Sondrio, OK all’asporto vino fino alle 22

Coldiretti: “Superata la discrepanza nei confronti di altri esercizi dove era correttamente consentita la vendita di vino. Una misura positiva per l’intero comparto vitivinicolo nazionale” (ma anche a quello valtellinese  - ndr -)

SONDRIO – Il via libera all’asporto fino alle ore 22:00 per enoteche o esercizi di commercio al dettaglio di bevande (codice ATECO 47.25), fermo restando il divieto al consumo sul posto, salva le circa mille enoteche presenti in Lombardia (su un totale nazionale di 7mila) e supera l’ingiustificata discriminazione nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali è correttamente consentita la vendita del vino. E’ quanto afferma Coldiretti Sondrio, anche alla luce del necessario chiarimento sollecitato dal presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini, commentando il nuovo DPCM varato dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo che quello precedente del 14 gennaio aveva vietato dopo le ore 18:00 la vendita con asporto. Si tratta di una misura importante a sostegno del vino made in Italy fortemente colpito dalla chiusura della ristorazione con circa 200 milioni di bottiglie che a livello nazionale – sottolinea la Coldiretti della provincia alpina – non sono mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go: un contraccolpo che ha colpito anche la filiera vitivinicola valtellinese e chiavennasca, che ha registrato un crollo, peraltro accentuato con lo stop alla stagione turistica e sciistica invernale.
A pesare è stata anche la chiusura dei ristoranti italiani all’estero, dove il vino italiano è il più esportato nel mondo, ma ha subito nel corso del 2020 un calo del 3% nelle bottiglie spedite oltre confine. Nell’anno della pandemia – spiega la Coldiretti su dati Istat – le esportazioni di vino lombardo hanno fatto registrare un calo di oltre il 13% nei primi 9 mesi. Le enoteche – sottolinea Coldiretti Sondrio – hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio. Una tendenza che va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza. Il settore del vino è già tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid con la chiusura della ristorazione dove viene commercializzato più della metà in valore delle bottiglie stappate in Italia.

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