La crisi, i tempi biblici per il fare e invece...

Per la ripresa occorrono i soldi ma non bastano se poi la burocrazia frena ogni iniziativa. I Comuni hanno dimostrato in questi giorni cosa e come si deve procedere. L'esempio valtellinese

Il Governo sta affannosamente cercando i soldi, pochi, per fronteggiare le emergenze (tante). Trovati i soldi non é però finita perché comincia la trafila burocratica che ad ogni pié sospinto riesce ad aggiungere adempimenti, moduli, timbri. Dalla notizia di uno stanziamento alla emissione del primo mandato di pagamento all'impresa passano tempi non degni di un Paese civile. Parafrasando il detto latino "senatores probi viri Senatus mala bestia" vogliamo dire che un conto é la burocrazia e un altro conto sono i burocrati. A parte qualcuno che non ha proprio capito che far parte della Pubblica Amministrazione significa essere al servizio della gente, il più delle volte chi frena é il Moloch rappresentato da quella parola che sa anche essere terribile: la procedura.

Un'opera pubblica richiede tre progetti: il preliminare, il definitivo e l'esecutivo. Hanno così complicato le cose per evìtare le tangenti, per evitare di sforare, per un maggiore controllo, con il risultato spesso di non risolvere i guai ma di allungare i tempi a dismisura. Ai tempi della Comunità Unica di Valtellina in un anno e mezzo si andò dall'incarico di progettazione all'appalto, senza tangenti, senza supero dei tempi, senza guai di qualsiasi genere, dei tratti prioritari della SS38, Tartano e Sernio-Mazzo.. Quale gli ingredienti? Semplice: ruolo attivo dell'Amministrazione locale con trasparenza piena. Questo dal punto di vista, se si vuole, etico. Poi c'é il problema dell'efficienza. Sappiamo che l'Italia non é tutta uguale (e più a macchia di leopardo che non per latitudine) ma sappiamo che gli Enti locali, Comuni e Province sanno come fare per andare veloci.

Un esempio lo abbiamo avuto il giorno 11 quando, ore 234, scadeva il termine di presentazione dei progetti di impianti sportivi concorrenti al fondo appositamente stanziato di 18 milioni di €uro. Hanno avuto un tempo quasi iugulatorio, poco più di un mese, eppure sono stati tanti i Comuni, anche sotto i 1000 abitanti, che hanno voluto esserci. Hanno scelto, hanno progettato, hanno approvato, partecipano. Può darsi che a noi tocchi poco o niente visti i criteri inseriti nel Decreto, ma era comunque giusto provarci.

Notevole la risposta valtellinese ma da Roma ci confermavano una risultato strepitoso di partecipazione al punto da creare problemi alla ricezione telematica. Procedura giusta.

Manca solo un tassello da aggiungere: un tempo ristretto per avviare la realizzazione, senza possibilità di deroghe. O si parte o sennò il finanziamento è revocato.

Infine rispolveriamo la proposta dell'on. Buzzetti al tempo della calamità. Ogni direzione lavori sia affiancata da un rappresentante delle comunità locali per un controllo di serietà e di intelligenza ed anche dei tempi, il cui rispetto lo si realizza se si prevedono forti penali in caso di sforamento.

Tornando all'argomento l'augurio che almeno qualcuno dei progetti ce la faccia.

GdS

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