Le badanti: una realtà inaspettata...e triste

Il 3 maggio un quotidiano veronese ha pubblicato la notizia che
una colf ucraina è morta di tumore nella solitudine più assoluta
(al funerale era presente solo il medico che ha voluto rendere
pubblico il fatto, ed alcune connazionali) perchè la famiglia in
cui l'ucraina prestava servizio le impediva di sottoporsi a
visite mediche. Alcuni giorni dopo il quotidiano notiziava la
mobilitazione di molti veronesi per favorire economicamente il
rientro in patria della salma. Atto riparatorio di pietà, che ha
lenito solo in parte un'infinita tristezza. E' scomodo
ammetterlo, ma questo caso estremo è solo la punta dell'iceberg
di una sottile "discriminazione" perpetrata ai danni di molte
colf e badanti, considerate, a motivo della loro condizione:
straniere e povere, cittadine di serie B. La stessa natura
precaria della professione, talvolta la clandestinità e
l'esubero delle stesse, impedisce a queste donne di far valere i
loro diritti. Ricatti, umiliazioni, stipendi da fame, malattie
non pagate, ferie non godute e non raramente, molestie sessuali,
costituiscono una realtà sommersa, non solo nella cattolicissima
Verona, ma nell'Italia intera. Non è una denuncia campata in
aria, basta rivolgersi a qualsiasi associazione di volontariato
o centro di ascolto, per avere conferma a questa vergognosa
situazione. Un sondaggio che garantiva l'anonimato, realizzato
qualche mese fa aveva confermato questa grama condizione. Ma la
denuncia si era limitata al solo grido di dolore. Le varie
associazioni, che spesso fungono da trade-union tra famiglie e
badanti, non dovrebbero limitarsi ad assegnare posti di lavoro,
ma verificare successivamente il rispetto delle tutele
lavorative. Gli italiani troppo occupati a far carriera, troppo
presi a fare "schei" e che non hanno tempo da sprecare per i
loro genitori anziani e malati, dovrebbero dimostrare più
rispetto verso queste persone che suppliscono non solo
materialmente, ma anche affettivamente alle aridità famigliari.
La carità cristiana, la solidarietà e la fratellanza si
esercitano a partire dalla prossimità. Invece di indignarsi per
le lontane ingiustizie del mondo, impariamo a vedere quelle
vicine.
Gianni Toffali


Gianni.Toffali@inwind.it



GdS - 10 V 2004 -
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Gianni Toffali
Fatti dello Spirito