Visto da Sondrio. Politica. Degrado senza precedenti

E come si fa a fidarsi dei sondaggi?

Quale sia la pista di partenza (sinistra, centro, destra) la corsa resta la stessa ed è una di quelle che inducono a riflessioni amare, che intristìscono, che lasciano non solo esterrefatti ma più pesantemente allibiti. E impietriti nel vedere quanto in basso sia finita la politica e in una l'immagine del nostro Paese al di fuori dei nostri confini.

Tempo fa, quando la temperatura all'interno del PD era da calor rosso – nulla a che vedere con il color rosso che invece aleggia – abbiamo scritto che scissione non ci sarebbe stata. In diversi sostenevano, forse tranne Emiliano, che c'era ancora spazio per evitare l'esodo di una serie di personaggi anche se una battuta di Renzi di fatto lo negava . Quando Renzi diceva che elettoralmente nessuno seguirà i contestatori lo diceva sulla scorta dei precedenti. Unica eccezione quando ci fu la scissione socialista, seguita ad una fase di riunione, e parte dei socialisti fondarono il PSDI
Un SI e un NO. Vero che probabilmente il grosso seguirà Renzi ma nel contempo nessun recupero a sinistra, e parte in zona di centrosinistra. . Renzi anche ora, come prima, tira dritto dicendo che l'esclusiva della sinistra non ce l'ha nessuno.
Resta il fatto che se la scissione in Italia resta soprattutto materia di addetti ai lavori sulla base della scarsa credibilità dei politici non così altrove, nelle sedi che ci possono dare dispiaceri seri. L'Europa, La Finanza. La BCE. Le organizzazioni internazionali cresciute come funghi. Le agenzie di rating. Già siamo sul filo di un'infrazione che ci costerebbe caro, poi abbiamo un oscurissimo futuro per la prossima Finanziaria – anche se ha cambiato nome – E chi può  fidarsi del nostro Paese se in un momento difficile, in cui diventa problematico trovare lo zero virgola due del PIL, il Partito che esprime il Governo, - che ha alla Camera una maggioranza bulgara, che al Senato da una posizione minoritaria è passato dall'altra parte per via di un'irresistibile vento che ha sospinto diversi senatori a saltare il fosso -, ha le convulsioni?
Non possiamo pretendere, perfino quello che invece sarebbe giusto, se diamo l'immagine, e non solo immagine, di un Paese inaffidabile, diviso sostanzialmente in tre ma senza un leader carismatico come poteva sembrare un Renzi all'inizio che poi però ha dimenticato l'insegnamento del suo maestro princeps, ovvero quel Machiavelli che all'inizio avevamo chiamato Tommaso il suo nome (ex Matteo), Niccolò avendolo attribuito a Renzi. Era una sorta di interconnessione venuta meno col venir meno della capacità di ascolto, e quindi di adeguamento della sua corsa alla situazione reale, politica, economica, istituzionale.

Pur politicamente lontani dai DS avevamo tifato per il componimento, perchè venisse evitata la scissione per le ragioni dette dianzi, di interesse del Paese dimostrando che l'Italia può anche essere governata.

-   Dicevamo della necessità di un leader che non c'è.
Non lo hanno l grillini perchè di strada Di Maio ne deve ancora fare ed anche perchè andare alla guida del Paese significa avere uno staff adeguato per esperienza e competenza. Lo si è visto con Renzi, circondato da fedelissimi ma trovatosi alle sue cinque della sera, come scrisse Garcia Lorca, solo o quasi.

-   Dicevamo della necessità di un leader che non c'è.
Non lo ha il centro-destra nel quale Berlusconi invece di fare 'il padre nobile' vorrebbe essere ancora il trascinatore in vista, dopo il voto, di un Governo di necessità nel quale in qualche modo entrare. Sta affacciandosi la figura della Meloni, brava ma con strada ancora da fare, ma soprattutto ad oggi manca la colla o il Vinavil per tenere insieme quelli che non sappiamo se definire plotoni o compagnie. Prendendo in prestito la gerarchia militare duole, ma è mera constatazione, guardando indietro scoprire che riferendosi a quel tempo c'è politicamente da parlare di battaglioni e reggimenti o anche, a ritroso, delle legioni romane.

-   Dicevamo della necessità di un leader che non c'è.
Non lo hanno i DS. Non Emiliano anche perchè per noi è dubbio che la candidatura arrivi fino in fondo. Non Orlando, pure figura da rispettarsi, che potrebbe avviarsi ad esserlo se non ci fossero i paletti che ancora ci sono. Non Renzi perchè anche se vincesse le primarie sarebbe comunque un leader azzoppato mentre aspettando almeno un giro potrebbe essere restituito ai palchi di proscenio, rinnovato trampolino di lancio.

SondaggiDa aggiungersi un elemento che sembrerebbe estraneo al nostro argomentare. Non lo è perchè posizioni e scelte politiche sono fortemente influenzate dai sondaggi. Ormai sono diverse le occasioni in cui gli Istituti demoscopici sono andati  a sbattere contro il muro. Basta pensare al referendum, in teoria la pacchia per i sondaggisti avendo solo due opzioni, il SI e il NO. Ci ricordiamo quella vigilia quando non erano pochi i politici che davano il SI vincente? Se uno avesse detto che al SI sarebbe toccato il 60% sarebbe stato preso, al minimo, per un visionario. Lo scostamento tra Palazzo ed elettorato è ormai una costante, e così se andassimo alle urne ques'anno l'imprevedibilità sarebbe l'elemento determinante. Non ci sarebbero, per nessuno,  rendite di posizione in tempi in cui nel principale Paese del mondo c'è chi decide di candidarsi alle primarie e, fra la sorpresa generale le vince ma, sorpresa ancora maggiore, sconfigge la Clinton e entra alla Casa Bianca. In tempi in cui il Palazzo europeo vede, incredulo, che contro convinzioni, previsioni, sondaggi si sfferma Brexit.
Palazzo avvisato, Palazzo salvato? No.
gds

 

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