Femminismo 2022

Non parlare dell'8 marzo, sembra che si voglia offendere le tantissime donne (ahimè) ancora vittime dello strapotere maschile

(Maria de falco Marotta)   In tempi come quelli che la popolazione mondiale sta vivendo, a causa di uno schizoide che ha perso la testa per il potere e minaccia di distruggere tutti/e i, parlare ancora di Femminismo, che è un fenomeno complesso, con declinazioni differenti a seconda dell’epoca o del Paese che andiamo a considerare. Ne ho parlato talmente tante volte, che me ne sono stufata.
In linea generale, il termine femminismo assume due principali significati, come sottolinea l’enciclopedia Treccani. Il primo di critica alle discriminazioni subite dalle donne, sul piano sociale, economico e politico, che sfocia nella richiesta della parità tra i generi; e il secondo di un movimento politico, nato nell’Ottocento per dare pari dignità a uomini e donne sul piano giuridico.
Ma l’8 marzo- da molti anni- viene celebrato come la festa delle donne e non parlarne, sembra che si voglia offendere le tantissime donne (ahimè) ancora vittime dello strapotere maschile.

La storia del femminismo
Studiosi e storici del femminismo tendono a dividerlo in tre fasi differenti spiegate in “ondate” con lo scopo di distinguere le diverse generazioni di donne impegnate nella battaglia per i diritti e l’uguaglianza.
La prima ondata: Inghilterra e suffragette
Il femminismo moderno nasce in Inghilterra nel XIX secolo, epoca in cui le suffragette lottano per ottenere il diritto di voto. Nel 1865 un gruppo di donne inglesi fonda un comitato per chiedere al governo di poter partecipare alla vita politica del Paese, suscitando non poco scalpore, in una società moderata e maschilista.
Lo stesso nome del gruppo è oggetto di scherno e venne adoperato per infangare il movimento: in origine, infatti, le inglesi sono identificate come suffragiste; suffragette è diventato un diminutivo ironico e denigratorio usato per dimostrare il disprezzo verso le donne che aderivano alle iniziative e alle campagne per il diritto al voto.
Dopo anni di lotte le inglesi, infatti, ottengono il diritto al voto. Siamo nel 1918 quando il Parlamento inglese limita il diritto al voto alle mogli dei capifamiglia sopra i 30 anni, mentre il 2 luglio del 1928 tale diritto è allargato a tutte le donne del Regno Unito senza alcuna distinzione sociale.
La seconda ondata: Stati Uniti e femminismo americano
Per arrivare alla seconda fase del femminismo arriviamo agli anni ‘60 e cambia scenario geografico: sono gli Stati Uniti i protagonisti della  nuova serie di rivendicazioni.
La seconda guerra mondiale aveva cambiato totalmente il modo di vivere delle donne americane. Molte ragazze erano andate a lavorare fuori casa, per sostituire gli uomini al fronte e avevano fatto numerosi sacrifici per sostenere il proprio Paese. Ora, nel pieno del boom economico degli anni Sessanta, queste stesse donne non erano più disposte a rimanere tra le mura domestiche senza alcun tipo di ambizione personale.
Il movimento femminista statunitense porta alla riflessione pubblica nazionale e non solo alcune tematiche fondamentali, tra le quali:
    • il diritto di controllare la propria fertilità attraverso la nuova pillola anticoncezionale;
    • il diritto di abortire;
    • la necessità di parlare apertamente dei fenomeni di stupro e violenza domestica.
Fra le lotte del femminismo si distingue quella di Betty Friedan, ancora oggi attuale per temi e sviluppi. Dopo aver letto il saggio di Simone de Beauvoir “Il secondo sesso”, Friedan scrive “La mistica della femminilità”, un trattato in cui parla dell’immagine della donna suggerita dai media e, in generale, dai mezzi di comunicazione di massa.
Secondo l’autrice, chiudere le donne in casa significa svilire le loro potenzialità e, per questo, veicolare attraverso la pubblicità l’idea di una famiglia nucleare in cui la donna è costretta al lavoro domestico senza possibilità di scelta è offensivo e umiliante per l’universo femminile.
La terza ondata: gli anni ‘80 e ‘90
Negli anni ‘80 il femminismo è ormai un movimento duraturo, con sfumature diverse nelle singole nazioni e con numerosi obiettivi raggiunti, in particolare l’aumento dei Paesi che hanno esteso il diritto di voto alle donne e che si sono impegnati per evidenziare le disparità di genere ed eliminarle.
All’inizio degli anni ‘90 la coscienza collettiva vive un altro moto intenso intorno a temi quali:
    1. Violenza di genere, come stupro, violenza domestica e molestie. La terza ondata tendeva ad acquisire consapevolezza verso la sessualità in un’ottica di rieducazione della società.
    2. Riproduzione: diritto all’aborto e alla contraccezione.
    3. Attenzione al linguaggio: intolleranza nei riguardi di termini dispregiativi e calunniosi delle donne.
    4. Emancipazione sessuale: libertà di esprimere la propria identità in termini di genere.
    5. Diritti transgender, discriminazione razziale e di classe.
    6. Diritti lavoro, ad esempio il congedo di maternità, sostegno alle madri single e maggiori tutele verso le madri casalinghe.
La storia del femminismo in Italia

Anche l’Italia ha vissuto da protagonista il movimento femminista, specialmente in seguito alla seconda guerra mondiale. Il sito Pour femme ne ha ripetute le tappe:
    • Dopo il traguardo del suffragio universale nel 1946, tra gli anni ‘50 e ‘60 le donne italiane chiedono pari diritti rispetto agli uomini, sia nella vita privata sia in quella pubblica e nel lavoro.
    • Negli anni ‘70 il dibattito si sposta sul ruolo della donna nella società. Si sente la necessità di affermare l’indipendenza del soggetto femminile rispetto a quella maschile, dal punto di vista economico e sociale. La cosiddetta liberalizzazione della donna riguardava anche l’aspetto sessuale e intorno a temi quali contraccezione e aborto.
Sono anni in cui si assistette ad un crescente cambio di mentalità, recepito anche dalla legislazione. Nel 1975 viene cambiato il diritto di famiglia: nel matrimonio marito e moglie sono valutati uguali di fronte alla legge. Inoltre, si rammenta l’introduzione della norma sul divorzio (1970) e sulla regolamentazione dell’aborto (1978).
Questo periodo storico rappresenta un momento fondamentale per il movimento femminista italiano e pone le donne di diverse classi sociali davanti a una sfida che ancora oggi rimane aperta: eliminare il gender gap.
    • Tra gli anni ‘80 e ‘90 il femminismo segnala una declinazione accademica, attraverso riviste culturali e tematiche (come Memoria, Lapis o Leggendaria) e l’istituzione di corsi universitari. L’obiettivo è quello di guardare a discipline e conoscenze da un punto di vista femminile, sfidando la supremazia della prospettiva maschile.
L’abrogazione della pena moderata per la legge sul delitto d’onore nel 1981, è un altro effetto fondamentale. La legge viene cambiata profondamente e recita come segue.
“Colui che provoca la morte di un coniuge, figlia, o sorella dopo aver scoperto la sua relazione carnale illegittima e nel calore della passione introdotto dalla colpa al suo onore o quello della sua famiglia sarà condannato da tre a sette anni. La stessa pena si applica a chi, nelle circostanze di cui sopra, provoca la morte della persona coinvolta nelle relazioni carnali illegittime con la moglie, la figlia o la sorella.”

Femministe italiane famose
Sono molte le femministe italiane che, nel corso degli anni, hanno combattuto per i diritti di tutte le donne. Tra queste, rammentiamo:
    • Anna Maria Mozzoni. Vissuta tra il XIX e il XX secolo, è stata una grande protagonista delle vicende politiche del tempo. Autrice di numerosi scritti incentrati sul tema dell’emancipazione femminile. Nel 1877 presentò al Parlamento la sua proposta per l’estensione del voto alle donne.
    • Gualberta Alaide Beccari. Nata a Padova nel 1842, è stata patriota e femminista. Rivendicava un rinnovamento morale della figura della donna, senza il quale non credeva possibile un ammodernamento culturale dell’Italia.
    • Carla Lonzi. Importante critica d’arte nata nel 1931, il suo nome è legato a Rivolta Femminile, uno dei primi gruppi femministi moderni in Italia, e alla pubblicazione di alcuni saggi diventati letture di riferimento per il femminismo: Sputiamo su Hegel e La donna clitoridea e la donna vaginale.
    • Maria de falco Marotta, che scelse un altro campo difficilissimo da scalfire (il mondo ecclesiastico), ma con coraggio e dedizione, è riuscita ad aprire le porte dell’alta cultura ecclesiastica, a quante hanno voglia di pensare che Cristo è venuto a liberare non solo i maschi, ma anche le donne, attraverso un insegnamento del Vangelo che è rivolto non solo agli uomini, ma anche alle donne. Basta ricordare che Gesù aveva un numeroso seguito di donne e- risorto- si è fatto vedere da Maria Maddalena.

Le grandi artiste femministe italiane
Alla causa del femminismo ha contribuito in maniera decisiva anche il mondo dell’arte. Artiste, pittrici, scrittrici hanno saputo raccontare il mondo dal punto di vista della donna. Le loro opere, allo stesso tempo, sono state essenziali nel denunciare i lati più critici dell’esistenza femminile. Tra le più rappresentative ci sono: – Anna Banti. Nata a Firenze nel 1895, la scrittrice ha descritto spesso la condizione e le vicende delle donne all’interno delle sue opere. Fra i nomi che compongono la sua produzione c’è quello di Artemisia Gentileschi, pittrice di talento vissuta nel XVII secolo, che è riuscita a crearsi uno spazio nel mondo dell’arte italiana, sebbene i pregiudizi maschili fossero feroci. Con lei, altre autrici femministe italiane sono state Sibilla Aleramo, Elsa Morante, Alba de Cespedes, Amalia Guglielminetti e Ada Negri.
– Carla Accardi (1924-2014), punto di riferimento dell’astrattismo pittorico nel nostro Paese. Fondò, insieme a Elvira Banotti e Carla Lonzi, il gruppo Rivolta Femminile.
– Franca Rame. Tra le migliori autrici e attrici teatrali italiane, l’artista, nata nel 1929 e moglie di Dario Fo, si è avvicinata al movimento femminista alla fine degli anni ‘70. Tra le sue opere si può citare Lo stupro, del 1981, ispirata alla violenza sessuale di gruppo da lei stessa subita nel 1973. Il monologo è stato portato coraggiosamente in teatro e in televisione. Io l’ho conosciuta, come anche suo marito che era un bel tipo, cioè uno che voleva fottersi chiunque per la sua fama.

Movimenti e associazioni femministe in Italia
Il femminismo è stato anche e soprattutto una battaglia collettiva e sono stati numerosi i movimenti e le associazioni femministe in Italia in azione nel corso degli anni. Molte realtà sono tuttora in attività. Possiamo ad esempio ricordare:
– Rivolta Femminile. Il gruppo nasce negli anni settanta dall’incontro a Roma di Carla Lonzi, Carla Accardi e Elvira Banotti. Fu probabilmente il primo gruppo a scegliere la via del separatismo, decidendo di comunicare solo tra donne. Importante è l’adozione della pratica dell’autocoscienza e della costruzione della propria autonomia.
– Diotima. Più che un’associazione, una comunità filosofica femminile nata nel 1983 all’interno dell’università di Verona. Stimolata alla riflessione filosofica di Luce Irigaray, questa realtà è attiva ancora oggi e organizza interessanti seminari a tema. Luce Irigaray è una filosofa, linguista e psicoanalista che ha rivisto queste discipline alla luce del femminismo, dell’inconscio e del corpo della donna, dei legami di ogni donna con la propria madre, lavorando molto sul tema della differenza, della democrazia e dei diritti di genere.
– Casa Internazionale delle Donne. Nato all’inizio degli anni ‘90, è un progetto unico nel suo genere – ospita anche un ristorante, un centro congressi e una foresteria – e ha lo scopo di valorizzare l’impegno politico e sociale delle donne, offrendo anche servizi e consulenze.
– Se non ora quando. Movimento nato nel 2000, con al suo interno figure di rilievo come le registe Francesca e Cristina Comencini. Il movimento ha conquistato le pagine dei giornali per la grande manifestazione pubblica del 13 febbraio del 2011, quando un milione di persone sono scese in piazza a difesa della dignità della donna. –
 AWMR Italia. L’associazione opera per superare tutte le discriminazioni di tipo economico, culturale, sessuale e razziale nell’area del Mediterraneo. Tra gli obiettivi principali, l’abolizione di ogni forma di sfruttamento e violenza contro le donne.

Il femminismo oggi
Attualmente tra le tematiche più discusse all’interno del femminismo vi sono:
    • la disparità di genere sul lavoro. Differenze salariali, molestie sessuali in ufficio e difficoltà nel fare carriera sono molto più frequenti di quanto non si pensi.
    • il diritto alla famiglia. Ancora oggi il desiderio di avere dei bambini non sembra conciliabile con il mantenere un ruolo professionale di rilievo.
    • la possibilità di includere gli uomini nel dibattito su questi temi(difficile) e la sensibilizzazione a livello di società.
Sebbene il femminismo sia nato secoli fa, oggi continua a rivestire un ruolo davvero vitale. La parità non è stata raggiunta se non da un punto di vista giuridico, ma rimangono tanti gli atteggiamenti discriminatori subiti nella vita di tutti i giorni: per questo le donne contemporanee non smettono di lottare per i loro diritti. Per non affliggere di più chi legge e si sente in colpa(uomo-donna), propongo alcuni film da guardare assieme al marito, compagno o altro.
Eccoli:
Thelma & Louise (1991)
    • Erin Brockovich (2000)
    • Million Dollar Baby (2004)
    • La donna perfetta (2004)
    • Marie Antoinette (2006)
    • We Want Sex (2010)
    • Frida (2012)
    • Frozen - Il regno di ghiaccio (2013).
    • Auguri, di cuore a tutte, specie alle donne ucraine che stanno lottando contro un malfattore, assieme ai loro compagni coraggiosi come colui che li guida e che è ebreo, non certo nazista!

Maria de falco Marotta
Editoriali