Elezioni. Ma a Roma riusciamo a mandare qualcuno? E semmai chi?

(Interrogativo del tutto “valtellinese)

La Corte Costituzionale ha, di fatto al posto dei politici, quali devono essere le regole per votare. Non è una invasione di campo come sembrerebbe per il semplice motivo che il “mea culpa, mea maxima culpa” è il Parlamento a doverlo recitare ed in particolare, visti i numeri e consequenzialmente, il PD.

Non solo Renzi.   Il PD e non solo Renzi perchè non c'era ancora un uomo solo al comando ma anche una squadra, capitanata dalla Boschi, di fatto seppur non formalmente Vicepresidente del Consiglio, a marciare  su quella strada che è finita in un burrone. Il pilota ha detto, ora, di avere sbagliato. A urne aperte e verbali elettorali archiviati, aveva detto che la sconfitta bruciava. Brucia ancora.
Da Roma.  Perchè questo richiamo? Perchè la batosta del 4 dicembre è stata addirittura molto più sonora di quanto non appaia. “Qui a Roma tra le piazze Monte Citorio e Madama” (indirizzi di Camera e Senato - ndr – ci dicevano, “la sberla è stata gigantesca, assai più pesante di quanto non sia apparso”. Una cosa che pochi hanno valutato – ci si dice ancora - “ la sproporzione enorme fra percentuale prevista ed attesa e risultato. La vittoria del SI qui era data per scontata per cui si discuteva solo sul margine. I più pessimisti prevedevano un 53 o 44 per cento a favore del SI ma c'era anche chi si spingeva fino al 60% “. 60% che c'è stato ma per il NO, un esito che ha fatto stappare il vaso di Pandora da cui è uscita una specie di artiglieria contro Renzi al punto di fargli dire che “non pensava che lo odiassero così tanto”. Non ha pagato lo scotto il suo mentore non provvisto di pari saggezza rispetto al Mentore mitologico, quello con l'iniziale maiuscola. Napolitano.   Utilizzando il suo status di ex Presidente della Repubblica continua a fare quel che faceva prima, ossia politica, unico a praticarla fra tutti quelli che lo hanno preceduto al Quirinale che una volta concluso il loro mandato si guardavano bene da tornare nel certame politico. Comprensibile. Era vicino al trionfo di una non percepita 'via Gramsciana al socialismo' dopo un percorso per gli altri ad ostacoli, per lui lineare. Renzi, una delle sue quattro creature a Parlamento estromesso dalle scelte (in successione Monti, Letta, Renzi, Gentiloni). Renzi gli ha rotto l'incantesimo con una conduzione della campagna referendaria, in aggiunta ad una emarginazione del Parlamento, votata alla sconfitta. E non a caso oggi per la prima volta le strade si sono divise: Renzi vuole il voto subito, Napolitano no.
A che pro.   A che pro questa digressione? Quanto sopra è il fondamento della situazione attuale, completata da una situazione sbrindellata del Centrodestra e dai guai dei 5 Stelle, destinati a pagare le fesserie al Campidoglio non controbilanciate dal positivo incedere della 'grillina' Sindachessa di Torino.
l futuro politico è già scritto
Comunque il futuro politico è già scritto, bisogna solo saperlo leggere. Facendolo con buona approssimazione si può oggi scrivere la storia di domani intendendo per domani i mesi che mancano del 2017 e qualcuno del 2018. Bisogna partire dal dato fondamentale, quello dei numeri in Parlamento. Il PD ha una maggioranza enorme alla Camera, pur avendo prevalso, in base al bonus previsto dalla legge, per un pugno di voti. Diversa la situazione al Senato dove il PD la maggioranza non l'aveva. Ora, dopo le giravolte in e da alcune forze politiche, ce l'ha.
La legge elettorale non sarà pertanto come la vuole Tizio o Caio ma come la vuole il PD e ovviamente fatta in modo da averne il maggior vantaggio e garantirsi contro 'il pericolo grillino. Questo dando per scontato che insidie dal centrodestra non se ne profilano per la frammentazione ma anche per la posizione , ci si consenta, ambigua di Forza Italia. Analizzando le cose con franchezza e senza ipocrisie non si può non dire che Berlusconi richiama Gigliola Cinquetti con quella canzone portata al successo prima a Sanremo e poi a Copenaghen (Gran Premio  Eurovisione). Lei cantava “non ho l'età”. Berlusconi può farsene oggi carico aggiungendo però una semplice parolina di tre lettere, ossia “più”.  Gigliola troppo giovane, Silvio: “non ho PIU' l'età” anche per la salute dopo la dura prova (aggettivo usato da lui uscendo dall'ospedale). Pensare che in Europa tirino fuori dal cassetto il suo ricorso non sembra cosa realistica e infine qualche problema di altra natura ce l'ha. Dopo altre acquisizioni gli stranieri vogliono onfatti papparsi anche Mediaset  e per fortuna sulla difesa della italianità di tale gruppo c'è intesa generale.
PD
Al di là di una serie di tatticismi con posizioni apparentemente belliche da bombe H ma che in realtà possono essere assorbite in una eventuale generale intesa. Non è comunque possibile e plausibile che con uno schiocco di dita i contrasti finiscano in un angolo. Volere o volare senza intesa Renzi, già oggi su una gamba sola, vedrebbe partire con biglietto di sola andata anche l'altra. Deve pagare un prezzo ma non solo quello di rappresentanza ma soprattutto di carattere politico. In altri termini il tentativo è quello di recuperare quei milioni di voti naturalmente di sinistra andati via per lo spostamento al centro giudicato eccessivo (basta pensare al voto per il NO della CGIL!). Uno spostamento quindi a sinistra compensato da quel blocco centrale di Alfano, Verdini e soci che garantirebbe l'elettorato moderato. Sonio sufficienti ma pochi. Ecco allora il voto per coalizioni. Partiti indipendenti ma loro somma per avere il premio di maggioranza. La coalizione non ha rivali perchè i 5 stelle sino soli e sul versante di centrodestra la frammentazione domina.
Il resto è problema interno del PD, con un correntismo che fa invidiare per moderazione, ed è tutto dire, quello a suo tempo della DC.

Il voto valtellinese
Tracciamo una riga e guardiamo alle cose di casa nostra in particolare sulle persone. Qualche bel tomo in passato era solito dire in prossimità delle elezioni politiche, più o meno, che cosa facevano in definitiva i nostri Parlamentari sulle rive del Tevere. Si sa che le madri del tonti sono sempre in cinta e quindi bsta alzare un po' le spalle e lasciarli dire. Si potrebbe anche fare un pubblico dibattito per valutare come i nostri deputati e senatori si siano comportati negli anni. La conclusione sarebbe una sola e cioè che per fortuna della Valle le cose sono andate come sono andate, spesso in collegamento con le Istituzioni provinciali non dimenticando la società civile nelle sue rappresentanze.

Come andranno domani?
Sarebbe un gran risultato se si ripetesse la situazione attuale. Dipende però dai meccanismi della legge elettorale che oggi non è ancora dato di immaginare nei dettagli. Sta purtroppo rimbalzando qua e là una ipotesi di 100 Collegi (per qualcun altri 80). Fosse così e assumendo la proporzionalità fra elettori e residenti ne verrebbe che ogni collegio mediamente dovrebbe avere una popolazione di 616mila residenti.  Caliamoci nella realtà geografica: arrotondando le cifre si hanno per Sondrio 181mila e Lecco 340mila. Totale 521mila. A Monza e Brianza ne crescono circa 250 per cui non ci sono altre soluzioni: Sondrio + Lecco più una parte confinante oggi con Monza. Strada sbarrata, salvo miracoli interni ai Partiti, per i nostri candidati in questa ipotesi. Per il resto è giocoforza attendere la legge.

Stiamo ai dati elettorali, ai sondaggi, a qualche operazione degli analisti e solo per le maggiori forze politiche. Appaiono lontani dalle percentuali nazionali i 5 Stelle. Una situazione in un certo senso simile potrebbe riguardare il PD. Sul versante di centrodestra il rapporto non subirebbe sensibili spostamenti per cui sarebbe ancora la Lega a sopravanzare Forza Italia. Resta il problema comunque dei nostri piccoli numeri.
Chi dei nostri?
All'interrogativo si può rispondere oggi solo con ipotesi fluide. Se si va rapidamente al voto la candidatura dell'uscente Del Barba, molto attivo a Roma, è scontata. Nessuna possibilità per Molteni perchè il prezzo da pagare sarebbe il commissariamento del Comune di Sondrio. Se si va a scadenza di Legislatura, nel 2018, le cose cambiano perchè allora sì che potrebbe esserci  anche Molteni alla conclusione del mandato in Comune e non subito rieleggibile.
Sull'altro versante l'uscente Crosio e l'ex Presidente della Provincia Sertori, responsabile nazionale Enti Locali della Lega. Scena aperta.
Infine Della Vedova, al Governo, che fu l'unico del suo gruppo, massacrato nelle urne, centrista ad essere eletto. Dipenderà da come affronterà la prova elettorale.

E per concludere...
...absit iniuria verbis
 

Alberto Frizziero
Editoriali