Legge discoteche: il Parlamento nicchia

?Si

Come riportato
da molti quotidiani, il Vescovo di Verona, Padre Roberto Flavio,
ha bacchettato aspramente i parlamentari italiani per la mancata
approvazione della legge sulla chiusura anticipata delle
discoteche. Una tirata d'orecchi e una lezione di responsabilità
al mondo politico, pressato, ma non per questo giustificato,
dalle lobby dei proprietari delle discoteche. Ma la
responsabilità alla mancata legge, non è imputabile ai soli
politici o alla brama di guadagno dei gestori di discoteche, che
non appartenendo all'ordine delle dame di carità considerano i
giovani alla stregua di limoni da spremere (basti pensare ai
prezzi esosi delle consumazioni), ma anche dagli stessi
interessati. Sono stati infatti i giovani in primis, a non aver
voluto prima ed a aver gioito poi, per l'insuccesso dell'iter
legislativo. Una ridicola moda creata ad arte dall'industria del
divertimento e che attinge alla "cultura" dello sballo e
dell'effimero, ha stabilito che chi torna a casa presto, è un
pollo o un'imbranato. Così la gara al "tiratardi", si traduce
puntualmente in uno stillicidio di vite umane. Ma la natura, non
ha forse creato il giorno per lavorare, la sera per svagarsi e
divertirsi e la notte per dormire? Una realtà banale, ma che a
ribadirla si corre il rischio di passare per trogloditi poco
aggiornati sui nuovi costumi nazionali. Si dice che i giovani di
oggi siano più liberi, emancipati, creativi, critici e
responsabili rispetto ai loro padri. Ma perchè allora si
lasciano facilmente sedurre da modelli di "divertimento" che a
fine serata (pardon…inizio mattinata) li rende simili a zombi
inebetiti? Chi ha diffuso la leggenda metropolitana che le
discoteche e locali simili, siano gli unici luoghi deputati
possibili dove anima e corpo possono trovare ristoro dopo una
lunga settimana di lavoro e di studio? Checchè ne dicano i
proprietari di discoteche "pelosamente" schierati a fianco dei
giovani nel difendere il "diritto" a fare le ore piccole
(leggasi, a farsi del male), i giovani devono convincersi che
l'unica salute a cui l'industria del divertimento ha a cuore, è
quella delle sue casse, non certo la loro. Non sta in un
frenetico ballo, in una pasticca o in un micidiale cocktail la
risposta al legittimo desiderio di divertimento, di
socializzazione e di amicizia. Si dirà, come da copione
difensivo è stato già detto, che queste bravate si possono fare
prima di entrare, vero, ma solo in parte. Suvvia, siamo
realisti, le discoteche vendono paradisi artificiali, miraggi
nel deserto, dove però l'illusione di apparire e di potere dura
lo spazio di un istante. E il risveglio è talvolta tragico.
Eppure ci sono molti altri modi più intelligenti per divertirsi,
basta solo guardarsi attorno, le occasioni non mancano. I
giovani discodipendenti a corto di fantasia si facciano
consigliare dai loro genitori...qualora siano presenti.

Gianni Toffali



GdS - 30 IV 2004 -
www.gazzettadisondrio.it

Gianni Toffali
Fatti dello Spirito