Riforma Titolo V°: documento di 1917 parole ma “Provincia” non esiste

Si tratta delle proposte della “Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome”

La “Conferenza dei Presidenti  delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome” nei giorni scorsi ha definito la sua posizione presentando le proposte di riforma del bicameralismo e del titolo V° della Costituzione, proposte che ora verranno discusse nei Consigli Regionali. Interessa ai valtellinesi la parte che riguarda le Province dal momento che ormai tutti hanno colto il nocciolo del problema per un territorio come il nostro (può darsi che sia rimasto qualche bastian contrario che non ha capito niente o che del futuro dei nostri figli è del tutto disinteressato ma, pazienza, una mosca cocchiera in questo caso non infastidisce punto). Lo hanno persino capito a Roma visto che nel nuovo Vangelo che demonizza e caccia nella dissoluzione dell'inferno le Province noi siamo esenti. Un'assoluzione totale o parziale, quindi o il Paradiso o il Purgatorio comunque non tocca a noi la sorte degli accidiosi, che Dante vede immersi nello Stige, più palude che fiume sempre che le cose non cambino.

Accidiosi perchè – dicono, sbagliando di grosso – inutili e peggio, Enti scialacquatori  del pubblico denaro – dicono ma non hanno fatto i conti giusti -, e facilmente sostituibili da Regioni e Comuni – convinti che sia così ma non c'è stata una sola simulazione (se ci fosse stata il risultato sarebbe stato una pernacchia per tutti i sostenitori della soppressione).

Cartina di tornasole
Nel linguaggio figurato si usa parlare di “cartina di tornasole” quando si porta a dimostrazione una prova decisiva, incontrovertibile, tale da “tagliare la testa al toro”. Vale per noi andando a leggere questo documento. Nelle sue 1917 parole non si trova il sostantivo “Provincia”.
La parte conclusiva di 147 parole e 1079 caratteri (sui 13.611 totali) è un esercizio di crittologia, la scienza dei significati nascosti. 147 parole – un po' come il linguaggio, o le ricette, dei medici, incomprensibili ai comuni mortali e già di difficile comprensione per gli addetti ai lavori, Proponiamo il testo con un commento finale:

Dal documento:
“Riorganizzazione livelli territoriali di governo
Lo stretto legame tra gli assetti istituzionali, le competenze legislative e quelle della pubblica amministrazione fa sì che la riflessione sulla riforma del Parlamento sia accompagnata da una visione condivisa sulla riorganizzazione dei livelli territoriali di governo. La proposta della Conferenza è quella di tenere conto nel processo di riordino degli enti locali delle differenziazioni costituzionali e territoriali che solo le Regioni conoscono e possono regolare in modo adeguato. Bisogna che la legge regionale partecipi alla semplificazione dei livelli istituzionali e alla allocazione delle funzioni amministrative del sistema locale, anche in considerazione della complessità di gestione del personale e dei trasferimenti di beni che deriveranno dalla razionalizzazione dei livelli intermedi di governo. In questo quadro di riordino non si può procedere neppure all’istituzione e all’attribuzione di funzioni alle Città metropolitane senza il raccordo delle Regioni, secondo le proprie diversità territoriali e sociali”.

L'esito dell'uso della Cartina di tornasole
Analizzando il brano criptico traducendo in lingua di tutti i giorni quel che hanno scritto i Presidenti si deduce:
1) Delle Province non ce ne frega niente. Anzi qualche potere in più lo avremo
2) Tutto sommato a noi va bene così
3) Come risistemare le cose? Si vedrà. Conta che seduti al tavolo ci siamo anche noi.
4) Ecco quelle che per loro  conta:  “ non si può procedere neppure all’istituzione e all’attribuzione di funzioni alle Città metropolitane senza il raccordo delle Regioni”. Gli altarini si scoprono su quali sono i veri nodi, altro che le Province!

 

Alberto Frizziero
Editoriali