L'on. Provera Sindaco? Oppure chi?

In calce la triste crisi dei quotidiani cartacei

Al di fuori delle edicole valtellinesi tre locandine richiamano l'attenzione dei lettori di carta stampata sempre meno numerosi – ci riferiamo ai dati nazionali, ufficiali che riportiamo in calce – dei due quotidiani, Il Giorno e La Provincia, e del settimanale Centro Valle. More solito le locandine, ovunque, si esaltano con i toni forti che si traducono  in genere in titoloni roboanti. Eccezione a questa prassi il Centro Valle  delle 17.000 copie che aveva scelto, con caratteri modesti, di indicare un indice dei principali articoli, rivelatasi allora la via più efficace,  una scelta che forse potrebbe essere attuale. Basterebbe provare.

Provera Sindaco. O chi?
Nella logica di cui sopra il titolone apparso nei giorni passati: PROVERA SINDACO. Qualcuno potrebbe chiedersi se per caso in autunno si  deve andare a votare. No, non si vota dato che il mandato per l'attuale Amministrazione ricevuto dal 57,3% dei voti validi dati a Molteni dai sondriesi, è datato 2013. Prima della primavera del 2018 non si vota salvo che il Sindaco dia le dimissioni (magari nell'improbabile caso di elezioni anticipate e suo  trasloco a Roma, peraltro improbabile avendo Del Barba radici solide laggiù.

Provera, presentazione
Provera. Che Provera le qualità le abbia non c'è dubbio. E' stato in Consiglio Comunale, poi in Consiglio Provinciale alla Presidenza della Giunta. Due mandati da deputato. Due mandati da senatore. A Palazzo Madama per due volte e con voto unanime (!) Presidente della Commissione Esteri di cui facevano parte i “big” a cominciare da Andreotti, e come tale impegnato in molte missioni estere. Quindi trasloco in Europa. Da europarlamentare Vicepresidente della Commissione Esteri con ruolo di primo piano anche per l'esperienza acquisita. Ancora oggi impegnato sul fronte internazionale.

Provera Sindaco se...
Per fare il Sindaco, accertato che le credenziali le ha, occorrono però tre contestuali elementi.
Il primo che lui sia disponibile.
Il secondo che si formi un'adeguata coalizione.
Il terzo che questa coalizione vinca le elezioni.

Molteni lascia. Senza erede (a oggi)
Non ci sarà più Molteni nella Stua e qualcuno del suo versante politico sostiene che, preoccupato, occorre costruire una candidatura perchè lui “non ha creato le condizioni politiche” per far fare a qualcuno dei suoi attuali collaboratori il salto verso la fascia tricolore. Da tenere conto che lui, pur diventando Sindaco, non ha mai vinto le elezioni. In realtà le hanno perse i suoi avversari dato che il  voto alle elezioni politiche arrivava ai due terzi, con una differenza  quindi che non sarebbe riuscito a colmare neppure  l'indubbio appeal personale di Molteni che qualche punto lo valeva.

Le peripezie del centrodestra
Le cose invece sono andate diversamente o per difficoltà di coalizione, o per difficoltà di scelta del candidato o ancora per una presentazione delle candidature all'ultimo momento. Così il centrodestra è riuscito a perderle tutte, meno una volta quando Molteni per legge non poteva candidarsi a primo cittadino avendo alle spalle due mandati consecutivi. Vinse allora il centro-destra, - che trovò una soluzione solo in zona Cesarini - per una cinquantina di voti su Angelo Schena che però sarebbe stato lui a vincere se non ci fosse stata la cocciuta difesa di quel senso unico di Via Ragazzi del '99 che gli aveva fatto perdere centinaia di voti. Un senso unico poi subito cambiato, come era logico ma quando i buoi erano usciti dalla stalla.

Provera e gli altri due
In teoria il centrodestra con Provera, in teorica poule, ha, pure in teoria, altri due 'pezzi da novanta' non in contrapposizione tra loro. Bisogna vedere se loro sono disponibili, se nasce la necessaria coalizione, se giocano di anticipo e non di ritardissimo come sinora.

Preoccupazioni a sinistra
Provera Sindaco sulla locandina. Ma se invece dovesse vincere la sinistra qual nome metterebbe il giornale che è uscito con Provera prima della parola Sindaco?
La preoccupazione nell'area di sinistra – quale e quanta tutta da vedere - citata all'inizio riguarderebbe soltanto la candidatura a primo cittadino per la quale le tre condizioni di cui sopra che valgono per il centrodestra ma valgono anche per il centrosinistra. Della prima, la persona, parleremo più avanti. La seconda può essere considerata scontata. Qualche 'mal di pancia' in ambienti di sinistra per il presunto 'nuovocentrismo' di Renzi non arriva alle comunali di Sondrio all'insegna e con la bandiera di 'Sondrio Democratica'.
Dipende 'da lui' o 'da lei'
La terza, il successo e dunque la conferma, per un verso dipende dalla scelta del candidato-Sindaco, per l'altro dalle condizioni politiche generali che hanno la loro importanza in quanto, condizionando anche gli esiti a livello locale, sicuramente registrerebbero un regresso del centrodestra con il corrispondente progresso da dividersi fra “Sondrio Democratica” e M5S, pur presente seppure non nelle percentuali nazionali. La palla ritorna a lui, il candidato ora ignoto. Pardon: parità di sesso, la palla ritorna a lei, la candidata ora ignota. Il o la che sia, candidato o candidata che sia, qualche osservazione con una premessa. Nelle righe che seguono non c'è nulla di parte, di partitico. Si tratta di analisi che può essere condivisa o meno, ma di analisi oggettiva. Analisi nella quale potrebbero venire a ritrovarsi, condividendo, osservatori sia di centro destra che di sinistra o centrosinistra che dir si voglia.

Il grande potere dei Sindaci
Con il nuovo sistema elettorale si  è dato, per una stabilità che prima faceva acqua, grande potere ai Sindaci. Riferiamoci a quelli di Comuni oltre i 15.000 abitanti, quelli cioè nei quali è previsto il ballottaggio e quindi la conseguente politicizzazione. Il Sindaco di fatto sceglie, o concorre in magna pars alla sua formazione, la Giunta che è l'organo amministrativo vitale senza particolare caratterizzazione politica. I Sindaci hanno un potere grandissimo che viene loro da una semplice clausola di legge: se un Sindaco se ne va decade il Consiglio e si va ad elezioni.

Sindaco forte, maggioranza debole
L'organo di interlocuzione politica interna, la maggioranza consigliare, ha dunque uno spazio molto ridotto in una situazione di fatto dirigistica. Anche nelle piccole cose come si è visto a Sondrio – pura constatazione non polemica – in un paio di occasioni cosa è  successo quando un consigliere comunale di maggioranza ha formulato proposte – ce ne informa la persona di cui in apertura di articolo - “senza chiedere preventivamente il permesso”. Del resto si è visto in qualche occasione in giro per l'Italia che diversità di vedute fra Sindaco e sua maggioranza,  hanno avuto conclusioni commissariali indipendentemente dal colore politico. Tutto più facile nella vita quotidiana. Ma per l'indomani?

Candidature esterne
Questa situazione porta inevitabilmente, o quasi, al dualismo interno Sindaco forte, sua maggioranza debole. La conseguenza: non crescono politicamente persone che pure, in Giunta o nel gruppo consiliare, potrebbero avere delle chanches. Può capitare di avere assessori bravi nelle loro materie ma senza quella capacità di coordinamento e di sintesi, non solo amministrativa, che sono richiesti al Sindaco, chiunque esso sia. Di qui, l'abbiamo visto alle recenti comunali, o conferma del Sindaco uscente se al secondo mandato o ricorso esterno in duplice direzione: o parlamentari in carica o personaggi di spicco della vita civile.

Per Sondrio la prima ipotesi non è praticamente percorribile, la seconda azzardiamo a dire improbabile. Va però aggiunta un'altra considerazione riguardo all'interlocuzione esterna dopo aver visto quella interna.

Rapporto con lee minoranze
L'esterno è rappresentato dai banchi nei quali siedono le minoranze. Nella maggior parte dei Comuni in giro per l'Italia, peraltro anche Sondrio compreso, il rapporto è sostanzialmente numerico e il risultato delle votazioni scontato. Molti meno sono i Comuni nei quali invece, sempre nel rispetto dei ruoli e delle diversità, il rapporto non è da Antartide o da calor bianco. 

Il caso di Sondrio
C'era una tradizione in questo che risale al Sindaco Venosta e per un po' continuata poi. Mezzo secolo fa nonostante in un contesto in clima di guerra fredda e di forti contrapposizioni, a Palazzo Pretorio si trovò il modo di trovare momenti di dialogo culminati nella grandiosa operazione di salvataggio del Fossati e degli allora 2200 posti di lavoro. DC, maggioranza assoluta allora scelse la strada della collaborazione con tutte, o quasi, le altre forze politiche che si tradusse in una unanimità a Palazzo Pretorio e a Palazzo Muzio. E al risultato per la nostra gente.

Che cosa occorre per guidare il Comune
Si parla di dialogo, di confronto, non di consociativismo. Occorre per questo porre le condizioni ma occorre anche avere al vertice una guida politicamente efficace e politicamente disponibile. Non è un venir meno nei confronti degli elettori che hanno dato il voto e che ne sarebbero beneficiati se un clima di dialogo consentisse risultati migliori. Un esempio, né partitico né polemico: gli 80-000 mq 'produttivi' nel Piano di Governo del Territorio. Il PGT, ahimè qualitativamente quello che si era detto e che si è visto, poteva essere l'occasione per un confronto non 'dopo' ma 'prima' e anche 'durante' Fra l'altro nelle file delle minoranze c'erano due cultori della materia come l'ing. Bordoni e l'avv. Sava che si incaricarono di portare all'attenzione della Giunta una serie di proposte. E' chiaro che su una parte cospicua si trattava di due linee diverse ma c'erano aspetti per i quali la posizione politica era un'invariante e che dunque potevano essere sottoscritti da tutti  in un voto frazionato.

Gli 80.000 mq produttivi
Vistoso esempio  gli 80.000 mq circa nella zona est dedicati alle attività produttive. Chi fosse il non proprio geniale autore di questa proposta non è dato di sapere, forse qualche collaboratore dei progettisti. Era un vistoso non senso ma prima che lo dicessero Bordoni e Sava in Consiglio Comunale, prima che si aprisse il confronto, diventato scontro, erano tante le opinioni, anche di persone allineate con la maggioranza - e modestamente anche noi con i nostri articoli -, a sostenere che si stava commettendo un grave errore. Forse era contento solo qualche proprietario di terreni che pensava, illudendosi, di aver avuto un colpo di fortuna passando i suoi terreni da agricolo a produttivo. Illudendosi perchè c'è voluto poco a capire e far capire che lì a costruire non sarebbe andato nessuno  e, il colmo, che grazie a quella scelta crescevano i tributi!
Com'è finita? Che il Comune ha fatto un gigantesco passo indietro.

Potenza del dialogo
Prescindendo da considerazioni partitiche si vede come se ci fosse stato dialogo sul tema dello sviluppo della città e del suo hinterland che è obiettivo sicuramente e degli uni e degli altri come degli uni e degli altri è l'avere a che fare con la crisi del capoluogo, sul tema specifico, ma magari anche su altri aspetti, sarebbe emerso che si trattava di un problema reale e non una posizione strumentale.

Stop
Qui ci fermiamo perchè l'analisi sconfinerebbe e torniamo sulla scelta del futuro candidato-Sindaco, sempre, naturalmente, che il primo cittadino non si dimetta con la conseguente venuta del commissario perchè allora potrebbe ripresentarsi ancora; allucinante ipotesi comunque che avrebbe fatto felice Karl Friedrich Hieronymus von Münchhausen detto il Barone di Munchausen nel vedere cosa la legge italiana consente.

Due posizioni diverse dunque. Due esigenze diverse per la scelta del/della candidato/a Sindaco
-   Da un lato centrodestra, ma anche M5S, con campo libero avendo alle spalle solo esperienze neanche minoritarie ma costantemente di opposizione per la descritta mancanza di dialogo.
-   Dall'altro il centrosinistra che, proprio per la presenza forte alla guida, forte talmente da potere operare in totale autosufficienza con poco dialogo interno e nessuno esterno, non ha sinora costruito il/la delfino/a che a una competenza amministrativa, con sensibilità adeguata per i temi del bilancio e dell'urbanistica, sappia unire capacità di ruolo politico di scala. Sondrio è capoluogo e quindi il suo Sindaco di fatto ha sul suo tavolo anche tematiche di area nonché di ambito regionale.

E per finire... ...Pirandello
Mutuando Pirandello “Così è se vi pare”. Ma se non lo fosse lo si dica, lo si scriva e ovviamente pubblicheremo.   Un sereno confronto è lievito di crescita. Quando manca ne soffre la democrazia e i cittadini lo scontano.
Alberto Frizziero
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La crisi dei quotidiani cartacei

Fa una certa tristezza leggere i dati sulla diffusione media dei giornali. Qualche esempio dei dati sulla diffusione a maggio 2016 confrontati con quelli di maggio 2015. I primi in fatto di malinconia sono il Corriere della Sera, sceso a 266.814 rispetto ai 315.137 di un anno prima ((e ai 700mila, e anche di più, di un tempo). Repubblica viaggia di conserva con il Corriere.226.066 – 274.081. Persino Il Sole 24 Ore, un tempo oltre 400.000 scende da 162.167 a 149.269.
Fra i primi 15 chi perde di più sono Repubblica (-17,5%) e Tuttosport (-17,2), Perdono di meno Avvenire (-2,7) e Il Giorno (-5,04).
Per i locali: Centro Valle aveva toccato nei primi anni '90 le 17.000 copie, dato astronomico. Tale pure la punta, quando era solo e aveva le caratteristiche di giornale nazionale, de Il Giorno che aveva toccato le 8.000 copie.
 

Alberto Frizziero
Editoriali