CELENTANO: HA PAURA E SPARA GROSSO. IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI MA PERCHE' CRITICARLO? LE CRITICHE LO ESALTANO. MEGLIO COMPATIRLO, POVERACCIO (non dal punto di vista economico) 12.2.10.26
Celentano.
Siluri contro Avvenire, Famiglia Cristiana, Grasso del Corriere della Sera.
Siluro contro la Corte Costituzionale, dalla emittente pubblica.
Reazioni secche perfino dal garantista Presidente della RAI.
Qualche ipotesi (e chi non è d'accordo scriva).
Doveva sparare grosso.
Ha paura.
Doveva andare in TV a Sanremo, a tutti i costi. C'era una mezza rivoluzione in Italia per la sua incredibile parcella dii 300.000 €uro. Pur di andare in TV comunque e far rientrare l'ondata di critiche ha trovato la soluzione dicendo che il compenso sarebbe andato in beneficenza dando - altra trovata pubblicitaria - ai Sindaci di alcune città il compito di scegliere a chi distribuirli.
Aveva paura.
Aveva disperato bisogno di continuare nella sua immagine di numero uno.
Non lo era più. Un paio di mesi fa Fiorello con un normale spettacolo, senza cioè il gigantesco supporto della macchina del Festival di Sanremo, era arrivato a livelli astronomici di audience ridicolizzando le emittenti concorrenti di RAI 1.
Aveva dunque paura di non poter essere più il numero uno.
Dopo lo show del compenso e gigionate connesse, doveva scegliere su chi e come sparare. Ha trovato. Ambienti cattolici e Corte massima. Coda polemica assicurata. Vecchio cliché dei pubblicitari "si parli di me, bene o male non importa, importa che se ne parli". Un modo non immorale ma peggio, vale a dire 'amorale', di ottenere il risultato.
Aveva, un po' di tempo fa, in altra trasmissione dal titolo indicativo, scelto come tema su cui sparare la legge sulla donazione degli organi. La rivolta dei trapiantati, di quelli in liste di attesa che solo da un organo nuovo possono avere speranza di vita, di tanti di ogni estrazione politica e sociale, costrinse il nostro nella successiva puntata a dedicare tantissimo tempo ad un esperto, il prof. Remuzzi che non grande chiarezza rimise a posto le cose.
Il trucco: provocare le critiche. Sale la polemica, aumenta l'interesse, gli sponsor sono contenti.
Perchè allora commettere l'errore di criticarlo?
Compatirlo.
Non occorre che sia la maggioranza a farlo. Bastano anche pochi.
Il personaggio ha paura, l'adience può, almeno momentaneamente, fargliela passare, ma se parte il germe della compassione l'umiliazione è profonda.
E giusta.
GdS