LEGGE GRANDI DERIVAZIONI, SERTORI: LOMBARDIA CON I TERRITORI, IL GOVERNO CON I CONCESSIONARI

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la Legge regionale. I concessionari ringraziano. Le popolazioni montane, prese a sberle, no. Doverose reazioni dai territori come il nostro

(LNews - Milano, 5 giu) "Non sono assolutamente meravigliato

che il Consiglio dei Ministri abbia impugnato la Legge regionale
sull'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni
idroelettriche, perche' bastava leggere le bozze di legge del
Partito Democratico che recentemente hanno cercato di far
approvare. Evidentemente c'e' chi sta dalla parte dei territori e
chi dei concessionari, tanto e' vero che una delle proposte di
legge del Partito democratico prevedeva il condono tombale di
circa 50 milioni di euro di canoni aggiuntivi che i
concessionari devono alle Regioni".

Lo dice l'assessore regionale agli Enti locali, Montagna e
Risorse energetiche, Massimo Sertori.

"La legge nazionale approvata nel 2018, che qualcuno ha avuto il
coraggio di criticare - spiega Sertori - e' arrivata dopo
vent'anni di assoluta inerzia da parte dei governi che si sono
succeduti e che non hanno reputato importante legiferare in
materia. Tale legge andava inoltre a sanare l'infrazione
comunitaria a carico del nostro Paese. Cio' detto, leggeremo nel
merito le osservazioni dell'impugnativa e, qualora ci fossero
delle osservazioni accoglibili e sensate avremo modo di
valutarle e di recepirle".

"Per le altre - conclude l'assessore - provvedera' la Corte
Costituzionale a decidere chi ha ragione. Una cosa e' chiara,
ovvero che ci sono due visioni: quella del territorio e della
montagna che recita la legge regionale approvata lo scorso 31
marzo, e una che vuole centralizzare tutto a Roma allontanando
le risorse dai territori montani e, per quanto legittime, segue
palesemente le aspettative dei concessionari". (LNews)

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