Drosphila Suzukii ci attacca. Tavole a rischio
Da quando nel 2009 si sono registrate le prime catture di Drosophila Suzukii in Italia ci si è dovuti confrontare con una problematica fitosanitaria estremamente complessa e di difficile risoluzione. Anche in Valtellina, come nelle altre zone produttive nazionali ed europee, accomunate dalla coltivazione di frutta, il fitofago si è diffuso con grande rapidità, causando perdite economiche importanti.
Il drosofilide, contraddistinto da un’elevata potenzialità riproduttiva e dall’estrema dannosità nei confronti delle specie attaccate, causa dei fori nei frutti sani per la ovo-deposizione, danneggiando in modo irreparabile i frutti colpiti. Si tratta di un insetto tipico dei piccoli frutti (fragola, mora, lampone, mirtillo), anche se negli ultimi anni non sono stati esenti da attacchi anche specie frutticole differenti quali ciliegio, susino, albicocche e uva.
Dal 2010 continua la nostra azione di monitoraggio dell’insetto, per studiare la dinamica della popolazione e i comportamenti del fitofago nel nostro ambiente. Mai come quest’anno sin è registrata una presenza massiccia di Drosophila Suzukii su mirtillo, con una presenza anticipata e massiccia rispetto alle scorse annate. Questa situazione, che interessa anche le altre zone produttive del nord Italia, è frutto di un andamento climatico particolarmente favorevole alla Drosophila: temperature invernali superiori alla media e una tarda primavera particolarmente umida, piovosa e fresca.
Questa situazione metereologica ha determinato un incremento precoce delle popolazioni, che già nell’ultima decade di giugno raggiungeva, nei monitoraggi, oltre 200 individui per trappola, anticipando di almeno due settimane, rispetto al passato, l’incremento significativo delle popolazioni. All’osservazione più specifica si affianca anche l’osservazione diretta e le segnalazione dei danni alla frutta in maturazione. In particolare si lamentano gravi danni anche su ciliegio e susino nel veronese, mentre, nella nostra realtà, per la prima volta, sono segnalati danni anche su mirtillo selvatico a quote intorno ai 1000m s.l.m..
Da quest’anno la Fondazione sta portando avanti, primi in Lombardia, insieme all’Università degli Studi di Milano, una sperimentazione sull’impiego di un micro-imenottero parassitoide di Suzukii, il Trichopria drosophilae. Lo scopo è quello di valutare se il parassitoide, che settimanalmente viene distribuito sulle colture interessate, possa contrastare, in maniera biologica e senza impatti sull’ambiente, lo sviluppo del parassita, riducendone la popolazione. I primi risultatati di questo metodo biologico saranno visibile dal prossimo anno.
Al momento l’unica vera alternativa per contrastare l’attacco di questo dittero rimane l’impego di reti anti insetto. Anche le sperimentazioni in corso da parte della Fojanini confermano la validità del metodo. Altre tecniche di difesa, testate ampiamente dai tecnici della Fondazione, come la cattura massale e i trattamenti chimici, nel caso di popolazioni estremamente numerose non sono risolutivi.
A seguito della situazione sopra descritta, che con condizioni meteorologiche predisponenti, porterà ad un ulteriore aumento della popolazione dell’insetto killer, il rischio di una sua migrazione su altre colture in cerca di nutrimento è reale. La preoccupazione è riferita alla vite. Negli anni passati i danni su vigneto si sono limitati a varietà a bacca grossa e con buccia fine come Schiava e Brugnola, ma con questo scenario e visto i danni provocati su uva in altre località europee, non si possono escludere sviluppi in questo senso.