ELEZIONI (MILANO & C.): NOSTRE PREVISIONI AZZECCATE. SI CAMBIA (TUTTI). TORNA LA POLITICA, A SINISTRA COME A DESTRA 11 5 30 02

Come da precedente analisi - Le leggi della politica - La scissione - Centro-destra autolesionista - Pisapia tranquillo - L'unica chanche della Moratti - Errore di Berlusconi - Legnata come Zapatero - Lezione salutare? - Numeri - La lezione dei numeri -

Come da precedente analisi -

Commentando il primo turno delle amministrative avevamo, nel controllare i dati, ritenuto di spingerci un momento più in là. Da commento a quella che abbiamo chiamato una 'maxianalisi'. I lettori possono constatare, e testimoniare, che non abbiamo buttato via il tempo che è stato necessario visto e considerato che le cose scritte prima hanno avuto positivo riscontro dopo, cioè in questi momenti in cui sta per completarsi lo spoglio delle schede nelle città ove era in programma il ballottaggio.

Le leggi della politica

Abbiamo, in quello scritto, innanzitutto ricordato come la politica abbia le sue leggi "sono pochi a rendersene conto, e ancor meno a seguirle. Seguirle infatti è in genere scomodo e spesso, inoltre, si sfugge a quello che può dare fastidio, come, ad esempio, i segnali premonitori pre-campagna elettorale". Ricordavamo di avere, domenica sera 15 maggio, a urbe ancora aperte, di non vederla bene per la Moratti (anche se, si aggiungeva, non on quelle proporzioni.

La scissione

Ricordavamo altresì di aver definito a suo tempo la rottura tra Berlusconi e Fini una vittoria tattica ma una sconfitta strategica, sottolineando che "in Italia le scissioni non hanno mai portato fortuna, a nessuna delle due parti tranne un solo caso particolarissimo quando Saragat uscì dai socialisti non condividendo l'alleanza con i comunisti.

Centro-destra autolesionista

Ci eravamo permessi di indicare come tecnicamente, in base alle citate leggi della politica, e della comunicazione, sarebbe stato necessario affrontare la breve campagna da parte del centro-destra se voleva avere ancora qualche speranza. Evidentemente per difetto di conoscenza sia delle une come delle altre - e non stupisca, se occorre chiariremo - si è proceduto diversamente nel modo più autolesionista possibile tenuto conto del primo dato negativo per un Partito come il PdL ossia la carenza di militanti.

Pisapia tranquillo

Avevamo lapidariamente così definito lo sfidante: "Pisapia tranquillo". Giocava, scrivevamo, positivamente per lui il fatto che nove consigli circoscrizionali su nove, cartina di tornasole della non presenza del centro-destra sul territorio, fossero stati appannaggio del sinistra-centro. Una task force utilissima in una campagna elettorale come questa.

L'unica chanche della Moratti

Davamo alla Moratti una sola possibilità, mix di strategia politica e di tecnica elettorale: avrebbe dovuto concentrarsi negli astenuti, questa volta, a differenza dell'altra, di prevalenza moderata come avevamo dimostrato. Poteva esserci qualche spiraglio ove ed in quanto, constatato l'insuccesso della politicizzazione e della estremizzazione nella fase precedente, si cambiassero i toni ma soprattutto restasse fuori Berlusconi. Abbiamo parlato, riferendoci a questo punto essenziale, "di fantapolitica" ma era l'unica chanche da giocare per la riconferma del sindaco.

Errore di Berlusconi

Non ripetiamo l'analisi di due settimane fa. Sintetizziamo. A nostro giudizio, si scriveva, la discesa in campo di Berlusconi ha penalizzato la Moratti (situazione economica, precari, eccessivi toni anti-Magistratura, vari casi Ruby, bombe italiane sulla Libia ecc.). Da allora: "Domenica 15 Berlusconi non c'è più perché per le liste i giochi sono fatti e quindi anche per il capolista. E' vero che i buoi intanto sono usciti dalla stalla ma un recupero teoricamente, sebbene forse non risolutivo, potrebbe venire anche su questo versante. Alla condizione di un Berlusconi silenzioso. Pensava che la sua presenza galvanizzasse e trainasse. Non è stato così. Non sarebbe così il 15.".


Legnata come Zapatero

E con questo si archivia un voto che è stato una sonora legnata per il centro-destra, per il PdL soprattutto ma anche per la Lega e, fortissima, per Berlusconi con un destino parallelo a quello di Zapatero in Spagna, segno che una parte delle motivazioni hanno origini lontane dagli scenari di casa nostra.

Lezione salutare?

La DC nelle elezioni amministrative del 1975 prese una solenne scoppola con i comunisti quasi pari e, soprattutto, il dilagare di Giunte di sinistra in quanto i socialisti, con la DC a Roma e in diverse Regioni, a livello locale avevano scelto un'altra stradea. Tutte le maggiori città italiane, tranne l'impresentabile Palermo, erano amministrate dalla sinistra. La batosta fu salutare per la DC che strinse le fila all'interno giocando carte migliori all'esterno. La domanda: saranno in grado Berlusconi, PdL, poi Lega, poi moderati vari di mettere a frutto la lezione?

Numeri

- Pisapia al ballottaggio ha avuto 365.657 consensi, vale a dire 39.795 in più rispetto al primo turno in cui ne aveva avuti 315.862.

- La Moratti: 297.874 al ballottaggio, 24.473 in più rispetto ai 273.401 del primo turno.

Il totale dei voti validi, a uguale percentuale (67,56%) è stato di 663.531 rispetto ai 675.379 di due settimane prima. Diminuzione dunque di 11.848

La lezione dei numeri

Non c'è bisogno quindi delle indagini demoscopiche per rilevare, visto il recupero modesto del Sindaco uscente, che Pisapia ha incassato voti di diversa provenienza ma sicuramente anche di area centrista.. Ulteriore elemento della catena di errori compiuti dal centro-destra mentre Pisapia non solo è stato esente da errori ma nella campagna è stato lui ad assumere toni e atteggiamenti moderati e, probabilmente, a convincere settori moderati della borghesia milanese di cui lui stesso è figlio, indipendentemente dalla sua collocazione politica.

Ora? 1) Il PdL

Il PdL fa quadrato, l'unico atteggiamento possibile. Ma Bondi si è dimesso da coordinatore. Ma è girata voce di Alfano coordinatore unico. Ma Berlusconi ha detto che si vedrà in Comitato di Presidenza. Ma Frattini ha proposto un Direttorio. Ma altri hanno detto che occorre maggiore collegialità. Altri ancora hanno proposto le primarie. C'è chi si è ricordato di proporre una articolazione territoriale. Tanti infine hanno reclamato un congresso.

Sbagliano.

Tutti.

Il problema va risolto alla radice come, in sede di neutrale analisi, abbiamo ripetutamente segnalato. Spregiudicatamente: è morto 'il Partito del leader'. Se il PdL vuole salvarsi la ricetta non è quella delle opposizioni che reclamano le dimissioni del Governo, che peraltro non ci saranno come in Spagna. La ricetta è quella della trasformazione, una sorta di araba fenice che risorge delle sue ceneri, diventando però un Partito con Berlusconi a questo punto 'leader di un Partito'. Il resto discende da questo punto essenziale. Il congresso, gli organi dirigenti, le modalità di designazione delle candidature, la presenza diffusa sul territorio. A questo riguardo, per fare un esempio, non è pensabile la situazione di un tempo in cui la DC era arrivata ad avere 106 sezioni nei 78 comuni della provincia ma - discorso che vale non solo per il PdL- almeno una decina sì.

Ora? 2) La Lega

La valutazione 'esterna' è più difficile perché gli insuccessi della Lega non sembrano avere motivazione strutturale. Si ha l'impressione che la Lega abbia fatto il passo più lungo della gamba in un momento in cui i dati nazionali non erano così favorevoli nonostante che frecce al suo arco Bossi ne avesse. La divaricazione con il PdL ha nuociuto ad entrambi nella logica di cui parlavamo in apertura che vede costantemente sfavorito chi di scinde, in questo caso il centro-destra in tanti Comuni anche importanti. In questo momento tutti sulle mura ovviamente ma qualcosa resta indietro. Per fare un solo esempio la discesa in campo di Berlusconi a capolista in Milano non è certo piaciuta a Bossi che quantomeno avrebbe dovuto essere avvertito se non addirittura coinvolto. Per adesso calma e gesso ma fino a che punto?

Ora? Il Terzo Polo

Il Terzo Polo sa che non ha altro spazio che sul versante moderato. Purché - ha detto Cesa - non ci sia Berlusconi. A sinistra è chiuso dal fatto che il centro-sinistra Veltroniano è definitivamente saltato per cui dialogare con il sinistra-centro vorrebbe dire fare harakiri.

Ora? 4) Il PD.

Festeggia, Bersani in prima linea che di un ipotetico schieramento PD-IDV-SEL è lo scontato leader. Vale quel che ha dichiarato: non solo Milano e Napoli ma i 29 Sindaci PD sono una chiara realtà in una con il fatto che - ancora sua dichiarazione - il PD è il perno centrale dello schieramento. La posizione difficile all'interno è quella dei 'cattolici', sempre più costretti in angolo e, per forza di cose, ancora per poco garantiti dagli accordi di vertice.

Ora? 5) IdV

Di Pietro fa festa e considera suo successo quello di De Magistris, non un competitore interno ma, come ha detto, suo figlio politico. Non è proprio così anche se chi pensa a dicotomie interne si sbaglia perché De Magistris adesso avrà altro da fare per mantenere le sue promesse elettorali, prima fra tutte quella in tre mesi di risolvere il problema dei rifiuti senza inceneritore e senza discariche (tanto, fra tre mesi e un giorno, la colpa del mancato risultato sarà della Regione che è di centro-destra e del Governo, non la sua).

Ora? 6) Vendola e soci

Vendola canta vittoria e ne ha ben ragione. In Puglia ha sconfitto alle primarie il candidato del PD. A Napoli ci ha pensato De Magistris a far fuori il candidato del PD. Meglio per i pidiessini a Bologna dove però i Grillino han preso il 10%. La sua è una linea non ondivaga ma precisa che vuole portare ad essere quella guida per l'intero schieramento di sinistra-centro da presentare agli italiani come alternativa.

Il Governo?

Anche il Governo deve riflettere, su più di un punto. Una cosa deve comunque fare per ragioni etiche prima ancora che politiche.

Basta bombe e militari a casa

Intanto decida che è ora di finirla con le bombe in Libia. Con una richiesta: sono ancora le nostre o sono quelle che gli USA stanno fornendo agli alleati e non certo gratis visti i costi (un missile su un'ala dell'aereo 300.000 €uro!). Ci pensino i bombaroli di Parigi e Londra.

E intanto decida anche che è ora di cominciare a portare a casa nostri soldati, come scriviamo da tempo

Alla prossima

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
Editoriali