Il tormentone della soppressione delle Province

La sindrome Provinciofobica continua. La Corte castiga il Governo Monti, Il Governo Letta insiste. L'ignoranza domina. Si bleffa con le cifre perché risparmi non ce ne sono. Al territorio nessuno pensa. Il colmo è che via un Ente se ne crea un altro. D

L'articolo che segue è stato scritto per il quotidiano Il Giorno (il 9 luglio a pag. Sondrio III) quasi a braccio per i tempi posti e con limite di spazio. Appare pertanto opportuno riproporlo con note aggiuntive che ne facilitino la lettura completando così l'approfondimento. Numereremo le note sviluppandole poi in calce


Ping-pong istituzionale. La Corte Costituzionale dichiara l'illegittimità costituzionale, come del resto previsto e scontato (1), della parte del Decreto Salva Italia riguardante la soppressione delle Province. Questione di ore o quasi ed ecco che il Governo presenta il DdL che dovrà seguire il più complesso iter previsto per le modifiche alla Costituzione, doppia lettura ed eventuale referendum confermativo (2) .

Se approvato così com'è le Province cessano di esistere. Le funzioni da loro svolte passano a "forme associative fra i Comuni per l'esercizio delle funzioni di governo di area vasta". Di fatto una situazione già conosciuta in Valtellina con la Comunità Montana unica di 65 Comuni (3).

Il DdL va oltre: "Le Regioni sopprimono gli enti, le agenzie e gli organismi, comunque denominati, che svolgono, funzioni di governo di area vasta". Funerale dunque multiplo, Comunità montane comprese (4). De Profundis anche per i Consorzi BIM? No. Già il Governo Monti li aveva dovuti stralciare perchè non dipendono dalla finanza pubblica e confortano reiterate pronunce da parte della Consulta Unico Ente destinato a sopravvivere, anzi a riconquistare assoluta autonomia finanziaria (5).

Il Governo si dimentica, come il precedente, della "Città Metropolitana", l'unico Ente in grado di assicurare un reale risparmio. Grave inadempienza dato che la sua istituzione per legge doveva avvenire entro il 21 maggio 2012. Sintomatico.

La soppressione delle Province resta l'unica carta null'altro essendovi all'orizzonte, non superare il Senato, non ridurre i parlamentari, non intervenire sui Ministeri (6). E i temi sono gli stessi dimenticando l'articolata varietà dei Comuni e la complessità di una Regione-Stato come la Lombardia con i suoi 1544 Comuni e i quasi 10 milioni di abitanti.

Non fanno i conti con il Convitato di Pietra (7) rappresentato dal territorio con le sue problematiche: urbanistica, assetto idrogeologico, sismicità, ambiente, acque, cave, archeologia, montagna o mare. Problemi da governare, non da amministrare e chi governa non può non avere investitura popolare.

Alberto Frizziero

1) Questa la decisione della Corte Costituzionale."Il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio". Di conseguenza "ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 23, commi 4, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21 bis del decreto legge del 6 dicembre 2011".

Era cosa fin ovvia al punto che l'aveva sottolineato persino un giornale all'estrema periferia del Paese come il nostro. Severo, di conseguenza, il giudizio sull'avventata via imboccata dal Governo. Due infatti i casi. O pensavano realmente di farcela ed allora saremmo in presenza di analfabetismo in tema di diritto, ipotesi non credibile. O sapevano bene come sarebbe andata a finire ed allora saremmo in presenza di una scelta abnorme, quella di far finta di ignorare Costituzione e leggi procedendo, facendo perdere tempo al Parlamento, mettendo a soqquadro l'intero mondo delle autonomie locali. E per che cosa? Per l'immagine, come se la soppressione delle Province risolvesse i problemi, facendo finta di non sapere, e lasciandolo credere ai giornali e alla gente, con la soppressione non si risparmia un €uro, anzi i costi salgono.

2) Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti

3) La legge 1102/1971 istituiva le Comunità Montane attribuendo alle Regioni, in particolare, il compito di procedere alla zonizzazione. Il parto fu alquanto movimentato con la DC, allora maggioranza assoluta, favorevole alla unica Comunità provinciale. La sinistra, ed anche una parte della sinistra DC, su posizioni diverse. Il PSI era per 5 CC.MM., il PCI per 4. La Valchiavenna, 7 Comuni a 6, per l'autonomia. Nacque così la C.M. Unica di Valtellina, 65 Comuni, oltre 2600 kmq di territorio, Assemblea di 205 membri Con Presidente, 8 assessori, sei commissioni consigliari.

La C.M. Unica dimostrò subito grande potenzialità con una serie di risultati qualcuno dei quali, visto con l'obiettività del tempo trascorso, addirittura strabiliante. Un solo esempio: dall'incarico progettuale al prof. Darios ai due appalti per la SS38, Tartano e Sernio-Mazzo, un anno e mezzo. L'ANAS non aveva ancora il triennale gestendo un magrissimo bilancio eppure, vista l'efficienza della C.M. Unica, rastrellò tutte le risorse disponibili, passando davanti a decine di progetti in attesa da anni, appaltò i lavori che, opportunamente seguiti, portarono rapidamente al risultato. Il Piano Territoriale vide l'apporto di tutta la cultura di Valle con le maggiori personalità della politica e delle professioni impegnati a disegnare il nostro futuro. Ne uscì quanto di meglio era stato fatto sin allora in Italia. Potremmo andare avanti con le citazioni.

Troppo forte la C.M. che dava fastidio a Milano con frange importanti anche in Valle che puntavano alla divisione. E la gigantesca fesseria fu consumata, come del resto poco tempo dopo riconobbero gli stessi fautori della divisione anche perchè si accorsero che quello che aveva sostenuto qualcuno di noi era purtroppo vero, Le piccole CC.MM. Nacquero prive del potere fondamentale che la legge 1102 aveva attribuito alle CC.MM. Che però, per esercitarlo, richiedeva adeguata dimensione oltre che personale politico conseguente.

4) Il testo è chiaro e non consente divagazioni sul tema.

5) Gli atti parlamentari documentano come i Consorzi BIM, inseriti in un primo momento fra le vittime sacrificali del Governo Monti, furono ovviamente cancellati quando a Roma si accorsero che non un €uro viene loro dalla finanza pubblica. Quanto alle ricorrenti litanie di sopprimerli e via dicendo il suggerimento a chi la pensa in questo modo é semplicemente quello di documentarsi. In linea di diritto ci ha pensato, reiteratamente, la Corte Costituzionale che fino a prova contraria ...detta legge, come è il caso di dire. Per fortuna in quanto il solo passaggio dei sovracanoni ad altro soggetto - peraltro quasi impossibile per i citati pronunciamenti della Consulta -, quale fosse, sarebbe dannosissimo per le comunità interessate. Se qualcuno è un seguace di San Tommaso e vorrebbe vederci chiaro in queste pronunce e nel resto c'è a disposizione il mio voluminoso Dossier che ha fatto il giro d'Italia senza avere avuto finora alcuna obiezione o riserva. Di seguito:

http://www.gazzettadisondrio.it/20872-dossier_bim__appendice_____indice_...

6) Il Governo scomoda la Consulta per le Province ma dimenica di aggiungere altre cose almeno di pari importanza, anzi ben più rilevanti. Due Camere che fanno la stessa cosa, dicono tutti, non hanno più senso. Il Senato va trasformato in Camera delle Regioni. E allora perchè il Governo lo ha dimenticato, o dovuto dimenticarlo? 945 parlamentari sono troppi. Vanno ridotti, dicono tutti. E allora perchè il Governo lo ha dimenticato, o dovuto dimenticarlo? Ci sono Ministeri che abbiamo soppresso con il nostro voto referebndario e che, novella Araba Fenice, sono risorti dalle loro ceneri solo cambiando nome. E allora perchè il Governo lo ha dimenticato, o dovuto dimenticarlo? E c'è un altro elemento che aggiungiamo. Si parla di Province. Ma che ci sta a fare una Regione come il Molise con una popolazione trenta volte inferiore di quella lombarda - e un territorio nemanche una volta e mezzo quello della nostra provincia, nata per partenogenesi dall'Abruzzo 50 anni fa, con allora una sola provincia? Resta solo perchè è la Regione di Di Pietro? E ha senso la stessa Basilicata, poco più di mezzo milione di abitanti nelle due province? Facciano i conti quanto costano queste due Regioni. Tanto quanto costano decine di Province sommate insieme...

7) Fondamentale resta, a questo proposito, la differenza tra l'amministrare e il governare. La soluzione proposta dal DdL governativo per lo svolgimento delle funzioni di area vasta può andare bene, sia pure fino a un certo punto, se si tratta di amministrare, non di governare. L'archetipo ne é il territorio. Il primo livello è quello del Comune che lo declina in relazione alle esigenze della comunità locale ma in quale quadro? E con quale controllo? Per stare ad un riferimento di moda, c'è un evidente conflitto di interessi i Comuni che fanno il quadro ed esercitano i controlli sui Comuni. La Regione allora? Ci pensate a Milano che esamina e valuta i 1544 Piani di Governo del Territorio nella logica urbanistica del nuovo strumento rispetto allo storico Piano regolatore generale?E che stabilisce il da farsi per le acque, per l'ambiente, per le cave e via dicendo?

8) Fin ovvia, e comunque, l'investitura popolare. Si colpevolizza la legge elettorale perché non consente di scegliere i parlamentari. E qui si chiudono le Province, senza chiudere le sedi perché il personale c'è e le funzioni debbono continuare, senza risparmiare dunque. A un Ente che sparisce un altro però ne prende il posto con la differenza che ci viene scippata la possibilità di scegliere con il nostro voto chi deve governare la nostra zona. In nome di una demagogia eretta a sistema.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali