ASSISI E SANTI DA ROTTAMARE (e nostra nota) 11 10 30 17

Riceviamo e pubblichiamo - con il titolo originario dell'autore. Non abbiamo certo titolo per prendere le difese dei Papi e della Chiesa. Di fare una considerazione logica sì. Il quinto dei Comandamenti, corpus giuridico per eccellenza del cattolico, lapidariamente recita "Non ammazzare". Implicito però il rovescio della medaglia, ovvero "Non farti ammazzare".

Da qui la legittima difesa.

Un tempo era la legge del taglione. Basti ricordare un episodio significativo. Battaglia di Lepanto, 7 ottobre 1571. Alle spalle bruciava al mondo cristiano Famagosta caduta dopo un assedio di mesi da parte dei turchi che avevano 200.000 uomini, 1500 cannoni, 150 navi a fronte dei 6000 veneziani. Resistenza eroica fino all'ultimo cibo e poi la resa. Strage. Torture in serie per il Governatore, Marcantonio Bragadin, scuoiato vivo, poi decapitato con la issata su un pennone, con quelle di Astorre Baglioni, Alvise Martinengo e Gianantonio Querini, e poi portata a Costantinopoli per una esposizione pubblica.

A Lepanto la musica cambia. I turchi hanno 235 navi. I cristiani 167 ma hanno 6 galeazze, novità tecnologica assoluta cui si deve gran parte del merito della vittoria. A fondo 80 navi turche e 117 catturate con 30.000 fra morti e feriti.

Bragadin era stato scorticato vivo dal capo ottomano Alì Pascià. Ucciso, lo si decapita e la sua testa - legge del taglione - viene issata sul pennone di una galea cristiana.

Usava così.

Detto questo c'é il resto. La persecuzione degli ebrei per esempio, ma anche il potere temporale non solo con le sue dissolutezze, la simonia, la commistione fra sacro e profano ma anche con le violenze.

La Chiesa dovrebbe essere irreprensibile per testimoniare il Vangelo. La fragilità della natura umana non lo consnte. E' impossibile avere una umanità di tutti santi. Resta almeno il dovere di chiedere il perdono, divino e agli uomini, per quello che non é andato e non va

(ndr)

Il testo pervenuto:

Nella giornata interreligiosa di Assisi, seppur con qualche differenza con il suo predecessore, anche papa Ratzinger ha chiesto scusa per le colpe della Chiesa del passato. Wojtyla nel 1986 aveva detto: "Non siamo sempre stati dei costruttori di pace" aggiungendo che quella Giornata voleva essere anche "un atto di penitenza". Benedetto XVI ha analogamente riconosciuto che "nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza" e che i cristiani ne sono "pieni di vergogna". Per una mera questione di logica consequenziale, non sarebbe razionale (e soprattutto una prova tangibile per dimostrare che il mea culpa non è solo un atto formale di facciata per aggraziarsi gli interlocutori delle altre fedi) che Papa Ratzinger togliesse il titol0 di Santità a quei uomini e a quelle donne che nei secoli scorsi hanno difeso la cristianità con le armi in mano? Se i papi del terzo millennio, si vergognano dell'operato non irenista e non pacifista dei loro predecessori, ha senso vedere i loro nomi affissi ai calendari? Secondo la logica "rottamatoria", non solo di Wojtyla e Ratzinger, ma di buon parte di Chiesa "conciliante", ha dunque senso festeggiare e onorare Papi , Santi e Cavalieri "combattenti" come Goffredo Di Buglione, San Bernardo di Chiaravalle, Papa Urbano II, Santa Giovanna D'Arco, Pio IX e mille altri Santi e Martiri che con la loro tenacia e il loro sangue hanno salvato il Sacro Romano Impero dagli assedi dei nemici della Cristianità? E pensare che il povero Tertulliano sosteneva che "il sangue dei Martiri è seme di nuovi cristiani". Da rottamare pure lui per non aver compreso che una pacca sulla spalla degli ottomani, dei maomettani o dei giacobini rivoluzionari poteva più di un esercito di crociati?

Gianni Toffali

Gianni Toffali
Fatti dello Spirito