DOPO IL CONCERTO DI Marilyn Manson, UNA RIFLESSIONE

Solo show? Solo gioco? - Forse... Ma... - Cosa fare? - Due riferimenti

SOLO SHOW? SOLO GIOCO?

Dopo tante polemiche, si è tenuto a Milano il concerto di
Marilyn Manson. Senza entrare nel merito dello show, è possibile
fare alcune riflessioni, in generale, su un certo tipo di
proposta musicale che sembra essere sempre più diffusa.

Molte persone sottolineano che le esibizioni di certi cantanti
"trasgressivi" siano solo "uno show", "un gioco".
Si sente spesso dire: "I divi del rock fanno solo spettacolo. La
loro è solo una provocazione, un trucco per vendere dischi".

Forse sarà vero. Ma questo non deve diventare una scusa per
tacere di fronte a chi utilizza la musica in modo discutibile.
Non è importante sapere se certi cantanti credano, oppure no,
nel satanismo o nella trasgressione. Ciò che conta, purtroppo, è
che alcuni di loro rischiano di trasmettere, di fatto, un
messaggio negativo ai giovani.
Faccio un esempio.

Io posso non credere in un particolare uomo
politico. Però, se ho bisogno di soldi, posso lavorare per lui e
sostenerlo durante la sua campagna elettorale. Posso distribuire
il suo materiale pubblicitario, organizzare i suoi comizi e
spingere la gente a votare per lui.
E così, alla fine della campagna elettorale, l'uomo politico
sarà eletto anche grazie al mio contributo.

Io, in verità, non credevo in lui ed ho lavorato per lui
soltanto per guadagnare dei soldi. Ma comunque, anche senza
crederci, ho dato un aiuto significativo alla sua elezione.


FORSE... MA....

La stessa cosa accade con alcuni cantanti. Saranno, forse,
soltanto dei provocatori e degli abili show-men. Faranno, forse,
scena per finire sui giornali e vendere dischi.
Ma non si può negare, alla fine, che esista il rischio di
proporre messaggi negativi ai giovani.

Per questa ragione è giusto non tacere e criticare duramente
certi spettacoli. Perché la musica non è soltanto musica.

Non è
soltanto "un gioco".

La musica moderna si può considerare un grande "spot
pubblicitario", capace di raggiungere il cuore di milioni di
persone. I suoi messaggi sono in grado di influenzare le mode, i
pensieri, i comportamenti della gente.

Oggi i cantanti rock sono considerati dei veri e propri "idoli",
circondati da una venerazione quasi "religiosa". Tanti ragazzi
sono soliti scrivere sui propri diari i testi delle loro
canzoni, assimilandone i contenuti.

Per questa ragione, è importante un maggiore senso di
responsabilità. Non solo quando si parla in televisione, ma
anche quando si suona in un concerto o si scrive una canzone.


COSA FARE?

Come contrastare concretamente questi fenomeni? La soluzione sta
nell'abituare i giovani al consumo critico. I ragazzi non devono
bere in modo passivo tutto ciò che dicono alcuni divi della
musica rock. Dobbiamo aiutarli a riflettere, a capire, a
rifiutare chi propone un certo tipo di non-cultura.

Non bisogna lasciarsi intrappolare da certe orribili filosofie.
Se un cantante offende la nostra sensibilità, non dobbiamo più
comprare i suoi dischi. Rivolgiamo i nostri applausi a quegli
artisti che comunicano messaggi positivi e in favore della vita.
I buoni esempi non mancano. Basta cercarli.

Pensiamo, ad esempio, ai tanti cantautori di ispirazione
cristiana che fanno della musica un meraviglioso strumento al
servizio della nuova evangelizzazione.



DUE RIFERIMENTI


A questo proposito, su Internet, due punti di riferimento
importanti sono il sito www.informusic.it (Informazione Musica
Cristiana) e quello dell'associazione "Il mio Dio canta
giovane" (www.ilmiodiocantagiovane.it).

Sono queste le strade da percorrere per cambiare gli equilibri
del mercato discografico. Un mercato spesso spietato, che punta
troppo spesso a fare soldi, trascurando contenuti e valori.

Prima di acquistare un compact disc, impariamo a chiederci che
tipo di ideologia c'è dietro e quali messaggi vorrebbe
trasmetterci. Altrimenti, certi cantanti continueranno a
occupare i primi posti delle classifiche. Indisturbati.

Carlo
Climati



www.carloclimati.com

E-mail: md3416@mclink.it



GdS - 18 XII 2003 -
www.gazzettadisondrio.it

Carlo Climati
Fatti dello Spirito