LA PARTITA A SCACCHI DI GHEDDAFI CONTINUA 11 8 30 3

Riportiamo una stralcio di quanto scritto qualche giorno fa. Lo facciamo dopo constatando un altro flop della NATO. Ha speso l'equivalente di decine e decine di miliardi di vecchie lire in missili di precisione lanciati sul compound per stanare, o uccidere, Gheddafi. A vuoto perché finalmente gli insorti sono riusciti a entrarvi sorprendentemente senza resistenza restando però come la mascarpa perché non solo non c'era il Rais che ormai credevano in trappola ma neanche altri inquilini di posizione diversa.

Complimenti all'Intelligence della NATO, dei francesi, degli inglesi e così via.

Lui e familiari avevano dunque lasciato Tripoli, il figlio più 'cattivo' ucciso. Il morto invece appare nell'hotel dei giornalisti, ne carica qualcuno in macchina e li porta in giro per la città che, a stare alle notizie diffuse, dovrebbe essere ormai tutta in mano ai ribelli e Gheddafi dà notizia di essere uscito e, in incognito, di aver girato per la città.

Fonti imprecisate lo danno ormai vicinissimo alla cattura. Salta fuori l'ipotesi Sirte - per la verità dopo, come da stralcio successivo, indicato giorni fa dal nostro giornale.

Non è finita perché tutti si buttano sulla ipotesi della sua fuga in Algeria visto il corteo di dei Mercedes bianche blindate verso il confine. A nessuno passa per la mente che il Rais e i suoi non sono così scemi da scegliere una carovana così vistosa per muoversi, facile bersaglio per i jet della NATO. Una scelta folle perché oltre a tutto quella attraversata sarebbe la zona della tribù dei Warfalla, oggi ostili. Addirittura la notizia che Gheddafi sarebbe all'estero, ospite del Presidente dello Zimbabwe Mugabe, ex Rhodesia. E poi la stranezza ma di questo parleremo dopo avere riportato lo stralcio citato scritto alcuni giorni fa:

"Gheddafi e gli scacchi

Alcune settimane fa la TV libica ha diffuso le immagini di Gheddafi che giocava a scacchi con l'ambasciatore russo. Abbiamo subito sottolineato, solissimi commentando, IL VALORE SIMBOLICO DI QUELLA SCENA. Perfino in un certo senso se non ironico quasi irridente. Il compound, la fortezza nella quale sembrava fosse asserragliato, è la cartina di tornasole. La NATO ci ha rovesciato sopra 64 ordigni sofisticatissimi, e costosissimi. Al di là delle dichiarazioni è evidente che si cercava la soluzione finale, anche qui sbagliando dato che un Gheddafi ucciso diventerebbe una icona araba contro più che l'Occidente contro l'Europa, magari in primis contro 'i traditori italiani' oggi con il CNT la cui fragilità lascia i dubbi. Gheddafi, giocando non solo a scacchi ma anche a poker ha usato il bluff. LO CERCAVANO LÌ, È DA TUTT'ALTRA PARTE, MAGARI ANCHE A SIRTE.

Ha le ore contate, dicono. E' possibile, forse probabile ma non dimentichiamo chi comanda in Libia. Non il CNT, non gli insorti. Comandano le tribù (fra le quali i Ghadafa da cui viene il Rais e le altre alleate; staranno con le mani in mano?). E i soldi".

Gli analisti, e i giornalisti della grande stampa, si comportano come si comporterebbero avendo di fronte un europeo. Hanno di fronte un arabo, con una sua filosofia di vita e soprattutto con una sua psicologia.

Quella partita a scacchi, che abbiamo definito simbolica, è una indispensabile chiave di lettura. Il compound è stato l'obiettivo offerto alla NATO, un bel diversivo per dissanguare i già ridotti arsenali dei vari Paesi, visto che quello ben fornito (USA) è stato generoso solo all'inizio e fino a che la Clinton ha capito la fesseria fatta mettendo gli Stati Uniti per la prima volta nella storia al traino di altri, nella fattispecie dei bombaroli di Parigi e Londra.

La scelta di Gheddafi - che difficilmente come Saddam lascerebbe il suo Paese -, di andare a Sirte resta ancora una ipotesi reale e per due ragioni. La prima è che lì sarebbe fra la sua gente, i Ghadafa. La seconda viene da uno strano comunicato della NATO la quale ha annunciato di avere deciso di bombardare Sirte. Finora prima hanno bombardato e poi comunicato, ora l'inverso. Valore quindi di messaggio interpretabile come 'lasciateci fare, non vi bombardiamo' in attesa che a Malta i negoziati fra CNT e tribù sirtica vadano a buon fine.

Solo per la città? E non di carattere generale?

Secondo le informazioni diffuse dagli insorti - che di balle ne hanno contate a iosa a cominciare dai 10.000 morti di Bengasi e dalle fosse comuni che poi erano normali tumuli nel cimitero - ormai l'intero Paese sarebbe sotto il loro controllo. Non si capisce allora come i lealisti riescano ad attaccare l'aeroporto, luogo strategico e di importanza vitale per gli insorti - facendo fuori tre aerei, e così in altre zone del Paese.

La realtà vera è che il CNT conosce la sua fragilità e che non basta la morte politica di Gheddafi. Il potere formale è ormai suo visto il sostegno NATO, ma il potere reale rischia forte per mille e una ragione che avremo successivamente ragione di illustrare.

Giocando a scacchi Gheddafi sa di avere due chanches. La prima è quella di sapere di essere stato abbandonato da collaboratori di vertice ma di avere ancora una sua forza alla base, parte per fedeltà parte per vil denaro. Quindi, come abbiamo già scritto, tutto può succedere.

Europa KO

L'ultima considerazione - e Gheddafi ci sguazza - è quella che in Europa ci si guarda bene dall'approfondire.

Il CNT ringrazia l'Europa ed anche qualche miliziano in armi - in TV l'abbiamo sentito ringraziare Francia, GB e anche Italia. Un conto i vertici, un conto la base. Uno dei quattro giornalisti italiani catturati e poi liberati è stato esplicito: "la gente ce l'ha con gli europei". La stessa cosa era successa in Irak. Emblematica la scena di quella signora, plurilaureata, che in un italiano perfetto al di sopra delle macerie di una scuola urlava contro chi bombardava. Anche chi ce l'aveva con Saddam era contro chi gli mandava dal cielo ordigni di morte.

L'Europa rischia di scontare tutto questo anche perché si vedrà sempre di più che l'obiettivo non era e non è arrivare ad una impossibile democrazia rappresentativa sul tipo di quelle occidentali. Si vedranno i pasticci commerciali. E soprattutto si vedrà il definitivo aborto della moneta unica africana con il conseguente mantenimento come riferimento delle 40 monete africane - e non quello della Banca mondiale o di quella europea - nel Ministero dell'Economia di Francia…!

Continua. Però il Rais forse non conosce la saggezza popolare italica. Due proverbi che fanno al caso nostro: un bel gioco dura poco? E il simile 'Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino'. Staremo a vedere.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali