Riforme: aria di regime (!). E la Valtellina? Che fregatura!

Hanno illuso Sondrio e Belluno mentre l'Oltre Stelvio gode. Servono iniziative autonomistiche di medio-lungo periodo

Costituzione. Non 'la difendono' più

E così la riforma della Costituzione sta prendendo forma. Qualche anno fa c'erano state proposte dell'allora Governo di centrodestra, approvate dal Parlamento ma non dal successivo referendum popolare. Niente da paragonarsi al terremoto odierno, eppure allora si riempivano le piazze “per la difesa della Costituzione”.  Oggi di quelli allora in piazza ne sono rimasti pochi, eppure siamo di fronte ad una svolta profonda, ben oltre i singoli aspetti.

La grande intesa alla Costituente
Il nostro Paese è andato sviluppandosi non in forma piramidale ma multipolare sia nell'ambito istituzionale che, più ampiamente, nella società italiana.
Istituzioni: due Camere e le Regioni con potestà legislativa, Province e Comuni “Enti autarchici fondamentali”.e, come tali, interlocutori politici, A latere un corollario, decisamente eccessivo, di Enti operativi. Poi altri centri di potere esterni; i sindacati, soggetti di categoria, finanza. Era stato il frutto di un ampio approfondimento con amplissimo consenso

La tristezza di riforme a colpi di maggioranza
Cambia tutto: il sistema multipolare sta crollando sotto i colpi del Renzisno in nome del decisionismo. Su 630 deputati a favore sono stati 357, contro 125, fuori aula 148. Una sconfitta per la democrazia reale tenuto conto che modifica la Costituzione una forza politica, con qualche aggiunta, che alle elezioni ha avuto meno di un terzo dei voti validi, con una sproporzione democratica per effetto del primio di maggioranza che ha dato con pochi voti tanti deputati

Crolla dunque il sistema multipolare
Via, di fatto, il Senato per una semplificazione che è sì di competenze ma che raggiunge il fine ultimo di agevolare Palazzo Chigi non disturbando il manovratore e neppure gli italiani ai quali si va incontro evitando il fastidio di andare a votare con due schede. D'ora in poi basterà quella per la Camera  Abolita infatti la chiamata alle urne degli italiani senatori essendo previsti solo i nominati scelti fra gli addetti ai lavori. Si sa che da una elezione può sempre uscire la sorpresa; meglio evitare rischi.
-  Via le Province, interlocutore politico, quasi 3.000 essendo prima gli amministratori provinciali con l'Ente di area vasta che succederà nient'altro che agenzia. Anche qui tolto agli italiani il disturbo di dovere andare al seggio, prendere una scheda, andare in cabina, fare una croce e scegliere fra i candidati.
-  Via per larga parte le Regioni. Più avanti pubblicheremo il nuovo quadro. Fortemente indebolite nelle competenze e più ancora per i tagli finanziari dovranno fare i conti con le aree metropolitane. Non solo. Spogliate di un sacco di prerogative, altro che federalismo, un centralismo bieco consente allo Stato di entrare a man bassa anche nelle materie di competenza stretta regionale: “Su proposta del governo, la Camera potrà approvare leggi nei campi di competenza delle Regioni, quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”. Roba da 'Partito unico'. Colpisce al riguardo l'accettazione supina da parte delle Regioni, quasi tutte di sinistra, da sempre, fino evidentemente a ieri, su posizioni autonomistiche rispetto a Roma, e l'obbedienza a ragion di partito rispetto ai doveri istituzionali
-  Emarginati i Comuni. Caricati i Sindaci di competenze, gratis et amore Dei (per compensare il monte di soldi che fluisce nelle tasche dei parlamentari, solo i grillini avendo rinunciato ad una parte consistente?), stangati i bilanci, indebolita la loro associazione di categoria avendo perso i maggiori Comuni italiani, l'interlocuzione politica, un tempo fortissima, spappolata.
-  Sindacati fuori della porta. Un po' meno Confindustria ma comunque in anticamera. Dietro le quinte altro paio di maniche con altri soggetti...

Trionfo del centralismo
Dai tempi del cavalier Benito Mussolini, detto Duce, – per quelli delle nuove generazioni che non ne sono a conoscenza Presidente del Consiglio, incaricato (formalmente) dal Re. nel periodo compreso tra il 31.10.1925 e il 25.8.1943 – nessun  Capo del Governo si è trovato nella situazione privilegiata che il nuovo quadro istituzionale sta configurando.

Più operatività, meno democrazia
Non c'è dubbio che più strette sono le maglie del centralismo e più se ne può giovare l'operatività. Vanto del fascismo erano la puntualità dei treni  (raggiunti su linea ordinaria i 203 km/h, record mondiale), il Nastro Azzurro conquistato dal transatlantico Rex, il primo aereo al mondo a reazione (statoreattore, il Caproni-Campini). E poi l'IRI, le mutue, le leggi sul territorio, la bonifica pontina, la lotta alla malaria, al gozzo e alla TBC, vedasi Morelli e quant'altro.
Un uomo solo al comando non ha problemi di consenso, non deve 'perdere tempo' a discutere, il bene per tutti marcia con lui... Guardiamo giù a Roma di questi tempo. Si vuol discutere?  Qualche ora ve la dò, dite la vostra ma tanto si fa quello che voglio io. E se le ore non vi bastano, o se alzate la cresta faccio un decreto e metto la fiducia. Per carità, però, non mettiamo il Cavaliere di Predappio e il boy scout di Firenze sullo stesso piano. Fra le due località ci sono solo 102 km ma politicamente c'è distanza non misurabile, ovvio. L'opporsi allora non era infatti consentito. L'opporsi oggi, è vero, non serve a nulla (vedansi le posizioni delle minoranze PD) ma è però possibile.

Lo dicono loro
Al volo, alcuni commenti da sinistra:
-  Bersani: “il combinato disposto di  legge elettorale e  riforme crea una situazione insostenibile per la democrazia”
-  Vendola: Costituzione è il fondamento della vita democratica. E stravolgerla con la logica dei colpi di mano nella direzione sbagliata è grave. Questa cosiddetta riforma serve a dare sempre più potere a chi il potere ce l’ha, e a rendere il popolo sempre più una comparsa sulla scena della vita pubblica
-  Ostellino riferendosi ai media su Renzi parla di Minculpop che era il Ministero della Cultura Popolare che aveva il compito di controllo sulla cultura e di organizzazione della propaganda del fascismo. Le veline per i giornali, i filmati dell'Istituto Luce ma anche la radio in ogni classe. Nelle aule di Ponte appeso al muro c'era l'altoparlante che diffondeva le trasmissioni radio, quelle ovviamente di interesse.
-  Pansa: a fronte della dichiarazione di Renzi su 'L'Espresso' «Per il governo io ho in testa il modello di una giunta che funziona con un forte potere di indirizzo del sindaco». “In apparenza la parola «giunta» è innocua. Ma pronunciata dal nostro premier assume un significato equivoco. La politica mondiale ne ha conosciute molte di giunte, comprese quelle dei militari golpisti. E dal dopoguerra in poi abbiamo visto molti leader autoritari che sostenevano di essere soltanto gli amministratori della loro nazione”.
Scalfari (!!!) su 'La Repubblica' ha parlato di democratura, combinando democrazia e nomenklatura, (in Russia era la lista di tutti gli incarichi di ogni tipo, persino della cultura, assegnati dal Partito, quindi dal leader di turno).

Sindaco d'Italia
Lo dicono d'altronde molti parlamentari del PD stesso, che si sta pagando un prezzo troppo alto, ahimè meno democrazia. D'altronde il suo disegno Renzi non l'ha nascosto dicendo di voler essere “il Sindaco d'Italia, e il Governo come la sua Giunta”.
Errore catastrofico. Il Sindaco per molti versi è oggi in larga parte Podestà. Basti pensare al fatto che se decide di andare a casa ci vanno tutti, assessori e consiglieri. Ha strumenti, ad esempio l'ordinanza, che il Presidente del Consiglio non ha. Il Sindaco ha un Consiglio che è inevitabilmente in posizione subordinata, sia per ragion politica che per competenze ridotte all'osso. Parte notevole dell'attività fa capo alla Giunta e quindi al Sindaco, parte ai funzionari che ovviamente è difficile possano prendere posizioni diverse mentre sul Premier ci sono ben altri condizionamenti (Europa, Ragioneria dello Stato, Corte dei Conti, Consiglio di Stato ecc. ecc.).
Il Parlamento non può essere trattato alla stergua del Consiglio Comunale. Prima o poi i nodi vengono al pettine come dimostra lo scontro Boldrini-Renzi che, se non andiamo errati, è la prima vola che si verifica nella storia della Repubblica.

Renzi è piaciuto con i suoi modi che hanno fatto passare in secondo piano la terribile pugnalata inferita a Enrico Letta. Il combinato disposto imtellettuale alla base del suo operare viene dal suo conterraneo Machiavelli – che Principe! - e da Gramsci – la via Gramsciana al socialismo -.Un messaggio però viene da terra terra, dalla saggezza popolare: 'il troppo stroppia'.
Ed ora la fregatura.

Valtellina, che fregatura!
Abbiano tutti salutato positivamente quella parte delle cosiddetta legge Del Rio che così recita: Le regioni riconoscono alle province  di  cui  al  comma  3,  secondo periodo, forme particolari di  autonomia  nelle  materie  di  cui  al predetto articolo 117, commi terzo e quarto, della Costituzione. E il comma 3: “3. Le province sono enti territoriali di area vasta disciplinati ai sensi dei commi da 51 a 100. ALLE PROVINCE CON TERRITORIO INTERAMENTE MONTANO  E  CONFINANTI  CON  PAESI  STRANIERI  SONO  RICONOSCIUTE  LE SPECIFICITA’ DI CUI AI COMMI DA 51 A 57 E DA 85 A 97.
C'è anche il comma 57. “Gli statuti delle province di cui al comma 3, secondo  periodo, possono prevedere, d’intesa con la regione, la costituzione  di  zone omogenee per specifiche  funzioni,  con  organismi  di  coordinamento collegati agli organi provinciali senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Comunità Montane possibili cioè ma senza soldi.

Punto critico 1. La Riforma abolisce le Province. Cade anche la norma particolare per Sondrio e Belluno. Pensiamo che la norma possa venire recuperata nella fase attuativa della eliminazione delle Province e creazioni degli Enti a larga maglia.

Punto critico 2. Supposto che si realizzi quanto al punti precedente attendiamo di vedere quali “forme particolari di  autonomia” la Regione ci riconoscerà visto che si deve trattare di materie di cui all'art. 117 della Costituzione.
IL VUOTO visto che tutte quelle materie che oggi sono di legislazione 'concorrente' (potestà legislativa regionale, leggi quadro statali) lo Stato se le riprende tutte compresa quello che ci interessa di più

Addio acque...
Infatti nel nuovo testo dell'articolo 117, secondo comma, le materie nelle quali allo Stato è riconosciuta potestà legislativa esclusiva sono le
seguenti: e qui l'elenco. Alla lettera v si legge “ PRODUZIONE, TRASPORTO E DISTRIBUZIONE NAZIONALI DELL'ENERGIA”.
Addio speranze. Il solco con quelli Oltre Stelvio si amplia. A loro tutto a noi cose che in fin dei conti avevamo già perchè la Regione ci aveva già passato le deleghe.

Bisognerà cominciare ad iscriversi http://www.reziautonoma.eu/. Nel 1874 il “Comitato Retico Autonomo” era servito, e c'era la Comunità unica. Occasione follemente perduta.con la divisione in quattro follemente attuata. Historia docet e ci indica la strada da percorrere...
Alberto Frizziero
 

Alberto Frizziero
Editoriali