La sentenza della Corte Costituzionale, i dubbi e le pensioni dei Presidenti emeriti

I tre senatori valtellinesi accertino e riferiscano

Lo scorso 11 maggio ci siamo occupati della sentenza della Corte Costituzionale, anzi del suo Presidente visto che la votazione sulla sentenza-boom delle pemsioni sarebbe stata di sei a sei. Una votazione oggi contestata da molti, Ministro Padoan in primis anche se prevale l'ipocrisia istituzionale in base alla quale tutto va ben madama la marchesa. Sei a sei, formalmente a posto in quanto prevale il voto del Presidente. Nella sostanza una splendida dimostrazione del precetto latino “summum jus summa iniuria”. Il Presidente rivendica il ruolo della Consulta e se le leggi non vanno bene le cassa. Con tutto il rispetto dovuto al ruolo il quasi 78enne Alessandro Criscuolo non ci pare che nei 51 anni di magistratura e di Corte abbia incontrato lo Spirito Santo. Se sei la pensavano in un modo e sei in un altro, con due posti di giudici ancora da coprire, ora 3,  non ci venga a dire che la sua posizione sia di scienza infusa o di delega del Padreterno con i sei di diverso avviso che hanno altrettanta preparazione ed esperienza.

Lo scorso 11 maggio abbiamo pubblicato un testo che ora riproponiamo tal quale soprattutto per la seconda parte. Lo giriamo di nuovo ai nostri parlamentari perchè accertino se è vera la questione delle pensioni ai Presidenti emeriti della Corte Costituzionale. Se fosse così...

Le osservazioni
Corte Costituzionale, - sei voti a sei, ha deciso il Presidente - ha dato una bella sberla al Governo e a tutti noi. Al Governo in termini assoluti. In termini specifici al Governo Monti che il blocco all'adeguamento delle pensioni lo aveva istituito 'per ragioni finanziarie' hanno detto e avendo per decidere - Monti in TV - solo un'ora e mezzo.

Governo Monti: I parlamentari dovrebbero chiedere di approfondire questa frase, scoprendo chi aveva dato un'ora e mezzo di tempo e come si era arrivati a questa decisione.

Governo Renzi: I parlamentari dovrebbero chiedere come mai, visto che sapevano come era nato questo blocco e visto che sapevano che stava decidendo in materia la Corte Costituzionale, non si è operato prevedendo a bilancio l'eventualità che poi si è verificata. Adesso si ripete l'errore: i soldi non verranno dati alle pensioni più alte - alcune delle quali fanno rabbrividire -, ci saranno altri ricorsi e si ripeterà la storia.

Presidente della Corte Costituzionale.

E' lui che ha messo tutti in braghe di tela con una interpretazione che ha messo in fila entrambe le altre interpretazioni. Per curiosità, il suo stipendio è intorno al 550.000 €uro + benefit in serie (auto con autista, viaggi, computer, foresteria ecc.), a memoria il doppio di quanto prende il Presidente della Repubblica! Non solo. C'È POI LA PENSIONE CHE PER I PRESIDENTI EMERITI (quelli che si sono succeduti nella carica) è un diritto anche se dopo pochissimi mesi di carica. La Costituzione prescriverebbe però che il Presidente della CC. resti in carica un triennio. In questo caso LO STATO DOVREBBE PAGARE UNA SOLA PENSIONE. Invece la durata in carica degli ultimi Presidenti è così indicata:

6.6.11 - 27.1.13  sette mesi e 21 gg.
29.1.13 - 16.9.13  sette mesi e 9 gg.
19.9.13 - 28.6.14  nove mesi e 9 gg.
30.7.14 - 9.11.14   tre mesi e 12 gg.
11.11.14 - … (è in carica da sei mesi)
In meno di un triennio si sono avvicendati 5 Presidenti e al posto di pagare una pensione, che non sarà certo di 1300 €uro mensili, lo Stato sborsa 5 pensioni. Si dirà che se uno vuole andarsene non lo si può proibire. Vero. Ma resti uguale l'esborso dello Stato. Chi è stato sette mesi e rotti prenda la pensione pro-quota. 7 mesi su 36, circa un quinto, e si abbia un quindo di pensione.
Se c'è qualcosa da correggere siamo pronti a pubblicare. Se non abbiano sbagliato vedano i parlamentari di verificare e, se arriva conferma, di promuovere le iniziative del caso, precetto costituzionale alla mano. In ogni caso, fosse così, la cosa più ovvia, più seria sarebbe un atto volontario di proporzionamento della pensione al periodo di permanenza in carica. E di restituzione da parte di chi ne ha già goduto. Per coerenza.

Attendiamo notizie in merito dai senatori (in ordine alfabetico) Crosio, Del Barba, Della Vedova.
 

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