotivo, per cui non è possibile fare qualsiasi ipotesi.

E SE IL PAREGGIO NON C’E’?

E se il pareggio non c’è? Non vorremmo essere nei panni di chi vince, chiunque sia. Sul tavolo problemi da far tremare i polsi. Al di là del tavolo un’opposizione, chiunque sia, agguerritissima.

Auguri, chiunque sia, dopo l’esito del 9 e 10 aprile, l’inquilino di Palazzo Chigi.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali