Pierfranco ci ha lasciato. Un ricordo di Pierfranco

Il 14 gennaio è rimbalzata in Valle la notizia che ha chiuso la sua esistenza l’ing. Pierfranco Forlani, classe 1938. Non c’entra il virus ma un male che aveva manifestato i suoi primi sintomi l’estate scorsa e che ha voluto arrivare fino in fondo, per averla, purtroppo, vinta. Lo piangono la sposa, Luigia, oltre 50 anni in comunione di vita insieme, i figli Elisa e Marco (per lui è mancato il superpapà) oltre alla sorella Matilde. Il cordoglio, certo, ma quale la ragione per proporlo da un monitor di giornale? Non una ragione, ma le ragioni, però con una premessa significativa. Qualche settimana fa, giunti i referti che sancivano nel loro terribile linguaggio l’ineluttabile, Pierfranco seppe affrontare la nuova situazione, Ora, appunto, le ragioni.

1...La prima ha forse poco di taglio giornalistico che cede il passo alla umanità. Ed ecco dunque un effluvio di ricordi. I primi, chissà perché quelli, le partite di basket nella squadra del Liceo Scientifico, allora non ancora Donegani. Forse perché eravamo noi due i trascinatori contro le altre scuole cittadine, primo mattone della nostra amicizia. I ricordi della maturità, la prima del nuovo Liceo sondriese, soli 9 studenti in tutto (Calvario, Cambiaghi, Forlani, Frizziero, Massera, Orvini, Pedrini, Pelfini e Gerardo Zecchino morto anzitempo poco dopo). In alcune cose fra noi due lontani: la caccia, la pesca, lo sci d’inverno mentre chi scrive puntava su altri interessi. In altre invece quasi in simbiosi, frutto anche dei tempi. La prima vacanza da soli, la prima vicini a casa, in quel di Rimini. L’anno dopo a gironzolare in Europa. L’anno dopo ancora fino a Gibilterra in 6000 km incontrando solo un’auto italiana, dettaglio illuminante perché fornisce il quadro dei tempi, di quei tempi. Quando, quindi, si imparava, quando si mettevano a profitto tante cose, quando si incontravano tante conoscenze che poi sarebbero servite nella nostra vita.

In comune poi una grande fortuna. Ancora al Liceo, verso la fine, entrambi avevamo avuto in sorte una compagna che allora non veniva chiamata ragazza ma fidanzata. Una doppia fortuna, da un lato per aver completato ante litteram il quadro familiare che ha retto benissimo, e dall’altro per la corrispondenza che c’era fra la coppia di amici, noi due, con quella delle due amiche..

Divertenti - come dimenticarle? - le nostre partite a carte. Da quando andando a Gibilterra era di prammatica la quotidiana scopa d’assi fino alle recenti partite di burraco (rimpiango affettuosamente i suoi soliti rimproveri perché mi accusava regolarmente di non saper giocare…).
Umanità, certo, un effluvio. E, grosso come una casa, il rimpianto.

2...Assai corposa la scheda professionale, solo alcuni cenni.

Dopo la laurea in ingegneria chimica al Politecnico di Milano la sua prima qualificata occupazione. A metà degli anni 60 inizia a lavorare in Snamprogetti, nota Società internazionale leader nella progettazione di impianti petroliferi, chimici, produzione energia e fertilizzanti. Poi un impegno non facile non solo professionalmente ma anche umanamente ovvero la trasferta di due anni in Argentina (inospitale Patagonia) temperata la presenza laggiù della consorte in un villaggio predisposto dall’ENI.

Periodo significativo l’inizio degli anni 70 quando diventa Direttore Generale di INGECO Spa, Società internazionale leader nella progettazione di impianti petroliferi, chimici, produzione energia e fertilizzanti. Realizza diversi complessi industriali in Italia ed all’estero (IRAQ, IRAN, SOMALIA). Inizio anni 80, diventa Amministratore Delegato del Gruppo Rossetti, Gruppo leader nella realizzazione di impianti di trattamento acque nel settore pubblico e privato. Poi a metà anni 80 fonda e diventa Amministratore Delegato di diverse Società sempre nell’ambito della progettazione e realizzazione di impianti petroliferi, chimici e di produzione della Energia.

Il pensiero corre a quella steppa sudamericana che sicuramente sarà costata non poco a lui e sposa ma anche a quel binario che parte sì da laggiù per arrivare però come ultima stazione, e che stazione!, quella della SIMECO SPA, Società di Ingegneria e Contracting nei settori petroliferi, chimici e di produzione della energia, di cui perdura oggi la qualifica. Tutt’ora Presidente infatti, impegnato, di tale società così descritta dalla prestigiosa rivista PLATINUM internazionalmente distribuita: “un’engineering and contracting company, specializzata in impianti oil & gas, energia, gasdotti e oleodotti, piattaforme off-shore e pontili. Azienda affermata sui mercati internazionali che, oltre allo sviluppo dei servizi di processo, ingegneria, procurement e assistenza alla costruzione e avviamento degli impianti, fornisce altresì apparecchiature, materiali e impianti completi. E il portafoglio clienti parla da sé: Saipem, Eni, Polimeri Europa, Tecnimont, Abb, e le principali raffinerie italiane sono solo alcune delle grandi realtà che riconoscono in Simeco valori come l’elevata esperienza, la professionalità del personale, la qualità dei servizi offerti, la flessibilità dell’organizzazione, capace di integrarsi rapidamente con quella dei clienti interpretandone al meglio le esigenze. Fondata da Pierfranco Forlani, l’attuale presidente, con altri due soci (Roberto Gasperini e Ivo Guarinoni), Simeco è L’ingegneria giovane e vincente Simeco: uno specialista d’eccellenza nella progettazione e realizzazione d’impianti di grande complessità gestita con successo e continuità dalla seconda generazione”.
Pierfranco aveva nel cuore Albosaggia, il suo paese natio, la sua terra, l’azienda agricola di famiglia, là alla Moia, la casa di famiglia, un ex monastero con una cappelletta. Con il suo fido famiglio eccolo quindi, da imprenditore agricolo, affiancare alle tecnologie industriali l’amore per la terra, del resto ereditato da suo papà esperto in materia.

3… Non è così fuori posto il monitor di giornale perché in realtà da una posizione, da una vita, da una esperienza è sempre possibile trarre elementi positivi, comunque accrescere la conoscenza.
Pierfranco, come altri sei colleghi sugli 8 usciti dal Liceo (oltre Zecchino) dopo la laurea se ne è andato. Come altri usciti dal Classico all’Università essendo possibile di arrivarci solo dai Licei. Potremmo allungare le citazioni, dai Pedeferri a Biglioli, a Quadrio e via dicendo. Una provincia di soli, oggi, 180.000 abitanti quale contributo ha dato e sta dando alla comunità regionale e a quella nazionale. Se ne prenda esempio, ma anche per non dimenticare da dove si è venuti, così come Pierfranco Forlani che solo a sentir parlare di Albosaggia entrava, comprensibilmente e giustamente, in fibrillazione.

Il ricordo delle radici ma anche dei maestri.

f.

 

Editoriali