De Luca martire, Bindi all'inferno. La morale

Ci sarebbe da restare allibiti, esterrefatti, sbigottiti, sbalorditi, stupiti, stupefatti, sconvolti, increduli. Questo se si esamina in un contesto emotivo quel che politicamente è successo.
Diverso se si esamina quel che è successo in un contesto razionale, freddamente e in modo NEUTRALE, non di parte.
Usando la logica la lettura dei fatti appare in tutta la sua chiarezza ed in particolare la posizione degli esponenti del PD di una brutalità unica, addirittura come ha detto l'alleato di Governo Alfano (x) di ferocia contro l'ex Presidente del PD e attuale Presidente dell'Antimafia Rosi Bindi.

PD, via obbligata
Il PD, in un angolo, non poteva fare diversamente.
La Bindi ha ribattuto che la situazione di De Luca era nota. A Napoli era sceso Renzi e De Luca aveva detto che ne aveva l'appoggio oltre ad aggiungere che con il consenso si sarebbe sistemato tutto. Il PD “non poteva non sapere”, - la nuova pseudo formula giuridica introdotta nel massimario italiano da tangentopoli in poi -, che non era vero che di impresentabili il PD non ne aveva. Se l'era cavata con quelli nelle liste di appoggio a De Luca dicendo appunto che non erano del PD.
C'era, su tutti i giornali, il caso De Luca ma che passata la festa, o meglio le elezioni, si sarebbe risolto a costo di pagare un prezzo: l'interpretazione della Legge Severino pro De Luca sarebbe stata anche pro Berlusconi, come han detto i giuristi.

Ritardo 'malignabile'
Al momento in cui gli “impresentabili” dovevano essere resi noti, guarda caso, furiosa la Presidente Bindi, le carte – ci si è così giustificati - non erano pronte. Vale il solito discorso che a malignare si fa peccato ma magari si indovina. Prima tappa il rinvio a venerdì, ultimo giorno di campagna elettorale. E il venerdì, probabilmente risultati vani eventuali tentativi (fantapolitica in certi casi vede volar via il 'fanta' e restare 'politica') i nominativi degli “impresentabili” vengono resi noti. Ovviamente con De Luca in lista.
Simultaneamente e con grande rapidità si leva un fuoco di sbarramento con artiglieria pesante e missili  Mondorenziano-Bindi.
Simultaneamente, quasi come una parola d'ordine, in un modo che può per logica portare a una sola conclusione: non reazione emotiva, immediata ma una reazione predisposta e coralmente concertata in precedenza. Le ragioni le vediamo.

De Luca martire
Collochiamoci dietro le transenne, dalla parte del PD: De Luca impresentabile? Macchè. Non è l'Antimafia che lo dice, è la Bindi che, oggi minoranza nel Partito, ha l'occasione per regolare i conti con Renzi.
Cari elettori campani, De Luca è dunque un martire, votatelo e si faccia piazza pulita di chi ignominiosamente usa delle Istituzioni per vendicare la sconfitta interna al PD.
Sul rogo, massacrata oltre ogni ragionevole limite, la Bindi che poi in fin dei conti là dentro ha due caratteristiche 'negative': è autorevole componente della fronda interna ed è di formazione democristiana, di sinistra DC sì ma sempre lontana dalla politica del “Matteo Machiavelli - Niccolò Renzi”. Il piatto della bilancia pende vistosamente a favore di De Luca tanto, fatti i conti, la Bindi non ha gran seguito interno. Salviamo De Luca, il PD e, vincendo le elezioni, anche lo stesso Renzi che non vede menomata la sua leadership.
Non aveva alternative. Un certo cinismo? Laura Barbieri nelle suo note critiche a “Il Principe” ne sintetizza la filosofia: “solo in base al principio di utilità si può giudicare l’azione di un capo di Stato.” Fra 'fiorentini', anche se separati da 502 anni di storia, ci si intende

E l'oste?
Andrà così? Noi abbiamo sempre ritenuto, nei casi di situazioni incerte, in ogni settore, che non bisogna fare i conti senza l'oste. E in questo caso non si fa fatica ad individuarlo.

La morale
La morale è una sola. Fa comodo a tanti pensare alla politica del passato come ad una gigantesca tangentopoli. In tanti non han voluto attuare le richieste di una commissione parlamentare di indagine. Molto comodo. A tutti. Fosse stata fatta si sarebbe visto che fino ai primi anni '80 esisteva una Politica con la “P” maiuscola, con i Partiti che facevano i Partiti in termini di elaborazione culturale, con confronti anche duri in Parlamento, con significative convergenze di avversari quando le esigenze del Paese lo richiedevano come ad esempio in politica estera.
Oggi l'evanescenza domina e su questa prospera la ricetta 2015, sostanzialmente quella dell'uomo solo al comando, e non solo a Roma ma quasi ovunque e fra un po' persino nelle aule scolastiche.
“Dittatura morbida”, come da recente scritto.
Non ci piace, non piace a molti sia d'ogni schieramento politico che senza mostrine.
a.f.

(La foto di un lampadario artistico fatto con fascere e led è di Floriana Palmieri)

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