E QUESTO, DIECI GIORNI FA, ERA L'ATTO PRIMO: CRISI FINANZIARIA VISTA DA SONDRIO. SOS. OCCORRE LA POLITICA!!! 11 8 10 10

(Dal n. 21)

Siamo in una pericolosa spirale. La finanza è diventata un temibile Moloch senz'anima, animato spasmodicamente dall'esigenza di fare, costi quello che costi, profitti.

Destano sconcerto gli analisti che in TV cercano di interpretare in modo classico i flussi sinusoidali della Borsa, riferendosi cioè al reale (tassi di occupazione, decisioni di politica economica, disponibilità di materie prime, variabilità del petrolio) mentre chi domina è il virtuale. Tali analisti restano sorpresi nell'assistere alle tiepida reazione dei mercati a quel capolavoro politico che è stata negli USA l'intesa fra democratici e repubblicani per evitare il deafault. Sorpresa è se si resta nel campo del reale, non nel campo, oggi dominante, del virtuale.

Il dramma è che dovendo chi agisce nel finanziario fare profitti a tutti i costi capita che il rame vada alle stelle non perché le miniere si sono esaurite e i magazzini svuotati ma per le operazioni nel virtuale. Capita anche, e questo è drammaticamente colpevole, che il Moloch allunghi i suoi artigli anche sulle materie prime alimentari. Abbiamo in articoli precedenti (x) illustrato l'entità degli aumenti in pochi mesi e non perché sia intervenuta una carestia epocale.

Quando la speculazione internazionale arriva a questi punti e con una ciclopica massa di risorse virtuali la spirale è inarrestabile. E' toccato alla Grecia, han corso seri rischi Portogallo, Irlanda, Spagna. Ora gli speculatori hanno puntao le loro armi contro l'Italia che complessivamente sta meglio di molti altri ma che continua ad avere il terzo debito pubblico del mondo con i conseguenti rischi nel caso di oscillazioni all'insù dei tassi.

La realtà comunque è davanti agli occhi di tutti. Ormai le crisi sono cicliche perché il Moloch non può fare diversamente, e c'è chi si chiede se i suoi artigli non stiano puntando più in alto, addirittura sull'€uro.

Proseguendo su questa strada si va a finire, esempio da studiare, come Egitto e Tunisia dove però la questione non è finita con la fine di Ben Alì e Mubarak. Alla lunga le esigenze della spirale rischiano di portare a tanti Egitto e Tunisia, a sconvolgimenti sociale se non di peggio.

Sul piano economico-finanziario è vero che ci possono essere misure da prendere. Concordano i due nostri con valligiani, Giulio Tremonti e Quadro Curzio sulla indispensabilità degli eurobond e, sostanzialmente, di una politica europea guidata da un Ministro delle Finanze. Occorre però che torni a contare come un tempo la politica, quantomeno a livello europeo ma non solo.La finanza non può restare come scheggia impazzita arbitra di intere popolazioni. Non è cosa semplice ma l'alternativa è paurosa, per tutti, Moloch compreso.

GdS

(x) 10 marzo 2011, La Gazzetta di Sondrio. Titolo: "LIBIA E NORDAFRICA. L'ESASPERAZIONE PER I PREZZI ALLE STELLE DEI PRODOTTI ALIMENTARI VERO MOTORE DI QUEL CHE SUCCEDE. CHI SOFFIA NEL FUOCO? 11 3 10 49"

Dal testo: "Quando dal giugno dello scorso anno il riso aumenta del 20,6% la gente comincia a protestare ma se nello stesso tempo si registrano altri aumenti patologici e non fisiologici (Soia 59,6. Frumento 75,3. Mais 104,8. Zucchero 113,9) la gente esplode".

Editoriali