Sondrio 14.3 FRANCESCO, GLI ALTRI PAPI E LO SPIRITO SANTO

Habemus Papam: José Mario Bergoglio, il 266° assurto al soglio di San Pietro lo stesso giorno in cui divenne Papa (il 48°) S. Felice III nell'anno 483, che lo fu sino al 25 febbraio di nove anni dopo. E' sepolto nella Basilica di S. Paolo fuori delle Mura in Roma e sicuramente il nuovo Pontefice andrà a pregare sulla sua tomba.

Altri due Papi da ricordare, quelli diventati tali nel giorno della nascita del Pontefice, giovedì 17 dicembre 1936). Si tratta di San Caio e San Siricio. Il primo divenne Papa (il 28°) nel 283 e sino al 22.4.296. E' sepolto nelle Catacombe di San Callisto. Il secondo lo divenne (38°) nel 384 e lo fu sino al 26.11.399. Sepolto nelle Catacombe di Priscilla.

Ormai 'dell'argentino' si sa tutto anche se a molti é sfuggito un particolare molto importante ovvero la vocazione tardiva, venne infatti ordinato sacerdote nel 1969, quattro giorni prima del 33° compleanno.

E' il primo a scegliere il nome del Poverello di Assisi, San Francesco, nato Giovanni Francesco Bernardone di Pietro (Assisi, 26 settembre 1182 + Assisi, 3 ottobre 1226).

La conferma che chi entra in Conclave Papa ne esce Cardinale. L'ennesima conferma che le previsioni della vigilia vengono regolarmente sbaragliate dalla scelta dei Cardinali.

Per chi non crede la ragione é semplice: ogni analisi la fanno pensando a elezioni secondo i normali criteri che vengono usati per scegliere un numero uno. Nei partiti, nelle associazioni, in certe società eccetera. Non é così. C'é questa componente, propria della natura umana, ma ce n'é anche un'altra che chi non crede non ha presente, non avverte, non sente, ed é quella data dalla Fede.

Per chi crede vigila, suggerisce e determina lo Spirito Santo.

Lo Spirito Santo

1978, lunedì 16 ottobre, pomeriggio inoltrato. Siamo dal segretario del Comune di Sondrio, Ernesto Cerretti, il sottoscritto, allora Sindaco di una Giunta monocolore minoritaria, e Sergio Bettini, capogruppo del gruppo consiliare DC, 17 su 40). Chiama la consorte del segretario, la giornalista Giuliana, che quasi urla: "fumata bianca!".

Aperto il televisore, si attende. La piazza si sta riempiendo, arriva un drappello d'onore dell'esercito, l'attesa non é molta ma era sembrata lunghissima. Eccoli: "annuntio vobis ecc. e poi: Cardinale Karol e chissà che nome. Non si é capito niente. Ci guardiamo ma siamo del tutto spaesati come lo é anche il conduttore della TV. Passa del tempo finché questo riesce a dire che il 264° Vescovo di Roma é - grandissima sorpresa! - nientemeno che un polacco ma non il Cardinale Stefan Wyszynski, un pilastro della Chiesa cattolica nella Polonia stalinista (arrestato e internato fra il '53 e il '56), bensì l'arcivescovo di Cracovia dal nome difficile, Karol Jòzef Wojtyla. Ci guardiamo, colpiti, e Bettini esce con una frase formidabilmente significativa: "Allora é proprio vero che c'é lo Spirito Santo!".

Il gabbiano

Ieri ci é venuto in mente questo passaggio, accostandolo a quella immagine - singolarissima coincidenza - del gabbiano sul camino della fumata bianca. Colomba, tradizionale simbolo della pace, o gabbiano non importa. Un simbolo di quel che stavano combinando i Cardinali lì sotto, con inattesa rapidità e con sorprendente qualità di una scelta che abbina la legge francescanamente dell'amore con la profondità intellettuale e dottrinaria propria dei Gesuiti.

In tempi durissimi, fra tribolazioni che hanno colpito anche la Chiesa, in un mondo sempre più secolarizzato, con una scala dei valori stravolta, con un edonismo che viaggia a braccetto della colonizzazione di cui siamo tutti vittime ad opera di un Moloch che si chiama finanza, con l'arrembante filosofia dei diritti e la sempre più sbiadita ombra dei doveri, con, infine, una Europa debosciata che maschera a fatica un declino morale prima ancora che culturale, la scelta del 13 marzo é un fattore di speranza. Non di miracoli, ma di inversioni di tendenze, di passi in avanti.

Papa Francesco viene dall'America Latina, continente giovane, continente con un cattolicesimo in forte espansione anche per il suo carattere popolare e moderno. Non girerà in autobus o in metro a Roma come faceva a Buenos Aires. Dovrà per la prima volta avere un segretario personale. Chissà che non visiti Firenze e Pescarenico vista la sua passione per la Divina Commedia e per i Promessi Sposi. Non lo vedremo all'Olimpico ma, vista la sua passione per il calcio, non si sa mai. Quello che conta é lo spirito con il quale si accinge a dare respiro da terzo millennio alla Chiesa universale, fermi i principi, la famiglia in primis.

Secondo la profezia di Malachia, il 111° Papa, da Celestino II in poi, dovrebbe essere anche l'ultimo, prima della fine della Chiesa e di Roma. Il 111°, l'attuale. Avrebbe però dovuto essere "Pietro il Romano" (Petrus Romanus) tanto che aveva fatto dire a qualcuno che "Pietro Romano potrebbe essere il Cardinale Tarcisio PIETRO Bertone, nato a ROMANO Canavese".

Niente da vedere fra Malachia e un Papa venuto invece, come ha detto subito, quasi dalla fine del mondo (a proposito: che la FINE fosse quella della CURIA Romana...?)

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali