Arriva l’etichetta d’origine per i salumi da carni suine: “Per il made in Sondrio una buona notizia”

Marchesini: “Si concretizza un altro risultato nella nostra battaglia per una corretta informazione sull’origine degli alimenti. Si valorizza anche la tradizione norcina provinciale e il lavoro dei nostri allevamenti” –  Slitta a gennaio, ma è comunque una buona notizia la prossima entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta l’indicazione di provenienza su salami, mortadella, prosciutti e quant’altro per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana. Lo rende noto il presidente della Coldiretti provinciale Silvia Marchesini: nei giorni scorsi è infatti scaduto il termine di 60 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.230 del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per “l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate”. Per ragioni logistiche, anche legate ai rallentamenti dell’emergenza Covid, il ministero ha permesso di utilizzare ancora le vecchie etichette sino alla fine di gennaio dell’anno prossimo.

Ma orimai è questione di un paio di mesi. E si tratta di un appuntamento atteso dall’82% dei consumatori che, secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’, con l’emergenza Covid vogliono portare in tavola prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio. Una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione.

“Un provvedimento di forte impatto sul territorio valtellinese e chiavennasco, dove è storica la tradizione rurale di trasformazione delle carni suine in pregiati salumi: documenti storici accertano che i norcini valtellinesi, maestri nella produzione di luganeghe, raggiungevano persino il Veneto e l’Emilia Romagna dove già nel XVIII secolo erano molto apprezzati. Ma l’utilizzo delle carni suine nella nostra provincia rintraccia le proprie origini nella notte dei tempi: dai salami, alle pancette, ai salami tradizionali, le cui “ricette” si tramandano di generazione in generazione, senza contare gli immancabili cotechini e le mortadelle di fegato. Ancor oggi sono diverse le imprese agricole che, grazie all’allevamento dei loro maiali, ottengono salumi che hanno il sapore di un tempo. Una tradizione da riscoprire e tramandare”.

L’obbligo scatta proprio ad una settimana dalla pubblicazione del decreto Filiera Italia fortemente sostenuto dalla Coldiretti che per la prima volta stanzia un bonus salva Made in Italy a favore della ristorazione colpita dall’emergenza Covid per l’acquisto di prodotti alimentari italiani al 100 % per un importo complessivo di 600 milioni di euro, compresi i salumi da animali nati, allevati e macellati in Italia.

Una norma che consente di fare chiarezza in una situazione in cui 1 prodotto alimentare su 4 sugli scaffali richiama all’italianità, stando ad un’analisi dell’Osservatorio Immagino, senza però – sottolinea Coldiretti Sondrio – avere spesso un legame con la produzione agricola nazionale, dalle coltivazioni agli allevamenti.

Ora il decreto sui salumi prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali)”; “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali)”; “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali)”. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.  Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy” ha affermato il presidente Marchesini nel sottolineare che “il sistema agroalimentare italiano ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa grazie alla leadership nella qualità e nella sicurezza alimentare: e in tutto questo il nostro territorio è orgoglioso e pronto a fare la propria parte.”

Il provvedimento, che come detto consente lo smaltimento delle scorte fino ad esaurimento, è importante per garantire trasparenza nelle scelte ai 35 milioni di italiani che almeno ogni settimana portano in tavola salumi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, ma anche per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale. A preoccupare è infatti l’invasione di cosce dall’estero per una quantità media di 56 milioni di “pezzi” che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy. La Coldiretti stima, infatti, che tre prosciutti su quattro venduti in Italia siano in realtà ottenuti da carni straniere senza che questo sia stato fino ad ora esplicitato in etichetta.

L’etichetta di origine sulla spesa degli italiani

Cibi con l’indicazione origine                         E quelli senza

Salumi                                                                      Carne di coniglio

Carne di pollo e derivati                                      Carne trasformata

Carne bovina                                                          Marmellate, succhi di frutta

Frutta e verdura fresche                                      Legumi in scatola, ecc.

Uova                                                                         Pane, biscotti, grissini                                      

Miele                                                                         Insalate in busta

Extravergine di oliva                                            Frutta e verdura essiccata

Pesce                                                                        Surgelati

Derivati del pomodoro e sughi pronti              Noci, pistacchi sgusciati

Latte/Formaggi                                                                                  

Pasta

Riso

Tartufi e Funghi spontanei

Fonte: Elaborazioni Coldiretti

(24/11/2020)

 Coldiretti Sondrio

Enogastronomia