) LE parOLE DEL VESCOVO 2) Il piercing
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 parOLE DEL VESCOVO
 Caro Direttore, durante un Talk Show tenuto a Verona il 
 23 Gennaio, dedicato al piano di rilancio della Città, 
 il noto conduttore Chiambretti ha chiesto al Vescovo di 
 Verona se si farebbe confessare da Don Gianni Baget 
 Bozzo, noto braccio destro di Berlusconi. "In articulo 
 mortis" (solo in caso di morte) ha prontamente risposto 
 sorridendo padre Flavio Carraro. Francamente non si 
 capisce l'ironia! Costituisce forse una macchia 
 indelebile e un peccato imperdonabile per un cattolico 
 simpatizzare per il centrodestra? Quando poi è un 
 sacerdote, apriti cielo...o meglio, inferno! Di che 
 scandalizzarsi? Preti dichiarati di sinistra se ne 
 vedono in quantità, eppur nessun s'indigna, anzi, i 
 preti "contro", sono molto apprezzati.
 La Chiesa, dopo 
 la dissoluzione della Democrazia Cristiana, non aveva 
 forse auspicato che i cattolici fungessero da lievito 
 all'interno delle diverse realtà politiche? Seguendo i 
 "consigli" del Vescovo veronese, chi nel futuro avrà 
 intenzione di accostarsi alla confessione, dovrà prima 
 dare una sbirciatina alla tessera politica del 
 confessore...e decidere poi di conseguenza?
 Non é detto che il riferimento fosse alla posizione 
 politica...(NdD)
 2) IL PIERCING
 Caro Direttore, è certezza che il 2003 sarà ricordato 
 come l'anno del piercing. Catapultato prepotentemente ai 
 vertici dei costumi nazionali, il piercing è diventato 
 un cult di massa che non ha risparmiato alcuna fascia 
 sociale e d'età. Ovunque, corpi e visi trivellati da 
 acuminati chiodi, anelli e ferraglia di ogni foggia. 
 Tralasciando le considerazioni psicologiche o le 
 motivazioni personali (che probabilmente nemmeno gli 
 interessati conoscono...) che hanno spinto migliaia di 
 insospettabili a "immolarsi”a questa bizzarra moda, è 
 indubbio che i benefici di questo fenomeno di massa, non 
 si sono fatti attendere. La siderurgia (l'industria del 
 metallo) italiana è tornata a correre, e grazie alla 
 riscoperta di vecchi mestieri in disuso da tempo, si 
 sono creati nuovi posti di lavoro. Ciò che nel passato 
 veniva considerata una barbara ed inumana professione, 
 in virtù della richiesta volontaria degli "addobbati", 
 l'antica e nobile arte del torturatore è stata 
 provvidenzialmente sdoganata e umanizzata, sprigionando 
 finalmente nuova linfa all’occupazione. Per i neo 
 martiri del terzo millennio, niente più torture coatte e 
 urla di dolore come nei secoli bui, ma volontarie 
 implorazioni ai torturatori, pagati profumatamente per 
 seviziare impietosamente i loro poveri corpi. Dolori 
 tremendi sopportati con stoica dignità e silenziosa 
 rassegnazione, capaci di far apparire San Sebastiano e 
 Santo Stefano (martiri passati a migliore vita mediante 
 frecce), come inconsolabili piagnoni. Ma i vantaggi di 
 questa moda, non si esauriscono alle sole becere 
 dimensioni materiali, i tormenti dei corpi nelle fasi perforative, hanno svelato i valori positivi della 
 sofferenza: redenzione ed espiazione, hanno finalmente 
 trovato senso.
 Un vero miracolo profano: laddove non è 
 riuscita la religione, è riuscito il piercing. Non si 
 può negare: talora si avverte ribrezzo e senso di 
 disagio al cospetto di lingue o nasi trapanati senza 
 pietà (a parte gli allevatori di bestiame già abituati 
 alla vista di anelloni appiccicati sui nasoni di tante 
 belle mucche), ma tutto sommato, la vista dei fachiri 
 occidentali ci ha permesso di gustare in casa nostra 
 culture lontane od ormai scomparse. Pazienza poi, se a 
 qualcuno scappi una risata, ma almeno l'allegria è 
 assicurata..
 Gianni Toffali
Gianni.Toffali@inwind.it
 
 GdS - 30 I 2004 - 
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